CON GLI OCCHI CHIUSI
Alex Ahndoril
DETTAGLI:
Traduttore: Andrea Berardini
Editore: Longanesi
Genere: Giallo
Pagine: 288 p., R
Anno edizione: 2024
Sinossi. Al Teatro Reale Drammatico di Stoccolma sta per andare di nuovo in scena la prima del Macbeth. O almeno dovrebbe. Tre anni prima, infatti, dopo il suicidio in circostanze poco chiare del fidanzato della prima attrice, Bianca Salo, la donna non ha retto allo shock, crollando sul palco dopo poche scene, e lo spettacolo è stato cancellato. Oggi, finalmente, il cast ha l’opportunità di tornare a interpretare la sfortunata tragedia. Per Bianca è l’occasione della vita e nulla deve andare storto. Prima ancora dell’inizio delle prove, però, la donna si rende conto che una presenza oscura e inquietante la sta seguendo. Uno stalker che sembra uscito dalle pieghe del suo passato e che ha le incredibili sembianze dell’uomo che aveva amato. In preda alla disperazione, decide di affidarsi a un’investigatrice privata di cui ha letto sui giornali, una donna tormentata ma famosa per le intuizioni infallibili: Julia Stark. Con l’aiuto di Sidney Mendelson, poliziotto nonché suo ex marito, Julia si accorge subito di molte, troppe incongruenze che avvolgono nella nebbia l’intera vicenda. Ma mentre lei indaga, collegando destini che parevano sconnessi, lo stalker continua a muoversi indisturbato come il fantasma che sembra essere, riuscendo a colpire chiunque tenti di intralciare la sua missione, Julia inclusa…
Recensione di
Loredana Cescutti & Sabrina de Bastiani
Signori e signore preparatevi a un’eccezionale partita di Cluedo in scena sul palcoscenico di un teatro, alla quale tutti, ma proprio tutti, potranno prendere parte e osservare con attenzione ogni singolo avvenimento.
Se già con il precedente libro, “Troverò la chiave”, sicuramente più claustrofobico e inquietante anche per gli argomenti affrontati, eravamo rimaste stupite da questo completo cambio di passo del duo Alex Ahndoril, in questo secondo romanzo tutto cambia, assumendo toni drammatici in un’atmosfera assolutamente fuori dalla norma.
Di punto in bianco diventeremo noi stessi spettatori di questa produzione teatrale travagliata, anche per la vita un po’ sregolata degli attori, e ci ritroveremo, nei posti a sedere, in primo piano, pronti a cogliere ogni elemento o, meglio, l’elemento fondamentale alla risoluzione del caso.
Ma di che caso stiamo parlando?
“… la vita non è che un’ombra vagante… un povero attore che avanza tronfio e smania la sua ora sul palco… e poi… non se ne sa più nulla…” (Macbeth)
Stiamo parlando di attori che recitano una parte, ma, in fin dei conti, chi di noi non recita almeno un po’ nel corso della sua vita?
“«Hai chiesto tu la verità.»
«Sì, ma chi può pensare che uno intenda proprio tutta la verità?
«L’agenzia investigativa Stark » rispose Julia, battendo tre volte il bastone a terra.”
Non è un caso, mi viene da pensare, che sia stato proprio Macbeth a essere scelto da Alex Ahndoril nel congegnare una trama dove questa tragedia sia lo spettacolo che i personaggi, attori teatrali, mettono in scena.
“Nella tragedia di Macbeth, i personaggi facevano le proprie scelte distruttive, allo stesso tempo però era il futuro che era stato loro predetto a costringerli a farlo.
Nella vita reale, pensò Julia, le predizioni funzionano solo in maniera retrospettiva.
E il destino di una persona non esiste mai nel suo presente.”
Macbeth, l’opera che più, nella produzione shakespeariana, si configura come una vera e propria anatomia del male, contiene in sé quella cifra awe inspiring, che possiamo tradurre sia con mozzafiato, che con impressionante, che con incutere timore, propria di “Con gli occhi chiusi”, seconda avventura della serie che vede protagonisti l’investigatrice privata Julia Stark e il poliziotto, nonché ex marito Sidney Mendelson.
Un romanzo che mozza il fiato e avvolge nella suspense, impressiona per la caratura stilistica degli autori, per la loro grande capacità e originalità narrativa e per la scrittura sensibile, elegante, evocativa, chirurgica senza mai essere algida.
Un giallo contemporaneo, dell’oggi – « L’arte illuminata da un lampo di realtà » – nelle tematiche, nei contenuti, nello sviluppo della detection e nella psicologia dei personaggi, che si interseca nel plot con la messa in scena di una tragedia del 1606, che fin da allora anticipava le riflessioni più profonde sul male e sul nostro arbitrio su di esso.
“Il destino… Nella vita reale, penso… le predizioni funzionano solo in maniera retrospettiva. E il destino di una persona non esiste mai nel presente…”
È sicuramente una lettura veloce, che trascina in atmosfere particolari e che finisce per risucchiare completamente, affinché anche tu lettore ti possa sentire assorbito dall’atmosfera calda e ipnotica del teatro.
“E’ attraverso le ferite che la luce riesce a entrarti nell’anima…”
E poi, eccoci a loro, Julia e Sid.
La prima, Stark: in svedese forte, potente, solido, intenso, in inglese duro, severo. Quanto già di lei è nel suo cognome. Eppure, quante cicatrici le sue, e intendiamo quelle non visibili agli occhi, quanta vulnerabilità.
“«Lo sai… riesco a pensare meglio quando sei con me, ogni cosa va meglio quando sei con me» rispose lei, coprendosi poi la bocca per non mettersi a piangere.”
Il secondo, Sidney Mendelson, un ex marito, meno che mai ex nel cuore e nelle gesta, la sua dignità, rettitudine, dolcezza nelle carezze trattenute, nell’assenza che non è poi mai tale.
“«Sai come faccio le domande io, non mi arrendo nemmeno se la situazione si fa sgradevole… e solitamente riesco a non sembrare ostile…»
«Lo so, ma…»
«Fa finta di essere Julia Stark.»
«Ah ah… certo, ci proverò.»”
Due personaggi assolutamente inediti, magnetici, umani, imperfetti e vibranti, così tanto ancora da scoprire su loro e già inamovibili nell’immaginario dei lettori.
“… forse è il momento che il destino cambi…”
Un’indagine, che nella sua complessità, tassello dopo tassello, esploderà letteralmente in faccia a Julia e al colpevole e, le mostrerà, forse, una vita alternativa a quella solitaria che si è autoimposta,
“La solitudine che le riempì il cuore era fin troppo familiare; non avrebbe mai mollato la presa, era entrata troppo presto nella sua vita…”
ossia vivere come fosse una punizione, come fosse dover espiare una colpa, una sofferenza, il vuoto che si aggira fra le pagine e la storia della detective Stark, che da troppo si è radicata e fossilizzata in profondità, al punto da non permetterle di concedere/si una seconda opportunità, per il terrore di ritrovarsi in cima a una montagna fumante, avvolta da macerie e corpi dilaniati.
Ma forse, sarà proprio quest’indagine il lasciapassare per nuovi stimoli…
“… ho trovato la chiave per risolvere il caso…”
Quanta classe e quanto talento, insomma, in Alex Ahndoril, nuovo pseudonimo, ma stesse penne che hanno saputo dar vita a qualcosa di entusiasmante, che ti permette di vivere l’atmosfera coesa di un gioco da tavolo come se si fosse con tessere, pedine, dadi e tutto il resto.
Un gioco virante al giallo e che, se condiviso, dà l’opportunità di concederti qualche scambio a suon di analisi degli indizi e dando vita a ipotesi.
E così come per il precedente “Troverò la chiave”, ancora una volta, una volta di più, va detto ‘Gam zu l’tova’, ‘anche questo è per il meglio’…
Buona lettura!
Acquista su Amazon.it:
Lars Kepler
Lars Kepler è lo pseudonimo di Alexander Ahndoril e Alexandra Coelho Ahndoril (Helsingborg, 1966), coppia di scrittori svedesi che hanno deciso di unire il loro talento di autori in un genere diverso dal proprio. Proprio per mantenere la separazione tra la loro nuova avventura e le rispettive carriere, utilizzarono lo pseudonimo Lars Kepler per firmare, nel 2010, il loro esordio: “L’ipnotista”, un best seller che in Italia vende oltre 200.000 copie, superando la trilogia di Larsson. Da allora, con cadenza quasi annuale, i coniugi Ahndoril pubblicano diversi capitoli della serie con protagonista il commissario Joona Linna. Con “Troverò la chiave” gli autori inaugurano una serie di gialli a enigma con due nuovi, affascinanti protagonisti: la tormentata detective privata Julia Stark e l’ex marito e commissario di polizia Sidney Mendelson.