Vuoti di memoria




Valerio Varesi


Editore: Mondadori

Genere: Noir

Pagine: 368

Anno edizione: 2024

Sinossi. Sono mesi che Romeo Calandri è stato ucciso – o meglio, giustiziato, considerata la brutalità dell’omicidio. A valle di una rapida indagine, dietro le sbarre è finito Carmelo Musci, killer professionista al soldo della ‘ndrangheta, incriminato anche per il probabile assassinio di Luciano Orsi, socio di Calandri e scomparso lo stesso giorno dell’esecuzione. E invece, per una curiosa, grottesca e vagamente macabra coincidenza, proprio mentre si sta celebrando una messa in suffragio per la sua presunta morte, Orsi ricompare su una barca al largo di Cesenatico. Dove è stato per tutto questo tempo? Perché è su quella barca? È scampato a un omicidio, o è implicato in quello del socio? Soltanto lui può dirlo. Orsi, però, è affetto da amnesia. Per Soneri, che da settimane si interroga sulla memoria e sulla sua fatale inattendibilità, l’indagine diventa non solo uno stimolo a chiedersi quanto di vero c’è nei nostri ricordi – che tutti, involontariamente, manipoliamo -, ma si rivela anche l’occasione per scoprire che la tecnologia può gettare una nuova, sorprendente luce su casi forse archiviati troppo in fretta. Come è successo per l’omicidio di Romeo Calandri, perché più Soneri scava, più emergono incongruenze, molte delle quali riguardano Musci, che forse non è così coinvolto nel delitto come sembrava… Torna finalmente in libreria il commissario Soneri, la creatura letteraria più longeva e amata del maestro del noir italiano Valerio Varesi, tra i pochissimi oggi a saper indagare gli angoli più scuri dell’essere umano e della società in cui vive.

 Recensione di Salvatore Argiolas

Anche l’inossidabile commissario Soneri sente il peso dell’età e ripensando ad un vecchio compagno di scuola si accorge di avere vuoti di memoria.

A ventisei anni dall’esordio letterario avvenuto nel 1998 con “Ultime notizie di una fuga”, Vuoti di memoria”, mette l’amatissimo personaggio creato da Valerio Varesi a riflettere sul valore della memoria e sulla labilità di quella umana confrontata a quella infinita, elettronica, del computer.

Di cos’è fatta la natura dei nostri ricordi?” gli chiede la compagna Angela, “Lo dici tu: di continui adattamenti per farcela sembrare consolante.”

Il caso mette il commissario Soneri ad indagare proprio su un delitto che ha come sospettato un uomo, Luciano Orsi, colpito da amnesia che non ricorda cosa è successo dopo la sua scomparsa e prima del ritrovamento avvenuto in una barca che navigava in Adriatico.

Orsi era sparito proprio il giorno dell’assassinio del suo socio, Romeo Calandri ed è normale pensare che sia implicato nella vicenda anche se, in base alle analisi delle pallottole, in carcere è finito un membro della ‘ndrangheta.

Immediatamente dopo pensò a Orsi che gli sembrava la rappresentazione perfetta di tutto ciò: morto e poi vivo, ammazzato e resuscitato, prima vittima e poi fuggitivo. La realtà si presentava sempre per ciò che era: un groviglio, un abbaglio, un costante equivoco. Juvara gli appariva l’adepto di una nuova fede ingenuamente depositata nei dati custoditi dentro i magazzini della memoria elettronica.

Qui c’è tutto” ribadiva ogni volta che si apprestava a interrogare i tasti. “Almeno la nostra memoria è salva”.

Il groviglio è quello che anche Carlo Emilio Gadda riconosceva come il frutto di convergenze e di evenienze, sia nel “Pasticciaccio brutto de via Merulana” sia in tutta la sua produzione letteraria,

Sosteneva, fra l’altro (Ingravallo), che le inopinate catastrofi non sono mai la conseguenza o l’effetto che dir si voglia d’un unico motivo, d’una causa al singolare: ma sono come un vortice, un punto di depressione ciclonica nella coscienza del mondo, verso cui hanno cospirato tutta una molteplicità di causali convergenti. Diceva anche nodo o groviglio o garbuglio, o gnommero, che alla romana vuol dire gomitolo (…)

«…quacche gliuommero… de sberretà…» diceva, contaminando napolitano, molisano, e italiano.”

E’ un vero gomitolo intricato quello che Soneri deve sbrogliare perché ad ogni passo avanti nell’inchiesta si trova davanti ad un colpo di scena che porta le teorie investigative su piste sempre diverse e anche l’uso del computer, anche se fa chiarezza su certi aspetti, apre di continuo scenari nuovi e sorprendenti.

In tutti i suoi romanzi Valerio Varesi agisce su diversi piani di lettura e oltre alla trama poliziesca che mira a conoscere il colpevole di un misfatto, c’è anche il filo rosso che porta un’accurata riflessione sul mondo contemporaneo sia dal punto sociale e sia secondo l’aspetto più profondo che attiene alla definizione di verità e di ambiguità esplorando l’inattendibilità della memoria umana.

E’ allora che dai ricordi emerge il negativo che avevamo rimosso. La memoria è paradiso e infermo, muove la benevolenza e la malvagità con sorprendentemente leggerezza.”

Viviamo portandoci dentro un mucchio di convenzioni sballate e ci costruiamo sopra i nostri giudizi.” Non fare il tragico!” esorto lei. “Ogni giorno aggiungiamo uno strato di ricordi e mica sono impermeabili. La tinta dell’uno macchia quello sotto e quello sotto impregna chi sta sopra. Per quello hai sbagliato il colore della mia giacca” terminò dando un buffetto sulla spalla del compagno.

Ogni ricordo modifica il nostro comportamento.”

E’ comunque Parma uno degli oggetti d’indagine di Valerio Varesi e di Soneri, instancabile flâneur che percorre la città emiliana in tutti i suoi angoli e scorci, ammirandoli e utilizzandoli come punto di meditazione: “ Parma evaporava con lentezza dal suo selciato e dai suoi marmi, circonfusa d’acqua morbida e fluttuante che le conferiva un aspetto fradicio e mollemente sensuale.”

La nebbia che circonda, affonda, abbraccia e confonde Parma è reale ma anche metaforicamente significativa della foschia ingannatrice, responsabile dei fraintendimenti e degli equivoci tanto frequenti quanto dannosi che permeano la nostra vita.

Nel tempo, con i suoi romanzi, attraverso il commissario Soneri, Valerio Varesi ha scolpito una sua personale “commedia umana” che riflette con nettezza sia il cambiamento sociale avvenuto in questo lasso di tempo e sia lo smarrimento di un’umanità che ha perso tanti punti di riferimento e che fissa con smarrimento il vuoto, di memoria e di valori.

Vuoto di senso, senso di vuoto”, cantava Franco Battiato in uno dei suoi ultimi lavori, e Soneri avanza nelle sue indagini con questo sentimento intimo, frutto di disillusione e di una ormai perduta fiducia nei suoi simili e nelle istituzioni.

Vuoti di memoria” non è solo un giallo vigoroso e convincente ma anche una lente per comprendere la vita contemporanea.

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Valerio Varesi


(Torino, 1959) vive in provincia di Parma e ha lavorato alla redazione bolognese della “Repubblica”. È autore di sedici romanzi noir con protagonista il commissario Soneri, interpretato da Luca Barbareschi nelle quattordici puntate televisive della serie Nebbie e delitti andata in onda su Rai2. Autore eclettico, ha scritto inoltre romanzi storico-politici. È tradotto in Francia, Gran Bretagna, Spagna, Germania, Olanda, Turchia, Polonia e Romania.