di vivere
Adriano Morosetti
DETTAGLI:
Editore: Mursia editore
Collana: Giungla Gialla
Genere: noir
Pagine: 284
Anno edizione: 2024
Sinossi. «In onda, le solite immagini: il porto, le palme, i fiori, i vicoli in festa. Nessuno doveva vedere il vero volto della città e scoprire ciò che nascondeva. Le telecamere dell’intera nazione erano accese su Sanremo, ma puntate, come sempre, nella direzione sbagliata.»
Febbraio 1993. Sanremo si prepara a ospitare il Festival e tra i numerosi giornalisti giunti a seguire l’evento, c’è anche Arturo Ferretti, tornato nella sua città natale come inviato di una scalcinata rivista di gossip. In una città messa sottosopra da troupe televisive, cantanti famosi e feste esclusive, Ferretti si ritrova invischiato nella morte di Nino, un vecchio amico. Per la polizia è un semplice incidente, ma troppe cose non tornano. Cinico e disilluso, il giornalista vorrebbe solo strappare uno scoop e andarsene, ma sa che non può farlo: per scoprire la verità e uscirne vivo, dovrà imparare a fare i conti con i fantasmi del passato, perché, come canta Enrico Ruggeri sul palco dell’Ariston, “il breve mestiere di vivere è il solo mistero che c’è”.
Recensione di Patrizia Argenziano
“Il breve mestiere di vivere è il solo mistero che c’è”.
Dite la verità, l’avete letta cantando.
Una delle canzoni più belle di sempre viaggia a braccetto con il nostro protagonista, Arturo Ferretti, professione giornalista. Lo accompagna in questa storia che pian piano si trasforma in un’avventura dai tratti inquietanti.
Perché se è vero che “Sanremo è Sanremo”, un gioco di magia, luci, fiori, musica e colori, è anche vero che esiste un’altra Sanremo, lontana dai riflettori e dalla moda, una sorta di città nascosta, sotterranea, che lavora in parallelo. E Ferretti cammina tra luci e ombre di questa città dai mille volti, una città che non ha mai dimenticato e che, in fondo, è ancora il suo tutto. Cammina alla ricerca dello scoop dell’anno ma anche di un motivo, uno solo, per non affogare. Ancora.
La sua non è una vita semplice, non può esserlo perché il malessere gli abita dentro ormai, un malessere che coccola, coltiva e di cui si prende quotidianamente cura. In un bar, in un bicchiere, nella sua solitudine e nel suo strano vivere. Un personaggio, il giornalista, che si mette a nudo di fronte al lettore senza riserve. Non si nasconde, non si traveste, non cerca nemmeno di farsi amare. Lui, codardo egoista o vittima ingenua di un sistema sporco e corrotto?
Il mondo lo fagocita con mille inganni in una girandola di eventi a cascata che renderanno questo Sanremo indimenticabile. Anche per Ferretti sì, perché tornare significa ritrovare, non solo il dolore ma anche gli amici.
Le immagini scorrono veloci e i ricordi riaffiorano senza dare tregua. Il mare, quel mare, l’infanzia, le amicizie e poi i primi articoli, il grande amore, la famiglia. E quindi il buio, ieri come oggi.
Queste pagine nere scavano nell’animo usurato di tutti i protagonisti messi a dura prova da una vita che non è stata per niente gentile nei loro confronti. La rabbia, più o meno repressa, dilaga in ogni forma, spesso si sposa con la solitudine oppure si associa con il potere. Anime ferite o anime sporche, a voi la scelta.
Romanzo perfetto per una trasposizione sul piccolo schermo, me la vedo io la faccia del Ferretti in certe circostanze.
Comunque è vero, vivere è proprio un mestiere misterioso. In questo caso anche pericoloso.
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Adriano Morosetti
è nato a Sanremo nel 1977. In passato è stato molto cose: giardiniere, barista, copywriter, autore televisivo. Da anni lavora come sceneggiatore di serie animate per la rai e il mercato internazionale. “Il breve mestiere di vivere” è il suo primo romanzo.