Il collezionista di specchi




Salvatore Niffoi


DETTAGLI:

Editore: La nave di Teseo

Genere: Narrativa

Pagine: 160

Anno edizione: 2024

Sinossi. Sardegna, secondo dopoguerra. Il piccolo Bertinu Muscari ha il terrore degli specchi, ereditato dal nonno che ha sempre evitato di specchiarsi. Soltanto in punto di morte l’uomo chiede al nipote di porgergli uno specchio per la prima e ultima volta, perché “la morte si sconfigge solo guardandola in faccia”. Nonno Boelle, detto Berritta per via del cappello che non si leva mai, lascia così a Bertinu una paura incontrollabile degli specchi, per la quale il ragazzo diventa lo zimbello del paese, impegnato com’è a evitare di incrociare il minimo riflesso del proprio viso. Ci vorranno le arti misteriose di tzia Pasca per fargli scoprire che ogni volta che si specchia può sognarsi diverso, in un’altra vita. Da quel momento Bertinu, che impara il mestiere del cavatore fino a diventare un’artista della pietra, gli specchi li compra, li ruba, li scambia, sperando di trovare quello giusto che gli riveli qualcosa di sé, mentre vive tutte le storie che riesce a immaginare. Con una prosa magica, immersa in una Sardegna senza tempo, “Il collezionista di specchi” è un romanzo toccante, umano come i personaggi che lo animano, tra legami ritrovati, famiglie felici senza saperlo, amori violenti e appassionati, matti, sconfitti, emarginati, assassini, sogni e vendette. Una storia in cui le parole aiutano a ricordare qualcosa che vorrebbe farsi dimenticare.

 Recensione di Gabriele Loddo

Caro Bertinu, tutti dobbiamo morire, ma non dobbiamo avere paura della morte, dobbiamo vivere insieme a lei e rispettarla quanto la vita, così quando arriva la nostra ora ci riconosce, ci tratta bene e ci porta rispetto facendoci morire in maniera decente. Lo specchio non è la morte, è la vita, sono le mille vite rinchiuse dentro di noi che ogni volta si vedono in modo diverso, basta saperle guardare.
Ogni specchio ha la sua storia da raccontare. Tutte le volte che uno si specchia può sognare e immaginarsi diverso, con un’altra faccia e un’altra vita. Bertì, è come girare un film dentro la tua testa. Se ci pensi è anche un bel gioco, il giorno che sei stanco di essere Bertinu Muscari, puoi crederti un attore di cinema, un pilota di aereo, il comandante di una nave. Bello, vero?

Puoi sceglierti le stagioni, gli amici, i paesi, la roba da vestire, il mangiare, tutto puoi scegliere! L’importante però è cambiare sempre lo specchio, non usare mai lo stesso, perché ogni specchio dà un’immagine diversa di noi e dei mondi che dobbiamo inventare.” 

Tzia Pasca Perdiles è una specialista nel suo campo: affranca le persone dal malocchio e dalle faccende di testa rendendole libere.

Le bastano poche parole per sciogliere il piccolo Bertinu, di soli nove anni, dalle paure che lo perseguitano, fantasie e credenze infilate nella sua testa dall’ignoranza popolare, e ridargli la forza per recuperare il tempo perso e riprendere a rincorrere piaceri e speranze.

Da quel momento, Bertinu risorge, indossa mille maschere, conduce mille vite che camminano parallele affiancando l’esistenza reale con le medesime passioni. L’uomo riscopre il senso dell’amore, del dolore, della pietà come emozioni essenziali e irrinunciabili.

Il linguaggio poetico dell’autore, talvolta, si fa crudo e volgare per necessità.

È una scelta obbligata, gli permette di dare anima e carne ai personaggi che di volta in volta si affacciano lungo la narrazione, per delineare l’ambientazione dura di una terra chiusa e difficile, per esaltare la lotta dell’uomo contro la natura e le ipocrisie da lui stesso generate.

Soprattutto, per veicolare un messaggio profondo: il tempo della vita che ci è stato concesso, compreso tra la nascita e la morte, non ha senso se non viene riempito con l’amore e le sue tante sfumature. L’ho apprezzato molto.

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Salvatore Niffoi


Nasce a Orani, piccolo centro della Barbagia nella provincia di Nuoro. Si è laureato in lettere a Roma nel 1976, con una tesi sulla poesia in sardo, i cui relatori erano Carlo Salinari e Tullio de Mauro. È stato insegnante di scuola media fino al 2006. Scrive il suo primo romanzo, Collodoro, nel 1997, edito dalla casa editrice nuorese Solinas. Nel 1999 inizia il sodalizio con la casa editrice Il Maestrale, con la quale ha pubblicato i successivi romanzi: Il viaggio degli inganni (1999), Il postino di Piracherfa (2000), Cristolu (2001), La sesta ora (2003). I romanzi La leggenda di Redenta Tiria, La vedova scalza e Ritorno a Baraule escono presso la casa editrice Adelphi di Milano; Con La vedova scalza che ha vinto il Premio Campiello nel 2006. Niffoi è un esponente della Nuova letteratura sarda. I suoi libri sono stati tradotti in numerose lingue.