Le ultime confessioni




di Sylvia P.

Lee Kravetz


DETTAGLI:

Traduttore: Stefano Tummolini

Editore: Fazi

Genere: Narrativa

Pagine: 300

Anno edizione: 2024

Sinossi. Nel 2019, a più di cinquant’anni dal suicidio di Sylvia Plath, Estee, la curatrice di una piccola casa d’aste del Massachusetts, si trova a esaminare tre vecchi quaderni fitti di scrittura. Non ci mette molto a intuire che potrebbe trattarsi del manoscritto originale del romanzo La campana di vetro: una scoperta sorprendente, che la porterà a capire di essere legata alla grande scrittrice in un modo che mai avrebbe potuto immaginare. Sul finire degli anni Cinquanta la maliziosa poetessa Boston Rhodes (dietro a cui scorgiamo la figura di Anne Sexton) racconta in prima persona la rivalità con la talentuosa Sylvia, verso la quale nutre una rancorosa invidia nonostante Plath, dal canto suo, si mostri sempre gentile e incredibilmente fragile. La relazione tra le due, fatta di infiniti chiaroscuri, rischierà di gettare Sylvia in una fatale spirale di follia e, alla fine, forgerà la sua eredità. Pochi anni prima, nel 1953, la dottoressa Ruth Barnhouse, tra le prime psichiatre degli Stati Uniti, cura la giovane Sylvia durante i giorni bui trascorsi in un istituto psichiatrico in seguito a un tentativo di suicidio; quello che si instaurerà tra le due è ben più di un rapporto tra medico e paziente e aiuterà la brillante poetessa a tornare sulla strada della letteratura. Le ultime confessioni di Sylvia P. è un accattivante mistery letterario in cui realtà e finzione si fondono per ridare vita a una scrittrice venerata; dai retroscena sulla nascita della Campana di vetroalla rivalità con Anne Sexton, dalla depressione alla vita matrimoniale con Ted Hughes, l’esistenza di Sylvia Plath viene riscritta attraverso tre narrazioni che, intrecciate con sapienza, compongono un romanzo audace e avvincente.

«Lee Kravetz ha fatto quasi un miracolo: un puzzle letterario il cui mistero si nasconde sia nel modo in cui racconta la storia sia nella storia in sé, meravigliosa. È un libro pieno di idee sull’ispirazione e sull’amore per la lingua che oltrepassa i confini fisici e generazionali».

Adam Johnson

«Sarebbe facile, forse troppo facile, vedere Le ultime confessioni di Sylvia P. come un seguito spirituale della Campana di vetro di Sylvia Plath, ma il romanzo di Lee Kravetz è un’opera a sé stante, un coraggioso lavoro di immaginazione: i lettori saranno curiosi di saperne di più su Plath e la sua corte letteraria».

Paul Harding

«Audace, avvincente e scritto magnificamente, Le ultime confessioni di Sylvia P. ricorda Possessione di A.S. Byatt. Ma non è una storia d’amore: è una storia di rivalità e tradimento. Un vero page-turner».

Karen Joy Fowler

«Accattivante. Un mix di verità e finzione, un’ingegnosa aggiunta al corpus di opere su Plath che ha contribuito a renderla un’icona letteraria americana».

«The Washington Post»

 Recensione di Francesca Mogavero


Al gioco dell’ascolto perde chi vi è più portato.

Perché sente di più, con le orecchie e con il cuore, e allora le parole si sommano, si stratificano con tutti i loro significati, le sfumature, le intonazioni, e sommergono, soffocano come un’indigestione di miele, talmente dolce e appiccicosa che non puoi – non riesci, non vuoi – dire basta. 

Sylvia Plath ha un animo fatto di tante stanze che si aprono e si chiudono l’una sull’altra, in una continua espansione, e tra quelle mura permeabili echeggiano voci, ricordi, traumi, sono appese immagini viste e registrate, impressi colori presi da chissà dove.

E lei sublima, prova a portar fuori, a dare a quel bagaglio di confessioni intime un respiro universale… Ma altri pensieri, altri suoni si affacciano e pungono con la letalità e la vocazione autodistruttiva delle api, alimentati dall’invidia, dal tradimento, dalle smanie di controllo altrui.

In Le ultime confessioni di Sylvia P., Plath è raccontata, filtrata, messa sotto la lente di chi, armato di buone intenzioni, vorrebbe aiutarla, forse addirittura salvarla, e di chi desidera solo assorbirla, rimasticarla e poi spuntarla via come si fa con le bucce e le ossa spolpate, ma lei dov’è, chi è?

Ovunque e in nessun posto, chiunque e nessuna.

Per conoscere una persona – specialmente se è poeta – occorre unire i puntini e gli spezzoni diconversazione, cercarla tra le righe, nei silenzi, e comporre le tessere, eppure qualcosa sempre sfugge e il gesto definitivo, lo strappo, arriva inaspettato, improvviso, e spiazza, andando oltre ogni previsione, ogni maledizione.

Estee, responsabile di una casa d’aste ai giorni nostri; Agatha White, l’eterna rivale dietro la quale, nemmeno troppo velatamente, si intravede una Anne Sexton più accanita e furiosa; Ruth Barnhouse, la psichiatra che la seguirà per tutta la vita (un tempo così breve): tre donne per evocarne una quarta, in una seduta spiritica o psicanalitica che attraversa i decenni e gli spazi, tre prospettive che non si incontrano mai (o forse sì), tre investigatrici della verità, dell’arte e della mente per risolvere un mistero.

Sylvia permane nei ricordi, nei rimpianti e tra le pagine di tre quadernetti ritrovati in modo fortuito e dal valore inestimabile, fitti di parole – ancora parole, ma questa volta solo sue – scritte e cancellate, pensate, progettate, di frasi che raccontano una storia e un processo creativo, intimamente connesse alla penna che ha instillato in loro vita e inchiostro e alle altre figure dello straordinario esordio di Lee Kravetz.

Perché la scrittura getta ancore e ponti, è solitudine e condivisione, segreto e stupore, casa e gas di scarico: sta a chi le eredita usarle con saggezza… Anche a costo di lasciarle andare, come si fa con chi si ama.

Ecco un romanzo struggente di punti di vista solitari, di emozioni ed esistenze vere da lasciar decantare piano, di fantasmi da accogliere senza paura, spalancando le porte e ascoltando… Assumendosene tutti i rischi, perché il gioco vale e la posta è alta, preziosa.

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Lee Kravetz


scrittore americano, è autore di programmi televisivi e firma di diverse testate giornalistiche, tra cui «The New York Times». Dopo due opere di non-fiction, Le ultime confessioni di Sylvia P. è il suo romanzo d’esordio. Vive nella zona della Baia di San Francisco con la moglie e due figli.

A cura di Francesca Mogavero

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