Tutta brava gente




Ashley Flowers


Traduttore: Salvatore Serù

Editore: Baldini+Castoldi

Genere: Thriller

Pagine: 416

Anno edizione: 2024

Sinossi. Tutti a Wakarusa, in Indiana, si ricordano del tragico caso di January Jacobs, la bimba di soli sei anni scomparsa una notte e ritrovata morta in un fosso qualche ora dopo. E Margot Davies non è da meno: lei, che aveva la stessa età e abitava nella casa di fronte, quella notte non l’ha mai dimenticata, anche perché January era la sua migliore amica. Ora, dopo molti anni, Margot è diventata una brava giornalista e anche se la vita l’ha portata lontano, è sempre tormentata dal ricordo dell’amica e dal pensiero che avrebbe potuto esserci lei al suo posto. Ma quando ritorna a Wakarusa – la solita cittadina di provincia, pettegola e soffocante – il passato la investe con tutta la sua prepotenza: un’altra bambina è stata uccisa in circostanze simili a quelle di January. Margot decide quindi di indagare. Ripercorre piste già battute in passato, raccoglie indizi e formula ipotesi, decisa a trovare il filo comune di quelle due storie, l’elemento mancante che potrebbe finalmente assicurare alla giustizia il colpevole. Nessuno le dà retta però. Anzi, tutti in città sembrano avere un segreto da custodire. E più Margot indaga, più resistenza incontra, e il mistero attorno a January si infittisce sempre di più. Cosa le costerà scoprire la verità? Trascinante e imprevisto, con colpi di scena travolgenti, “Tutta brava gente” è un romanzo percorso da una domanda ineluttabile e affascinante: di cosa sono capaci le persone quando nessuno le vede? 

 Recensione di Renata Enzo

Se cercate in internet, scoprirete che Wakarusa esiste davvero. È una piccola cittadina dell’Indiana che, stando alle statistiche, nel 2020 contava 1.998 abitanti. Nei piccoli centri, si sa, si può fare di tutto, l’importante è che gli altri non lo sappiano.

Ed è proprio con questa riflessione che inizia il romanzo Tutta brava gente, un thriller avvincente che ha il potere di tenere il lettore con il fiato sospeso fino alla fine.

Le prime pagine inquadrano la scena di un delitto del passato; una scritta infamante campeggia sulle pareti della casa di Krissy Jacobs, tracciata con la vernice spray da uno sconosciuto: ma tutto ciò che lei è in grado di pensare in quel momento è:

Che cosa diranno i vicini?”.

Ancora pochi minuti e Krissy scoprirà che sua figlia January è sparita e, nel giro di poche ore, saprà che è stata uccisa. È il 1994. Nel capitolo successivo, ci troviamo nel 2019, dove incontriamo Margot, giovane giornalista che, in quel lontano 1994, era l’amica d’infanzia della piccola January. Margot è ritornata dopo qualche anno a Wakarusa, per assistere lo zio Luke alle prese con una precoce demenza senile.

Proprio al suo ritorno, a pochi chilometri da Wakarusa, un’altra bambina viene rapita. Margot è convinta che i due delitti siano collegati e tenta in ogni modo di dimostrarlo, a costo di perdere il lavoro.

Il personaggio della giornalista detective è ormai un classico del genere thriller, ma l’autrice riesce a disegnare con particolare delicatezza il personaggio di Margot, divisa tra l’urgenza dell’indagine e le responsabilità familiari, verso uno zio ogni giorno più bisognoso di aiuto.

Margot è una giovane donna che ha subito il grave trauma infantile della morte di un’amica, ma che dimostra di saper affrontare le difficoltà che la sua professione e la sua famiglia richiedono. Le sue fragilità si trasformano in coraggio e determinazione.

Accanto a lei, spiccano i personaggi dello zio Luke e di Billy, il padre di January, indagati realisticamente nel loro confrontarsi con il declino psicofisico; simpatici i personaggi secondari che contribuiscono a delineare i tratti della comunità di Wakarusa, come quello di Linda, la barista, che conosce tutti i pettegolezzi del paese: e a Wakarusa, tutti hanno qualcosa da nascondere. 

Peccato che alcuni dei personaggi, come quello di Pete, l’amico poliziotto, rimangano un  po’ troppo abbozzati, facendoci sperare in un sequel in cui possano trovare uno spazio maggiore. 

La scrittura è agile, il ritmo e la tensione sempre alti, l’ambientazione nella provincia americana è perfetta. Il finale è sorprendente e lascia pensare che incontreremo ancora, in un nuovo romanzo, la giovane e abile giornalista. Forse il mondo del thriller ha una nuova protagonista e il suo nome è Margot Davies.  

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Ashley Flowers


è nata e cresciuta in Indiana, dove vive con il marito, la figlia e il loro amato cane, Chuck. È la fondatrice nonché amministratore delegato di audiochuck, pluripremiata società indipendente di produzione di media e podcast, che si occupa spesso di true crime, thriller e documentari ed è nota per i suoi contenuti di spicco. Conduce e produce diversi programmi di audiochuck, tra cui il podcast Crime Junkie, il più apprezzato. Ha inoltre dato vita a un’associazione no-profit che si dedica al sostegno alla tutela legale.

A cura di Renata Enzo

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