di Marina Visentin
Editore: Laurana
Genere: Thriller
Pagine: 288
Anno edizione: 2024
Sinossi. La vita di Gemma è un quadro armonioso dentro una cornice elegante. Gestisce una galleria d’arte nel centro di Milano, ha una vivace vita sociale, un fidanzato artista che vive sul lago Maggiore. Ma un giorno l’equilibrio si incrina, l’ordine svela il caos. Uno sconosciuto si insinua nell’esistenza di Gemma, comincia a pedinarla, a interrogare vicini e conoscenti. Dopo giorni di terrore, Gemma scopre che gli strani eventi che l’hanno così spaventata erano dovuti a uno scambio di persona. Ma i bizzarri e imprevedibili ingranaggi del caso e del destino si sono messi in moto, e niente potrà essere più come prima. Perché Gemma custodisce un segreto che ogni notte si vendica dell’oblio cui è stato condannato tornando come un incubo che porta il nome di Aurora.
Recensione di Giusy Ranzini
“Aurora” di Marina Visentin è un romanzo che si muove lungo il filo sottile che separa l’ordine e il caos, la realtà e l’incubo. Protagonista della storia è Gemma, una donna apparentemente realizzata, con una vita che sembra un quadro perfettamente dipinto: una galleria d’arte nel cuore pulsante di Milano, un fidanzato che vive in una cornice idilliaca sulle rive del Lago Maggiore, una rete sociale ricca e vivace.
Tuttavia, come spesso accade nei romanzi più intriganti, l’apparente perfezione nasconde una complessità oscura che, a poco a poco, si svela.
Marina Visentin è abile nell’intrecciare una trama che inizialmente si presenta come un giallo psicologico: Gemma è pedinata da uno sconosciuto, un uomo misterioso che inizia a seguirla, interrogare i suoi vicini e scavare nella sua vita.
Questo crescendo di tensione e angoscia è costruito con maestria, e il lettore si trova coinvolto nelle stesse paure della protagonista, condividendo la sua ansia e il suo crescente senso di vulnerabilità. Visentini riesce a catturare la psicologia della paura in modo realistico e palpabile, conducendo il lettore in un viaggio di suspense che si intensifica pagina dopo pagina.
La svolta della trama, che rivela che tutto ciò è dovuto a uno scambio di persona, potrebbe sembrare un sollievo momentaneo, ma qui sta la vera abilità della scrittrice: invece di chiudere la tensione con una spiegazione razionale, la storia prende una piega ancora più inquietante.
Questo è il momento in cui il romanzo si allontana dal giallo e diventa una riflessione profonda sui meccanismi del caso e del destino. Lo scambio di persona non è una conclusione, bensì l’inizio di un’inesorabile discesa nella psiche di Gemma, e di conseguenza del lettore.
L’elemento più intrigante della narrazione è il segreto che Gemma porta dentro di sé: un trauma, un’ombra del passato che, come un fantasma, torna a perseguitarla sotto forma di incubi notturni.
E qui entra in gioco Aurora, che non è solo un nome, ma la personificazione del tormento che il subconscio di Gemma ha sepolto e che ora reclama vendetta. Questo stratagemma narrativo dà al romanzo una profondità psicologica che va oltre la trama esteriore, suggerendo che i veri conflitti non sono quelli visibili, ma quelli che si agitano nell’anima dei personaggi.
“Aurora” è dunque un libro che parla di come i traumi del passato, se non affrontati, possano ritorcersi contro di noi in forme inaspettate e devastanti. L’autrice esplora temi come la colpa, la memoria e l’identità, mettendo in luce quanto possa essere fragile la nostra percezione della realtà e quanto sia facile perdersi nei labirinti della propria mente.
Aurora, in questo senso, non è solo un nome, ma un simbolo, l’incarnazione di tutto ciò che Gemma ha cercato di dimenticare, ma che continua a vivere in lei, come un riflesso oscuro che non può essere ignorato.
Lo stile è elegante, ricco di dettagli evocativi che dipingono con precisione sia l’ambiente in cui Gemma si muove, sia le atmosfere più oniriche e inquietanti degli incubi che la tormentano.
La narrazione si sviluppa in modo fluido, con un ritmo che alterna momenti di alta tensione a pause riflessive, creando un equilibrio perfetto tra azione e introspezione. Ogni personaggio, anche quelli secondari, è delineato con cura, contribuendo a costruire un mondo narrativo credibile e complesso.
Un romanzo che esplora la paura in tutte le sue forme: la paura del passato, la paura dell’ignoto, e soprattutto la paura di scoprire verità che avremmo preferito restassero sepolte.
Un romanzo che lascia il segno, che costringe a riflettere su come il destino possa giocare con le nostre vite, trasformando ogni sicurezza in una fragile illusione.
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Marina Visentin
è nata a Novara, da oltre trent’anni vive e lavora a Milano. Giornalista e traduttrice, una laurea in filosofia e un passato da copy-writer, ha collaborato con varie testate scrivendo di cinema. Ha pubblicato saggi sulla storia del cinema, libri di filosofia (Filosofia – Finalmente ho capito!, Vallardi, 2007), romanzi gialli e noir (Biancaneve, Todaro Editore, 2010; La donna nella pioggia, Piemme, 2017; Cuore di rabbia, Sem, 2021, Gli occhi della notte, Sem, 2023), il divertissement filosofico Raffasofia (Libreria Pienogiorno, 2021).