Abbaiare alla luna




Valeria Corciolani


DETTAGLI:

Editore: Indomitus Publishing

Genere: thriller

Pagine: 246

Anno edizione: 2024

Sinossi. Direttamente dalla serie “La colf e l’ispettore”, la penna di Valeria Corciolani ci regala uno spin-off con protagonista l’ispettrice Piera Jantet. È una fredda sera di un maggio che non cede il passo alla primavera quando il corpo senza vita di una giovane donna viene trovato in un bosco di Blavy. Per l’ispettrice Piera Jantet della questura di Aosta si tratta di un lampante caso di omicidio, ma le evidenze si fermano qua: nessun nome, nessuna traccia e, soprattutto, nessun movente. Il vicequestore Pezzolari però è stato chiaro: una settimana per arrivare in fondo alla faccenda, non un giorno in più! Fortuna che Piera Jantet non è certo tipo da lasciarsi scoraggiare da tempi stretti e ostacoli apparentemente insormontabili: la sua settimana è già iniziata male con l’archiviazione di un vecchio caso su un traffico di preziosi che stava seguendo da mesi e con improbabili denunce di strani furti e scomparse “floreali”. Ma proprio mentre tenta di sistemare questi assurdi tasselli, comincerà a prender forma un disegno legato al presente quanto al passato che porterà l’ispettrice Jantet e il fido agente scelto Camagna a confrontarsi di nuovo con l’ex ispettore Jules Rosset, ora nel suo buen retiro piemontese impegnato in un gagliardo progetto in cui ha coinvolto anche l’ignara Alma e l’amico medico legale Orlando Calabrò.

 Recensione di Sabrina De Bastiani

Le lampade frontali fanno baluginare brandelli di asfalto, rami, sagome contorte di tronchi e massi, rovi, macramè di licheni, formicai… perché camminare di notte in un bosco conserva un fascino primordiale, dove tutto sembra esistere solo nell’attimo in cui viene portato alla luce e poi subito scompare, come ingoiato da un’altra dimensione, quasi non fosse mai esistito.

E come spesso accade, la luce mostra, sì, ma è il buio che rivela. 

Come si possa sfiorare un qualcosa in maniera profonda  lo dimostra Valeria Corciolani, consegnando ai lettori il suo nuovo romanzo “Abbaiare alla luna”, per i tipi di Indomitus Publishing.

Perché  la protagonista di questa nuova storia, l’ispettrice  capo Piera Jantet, 

«Ah, la valdostana, me la ricordo: il viso rotondo di una personalità serena, tranquilla, che piglia la vita con filosofia e buonsenso. Mi era garbata subito, con quegli occhi attenti e distanti il giusto, di chi sa giudicare fatti e persone con chiarezza, acume e soprattutto senza pregiudizio, che nel suo lavoro è tanta manna.» 

i lettori l’avevano appunto sfiorata in “Peggio per chi resta” quinto volume della serie Alma e Jules, la colf e l’ispettore. 

Una comprimaria in quell’avventura, la Jantet, che non si è presa tutta  la scena solo per la consolidata forza e statura dei due protagonisti – Entrambi hanno sofferto, ma non si sono fatti ingoiare dai marosi della vita, soprattutto per tenere a galla coloro che amano –   ma il cuore dei lettori, quello, se l’è preso immediatamente.

Ritrovarla, dunque,  in questa  storia che la vede protagonista assoluta in tutta la  sua   bellezza irrituale, piena, inconsapevole, sorgiva, sfacciatamente cristallina, così come sa essere l’aria di montagna, nella fattispecie, qui. quella valdostana, è pura soddisfazione di per sé.

“Alla velocità della luce”, dicono, come se viaggiasse più in fretta di qualsiasi altra cosa. Ma non è così. Per quanto veloce sia la luce, le tenebre son già lì che l’aspettano. Ed è a quelli come lei che tocca frugarci dentro. Perché all’ispettrice Jantet il buio fa paura, sì, ma quello che si nasconde dentro agli esseri umani.

Ritrovarla in una storia che è un vero meccanismo di alta orologeria, perfettamente congegnata, magistralmente scritta, ci fa essere  come  mosche sulla carta moschicida, e inevitabilmente esserlo fino alla parola fine, incollati.

Tutto ciò perché “Abbaiare alla luna” mette in luce una volta di più l’enorme talento di Corciolani, la sua sensibilità, la grande capacità di affrontare temi estremamente forti, e più di uno, e restituirli senza fare sconti, ma nemmeno caricare ciò che lo è  già di suo. 

Mai ridondante. Mai superficiale. 

L’equilibrio, la misura con cui porge i fatti, i messaggi nelle righe, 

Lei legge, e pure parecchio, ma quando la sera è stanca e magari sopraffatta dai pen-

sieri, le capita di aver proprio voglia di leggere romanzi dove l’incalzare dell’indagine scalza il suo rimuginare, o commedie romantiche dal  sicuro epilogo felice, magari introspettive quanto una scatoletta di tonno e senza nessuna pretesa di scavarti dentro, ma questo non la rende più stupida o più ignorante. Esistono libri nati per trivellarti l’anima e altri che sono puro e goduto intrattenimento, e a volte ha avuto anche la fortuna di incappare in pagine che hanno saputo regalarle sia l’uno che l’altro, ma prendere le distanze a prescindere dalla pagina scritta non denota né intelligenza né tantomeno cultura, solo pregiudizio fatto e finito, cosa che un lettore,

quello vero almeno, non dovrebbe mai avere.

sono ciò che li fa arrivare più diretti, nella maniera più efficace.

La scelta delle parole, precisa, accurata, appropriata ci pone di fronte a un qualcosa che non potrebbe essere altrimenti, azzera ogni scappatoia, ogni attenuante, si mostra e ci mostra per quello che è e siamo.

«La malattia ha un suo odore. Ma la disperazione puzza ancora di più. E loro l’annusano, subito. E arrivano. »

Il peso del passato – certi passati non riescono mai a essere trapassati per davvero – scelte compiute o situazioni freezate, quello che ci definisce, quello che ci cambia, i pesi che ci sentiamo in grado di reggere, quelli che proviamo a rimuovere … ma è legge della  fisica,  che ciò di cui non reggiamo il peso, per lo stesso motivo non riusciamo a spostare.

«Hai gli occhi di tua madre» sorride, allungandole una carezza ruvida sulla guancia, «il colore di un lago in un giorno di tempesta. Come l’hai trovata la mamma l’altro giorno?»

«Bene» mente. 

E lui lo sa.

Ecco, mirabilmente, tutti questi aspetti calzano sia  per ciascuno dei protagonisti che per le pieghe e le dinamiche della trama, segnatamente negli sviluppi criminosi di un’indagine che fino all’ultimo riserverà sorprese su sorprese.

Ci sono anche Alma e Jules, in queste pagine,  e vale anche per loro, beninteso.

Nuova la direzione e più ancora la possibilità di  vita di Alma, nuova quella di Jules, in quella ibrida libreria affacciata su un vigneto del Monferrato. (…) Un luogo che pare quasi sospeso nel tempo e nello spazio, in cui regna un odore che ricorda gli empori di una volta, con un retrogusto di mosto, carta, terra calda di sole e caffe. Un profumo che sa di “tana”.

Nuove tante cose, non lasciare che il passato ti dica chi sei, ma lascia che sia parte di chi diventerai,  ma, comunque, insieme. 

«Be’, mi aveva chiesto se mi fosse mai capitato che tutto cambiasse in un respiro. “In un soffio?” avevo replicato io. “No, proprio un respiro” insisteva. “Perché il soffio le spinge via, le cose, mentre il respiro te le porta dentro.” Che a pensarci è vero, e prima non ci avevo mai fatto caso.»

E le pagine di Valeria Corciolani, e solo lei poteva, così,  respirano. 

Fateci caso.

Acquista su Amazon.it: 

Valeria Corciolani


è nata e vive a Chiavari. Laureata all’Accademia di Belle arti di Genova, è scrittrice e illustratrice. Tra i suoi libri ricordiamo Lacrime di coccodrillo (2010), Il morso del ramarro (2014) e la serie della colf e l’ispettore, inaugurata nel 2017 con Acqua passata. Per Rizzoli ha pubblicato Con l’arte e con l’inganno (2021),  Di rosso e di luce (2022), La regina dei colori (2023).