L’occhio del faro




Recensione di Maria Sole Bramanti


Titolo originale: Jeg skal savne deg i morgen

Serie di Thorkild Aske #1

Autore: Heine Bakkeid

Traduttore: Francesco Peri

Editore: Giunti

Genere: thriller

Pagine: 432

Anno pubblicazione: 2017

Mi sforzo di sorridere, cerco di costringere la mia bocca a disegnare una delle forme più elementari nel repertorio espressivo di un essere umano, ma non succede nulla…come se fossi costretto a potarmi appresso ovunque vado la reliquia di una persona che non c’è più

Un nuovo grande talento si affaccia sul panorama del thriller nordico!

Un ragazzo scomparso in mare da molti giorni, quasi certamente morto. Due genitori combattuti tra speranza e disperazione, ingaggiano un ex poliziotto per ritrovarlo, con l’illusione che lui possa trovare “una chiavetta magica per riavvolgere il nastro del tempo”.

Una trama che sembrerebbe banale, ma questo libro di banale non ha proprio niente, credetemi!

A partire dall’incipit, che è folgorante, passando per lo stile, così originale e fresco, per arrivare alle tematiche affrontate.

E i personaggi, tutti magicamente pennellati dall’autore, tanto che sembrano uscire dalle pagine.

Se dovessi scegliere un genere in cui inserirlo, mi troverei in difficoltà, perché si respirano atmosfere da giallo classico, ma le tematiche sono molto noir, l’intreccio è da thriller e si fa una capatina anche nell’horror e nel sovrannaturale. Dunque, un libro assolutamente sui generis, in cui si è sempre in bilico tra la realtà e l’illusione, tra il mondo vero e quello che vede il protagonista.

La storia è narrata dal punto di vista di Thorkild Aske, ex poliziotto mezzo norvegese mezzo islandese; un ‘interrogatore’ di professione, che con il suo atteggiamento e le sue fragilità, mi ha ricordato il Sebastian Bergman di Rosenfeldt e Hjorth.

Con la narrazione in prima persona, e per quel suo modo di parlare con se stesso, noi lettori entriamo direttamente nella testa di Thorkild, ne assaporiamo tutte le sensazioni, il suo senso di colpa, le sue difficoltà a relazionarsi con gli altri, a mostrare le emozioni e a gestirle.

Tra le tante cose che mi hanno colpito, oltre all’originalità, c’è la capacità di Bakkeid di descrivere il rapporto tra i vari personaggi e farci sentire ciò che provano l’uno per l’altro; che si tratti di amore o odio, in queste pagine è come se si potessero vedere le più impercettibili espressioni, che palesano le dinamiche tra Thorkild e Frei o quelle con il suo ex capo Gunnar Ore, o il profondo sentimento che lega Thorkild alla sorella.

Se il titolo italiano punta sull’alone di mistero che circonda questo faro arroccato su un’isoletta nel nord della Norvegia (l’azione si svolge per la maggior parte a Tromsø), il titolo originale (che tradotto letteralmente significa qualcosa tipo “Mi mancherai domani”) rende molto meglio ciò di cui l’autore, secondo me, voleva parlare in questo libro: il senso di colpa e il modo in cui ognuno di noi cerca di superare i lutti, le perdite, le menzogne.

Merita certamente di essere citato in questa mia recensione anche Francesco Peri, che ha saputo esaltare i meriti di questo romanzo con una traduzione lineare, scorrevolissima ma anche molto sofisticata: parole come ‘borborigmo’, ‘acribia’…… ci vuole coraggio e maestria! Davvero notevole.

Chi degli autori nordici ama le atmosfere e i paesaggi, beh, non rimarrà certo deluso!

Il freddo, i fiordi, il vento sono parte integrante di questa storia. E anche il ritmo è molto nordico: la storia si sviluppa lentamente, ma nell’accezione più positiva di questo termine: è un libro lento nel senso che non ha fretta di arrivare alla fine. Abbiamo il tempo di riflettere, di assaporare ogni aspetto.

E ancora; non avrei mai pensato che si potesse inserire in un thriller la dettagliata descrizione di un clistere senza risultare fuori luogo, eppure Bakkeid ci riesce, anche strappandoci più di un sorriso (e si sorride spesso, nel corso della lettura, perché Thorkild è davvero una simpatica canaglia).

Insomma. Un mistero che si fa sempre più fitto, un finale claustrofobico, un personaggio che ci entrerà dentro (e che avremo la fortuna di incontrare di nuovo!); un libro a cui ognuno di noi può trovare una chiave di lettura diversa.

Un nuovo genere nei romanzi nordici!

È nata una stella, ve lo assicuro!

Complimenti alla Casa Editrice Giunti che ha portato in Italia un così grande talento!

Heine Bakkeid


è nato nel 1974. Fa lo scrittore a tempo pieno È cresciuto nel villaggio di Belnes nel comune di Gratangen (contea di Tromsø), uno dei posti più piccoli del mondo. Si è, poi, trasferito a Kvæfjord. Il 2005 segna il suo esordio come autore, con un romanzo per ragazzi, “Boblejim – spesialagenten”. “Uten puls” (2006) è stato il suo primo romanzo per adulti. Inoltre, ha scritto i romanzi “Hjerteknuseren” 2008, “The Vampire Hunger” (2010), “The Dying House” (2011), “Eksorsisten” (2012), “Knokkeløya” (2013) e “The Chicken”.

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