Sinossi. Due casi di calda attualità sociale impegnano l’irruente e malinconico Rocco Schiavone. Un marito violento trovato ucciso con un colpo di pistola alla fronte e l’imprenditore di una fabbrica di pellami rimasto ucciso in seguito a un attentato attribuito agli ambientalisti dell’ELP. Il vicequestore, con disincanto e scetticismo, inizia la sua indagine controcorrente. Non si fa che parlare dell’ELP, l’Esercito di Liberazione del Pianeta. Il vicequestore Rocco Schiavone guarda con simpatia mista al solito scetticismo ai gesti clamorosi di questi disobbedienti che liberano eserciti di animali d’allevamento in autostrada. Semmai è incuriosito dal loro segno di riconoscimento che si diffonde come un contagio tra ragazze e ragazzi. La vera violenza sta però da un’altra parte e quando Rocco viene a sapere di una signora picchiata dal marito non si trattiene, «come una belva sfoga la sua rabbia incontenibile»: «un buon suggerimento» per comportamenti futuri. Solo che lo stesso uomo l’indomani viene trovato ucciso con un colpo di pistola alla fronte. Uno strano assassinio, su cui Schiavone deve aprire un’inchiesta da subito contorta da fatti personali (comici e tragici). Per quanto fortuna voglia che facciano squadra clandestinamente anche i vecchi amici senza tetto né legge di Trastevere, Brizio e Furio, che corrispondono al suo naturale sentimento contro il potere. Nel caso è implicata una società che sembra una pura copertura. Ma dietro questa copertura, qualcosa stride e fa attrito fino a bloccare completamente Rocco sull’orlo della soluzione del caso. Intanto crescono in aggressività gli atti dell’ELP fino a un attentato che provoca la morte di un imprenditore di una fabbrica di pellami. Indagando, Rocco si rende conto che forse, dal punto di vista della sensibilità ambientale, sullo stabilimento non c’è molto da ridire. Ma perché i «simpatici» ambientalisti sono giunti a tanto?

ELP, la nuova e molto ricca trama di Antonio Manzini, è particolarmente narrativa e mette sotto un unico segno due casi e due inchieste. Le riunisce lo sfondo di calda attualità sociale. Anche il brusco vicequestore è più ombroso e stanco, sente più acutamente quanto importante sia l’amicizia, e deve investire nell’indagine tutta la sua irruente e sincera passionalità, e tutta la tenerezza della sua invincibile malinconia.

 ELP

Antonio Manzini

Sellerio 2023

Giallo, noir, pag.535


ELP

A cura di Edoardo Guerrini


 Recensione di Edoardo Guerrini

Questo romanzo è il dodicesimo della serie di Antonio Manzini che ha per protagonista il vicequestore Rocco Schiavone, poi ci sono anche varie raccolte di racconti. Ormai da molti anni Schiavone è entrato nell’immaginario collettivo di gran parte degli amanti di questo genere letterario, ha praticamente raccolto, anche grazie al noto supporto di Andrea Camilleri che ben conosceva Manzini, che era stato suo allievo all’Accademia di arte drammatica, il testimone di Salvo Montalbano.

Vero è che sono personaggi molto diversi l’uno dall’altro, anche se qualche punto in comune lo si può ritrovare, specialmente nel modo assai “creativo” di esercitare il mestiere di poliziotto, ben lungi dal rigido rispetto delle regole, e nel sostanziale fondo di rigida rettitudine e moralità, e indignazione per le ingiustizie.

In questo lungo romanzo, oltre le cinquecento pagine, Schiavone inizia appunto con una mossa ben poco conforme alle regole: viene a sapere di un soggetto che pare sia uso a picchiare la moglie, e interviene personalmente a riempirlo di legnate; al punto tale che per sua fortuna il fedele viceispettore Antonio Scipioni, che lo aveva seguito, riesce a bloccarlo poco prima che la furia di Rocco faccia danni eccessivi.

Le cose si complicano quando, poco tempo dopo, il suddetto soggetto, che porta ancora in faccia i segni del pestaggio di Rocco, viene ritrovato morto con un bel buco in fronte: inizia l’ennesima “rottura de cojoni da decimo livello” che comunque Rocco conduce indagando senza farsi troppi problemi circa i trascorsi avvenuti tra lui e la vittima.

L’indagine avanza, e nel frattempo la squadra della questura di Aosta prosegue con le sue vicissitudini, in particolare D’Intino deve affrontare un’avventura sentimentale che lo coinvolge moltissimo: una sua antica fiamma, Pupa, lo raggiunge ad Aosta, portando con sé l’anziana madre e ben nove valigie. E intanto c’è un altro elemento, che non pare aver alcun nesso con l’indagine: un gruppo di “ecoterroristi” che si fa chiamare Esercito per la Liberazione del Pianeta, inizia ad operare azioni dimostrative in varie parti d’Italia: strade, ferrovie bloccate da moltitudini di animali di allevamento “liberati” da questi soggetti, preoccupati dall’insostenibilità del nostro modo di vivere.

Rocco risulta ben poco ostile a queste azioni, anzi le guarda con simpatia; solo che la faccenda inizia a complicarsi, tant’è che il romanzo prende un respiro notevole: l’indagine di Rocco sul primo omicidio, che era andata avanti portandolo a un passo dalla soluzione, deve bloccarsi per ordini superiori su cui non entro nei dettagli; nel frattempo si compie un secondo omicidio: il titolare di un’impresa dove si lavorano pellami viene letteralmente annichilito dall’esplosione di un ordigno che era contenuto in una busta a lui indirizzata. Poco dopo, l’ELP rivendica l’azione. Ma Rocco non è convinto: perché finora gli ecoterroristi si erano ben guardati dal fare male ad alcuno, e forse nella cerchia della vittima si possono ritrovare ben altri moventi.

Prosegue, intanto, l’evoluzione di tutti i personaggi: D’Intino dovrà affrontare il conflitto interiore tra l’innamoramento e la sensazione che la ragazza, più che ad amarlo, miri a sfruttarlo; Rocco, come sempre, ritroverà il fantasma di Marina, la moglie persa nel tragico giorno del 7-7-2007, data che intitola il romanzo omonimo, a consigliargli su come affrontare il resto della vita che ha ancora davanti, anche se senza di lei. La solitudine, l’angoscia, il bisogno di ritrovarsi con gli amici Brizio e Furio lo pervadono. Nel frattempo, qualcuno sta migliorando: Fumagalli e Michela Gambino, medico legale e scienziata, hanno deciso di sposarsi; qualcun altro, come il dottor Baldi, trova rifugio nelle riflessioni sull’esistenza, riflessioni dal tono sorprendentemente approfondito e assai rispettabili. In pratica, tutti cercano di sopravvivere, pur rendendosi conto, come tutti noi, che forse siamo tra le ultime generazioni del genere umano, e che fra un po’ il Pianeta non ci sopporterà più. 

E Rocco, infine, il caso che gli è rimasto lo risolve, e riesce pure a risolvere la situazione complessa in cui si era venuto a trovare Carlo, il figlio di Eugenia, la vicina di casa nonché fidanzata dell’agente Ugo Casella: perché Carlo, che da tempo grazie alle sue doti di hacker aiutava Rocco nelle indagini sul web, qualcosa con l’ELP ci aveva a che fare.

Un romanzo complesso, questo: in cui la trama gialla serve, ma che contiene anche molte tematiche di grande attualità, esattamente come piacciono a me i gialli: la forza dei personaggi, ma soprattutto l’occhio vivo sulla realtà che ci circonda, danno al lettore molto di più che una semplice trama: insegnano qualcosa.

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Antonio Manzini


scrittore e sceneggiatore, ha pubblicato Sangue marcioLa giostra dei criceti (del 2007, riedito da Sellerio nel 2017), Gli ultimi giorni di quiete (2020) e La mala erba (2022). La serie con Rocco Schiavone è iniziata con il romanzo Pista nera (Sellerio, 2013) cui sono seguiti La costola di Adamo (2014), Non è stagione (2015), Era di maggio (2015), Cinque indagini romane per Rocco Schiavone (2016), 7-7-2007 (2016), Pulvis et umbra (2017), L’anello mancante. Cinque indagini di Rocco Schiavone (2018), Fate il vostro gioco (2018), Rien ne va plus (2019), Ah l’amore l’amore (2020), Vecchie conoscenze (2021), Le ossa parlano (2022) e ELP (2023). In altra collana di questa casa editrice ha pubblicato Sull’orlo del precipizio (2015) e Ogni riferimento è puramente casuale (2019).