La sognatrice di Ostenda




Eric-Emmanuel Schmitt


Traduttore: Alberto Bracci Testasecca

Editore: Edizioni E/O

Genere: Narrativa

Pagine: 224

Anno edizione: 2024


Sinossi. Un uomo si reca a Ostenda, remota e suggestiva città sul Mare del Nord, per guarire da una delusione d’amore. Lì affitta una camera da Emma Van A., solitaria ed eccentrica ottuagenaria che gli racconta l’incredibile storia della sua vita, un intreccio romanzesco dove amore passionale ed erotismo barocco si sovrappongono in uno scenario da favola. Ma chi è Anna Van A., la regina dell’inganno o una donna unica, preziosa, profondissima? A Gabrielle, piacente e benestante cinquantenne, è caduto il velo dagli occhi: dopo aver pensato per venticinque anni di aver sposato l’uomo migliore del mondo, ora ha capito chi è. Così decide di ucciderlo e si organizza per far sembrare l’omicidio un incidente. Ma non sempre la verità vera è quella che ci raccontiamo… Ogni giorno da quindici anni, con in mano un mazzo di fiori arancioni, la signora Steinmetz aspetta qualcuno al binario tre della stazione di Zurigo. Pura follia o c’è una storia dietro? Amore o tragedia? Forse poesia… Racconti, magistralmente scritti, in cui si intersecano amore, ironia, avventura, suspense e tenerezza. Storie in cui Eric-Emmanuel Schmitt, scrittore filosofo, fa vedere come le cose che ci accadono nella vita siano spesso e volentieri determinate dall’immaginazione, quasi che la trama dell’esistenza sia fatta in realtà di sogno.

 Recensione di Loredana Gasparri


Una parata. Una magnifica parata. È l’immagine che mi è venuta in mente appena chiuso il libro.

I racconti sfilano come se fossimo a Carnevale: ciascuno di loro è una rappresentazione di vita umana, colorata e ricca di emozioni, in gamma ricchissima. Se non ci lasciamo distrarre dai coriandoli, dalla musica forte e dai luccichii, riusciamo a ricevere un messaggio importante. Anche più di uno.

Uno è: non lasciarsi distrarre e inscatolare dalla propria tendenza al giudizio. Il protagonista del primo racconto, quello che dà il titolo al libro, si trova ad ascoltare le mirabolanti peripezie amorose del suo contraltare femminile, un’ottuagenaria malata e dai modi impeccabili. La nipote che se ne prende cura non manca di sottolineare quanto la vita della povera zia sia stata vuota e piatta, priva com’era di marito e figli, pur avendo casa e ricchezze.

Ma la signora Anna ha un’altra storia da raccontare di sé, fatta di passione, amore e rimpianto, a tal punto che non sfigurerebbe in teatro, o in un film, magari del tipo Vietato ai minori di 14 anni (sempre che esista ancora). Sarà vero quello che dice? Oppure è solo una sognatrice piena di rimpianto per le occasioni lasciate tutte andare? L’ospite si pronuncia per quest’ultima ipotesi. E il finale… lo leggerete.

Una variante del messaggio di prima: non lasciarsi distrarre e ingabbiare e manipolare dalle false amiche. E dalla frustrazione altrui. Gabrielle, nel secondo racconto, è una donna piena di amarezza. Ha cinquant’anni, è ancora bella, ha ricchezza e una bella casa, una bellissima attività con il marito Gabriel, bellissimo e universalmente desiderato anche lui, che però si dice irrimediabilmente innamorato di sua moglie.

Un’indigestione di bellezza per la nostra Gabrielle, e una vita che sembra essere d’oro puro in ogni risvolto. Eppure… ha scoperto da poco che quell’oro non è così zecchino. E il suo bel marito non è lo specchio di virtù e il modello dei mariti fedeli che credeva.

Le diventa così odioso nel giro di pochissimo, che mette a punto un delitto praticamente perfetto per sbarazzarsene. E una volta alleggerita dell’infame, la sua vita dovrebbe scorrere pacifica e piena, libera e lei dovrebbe sentirsi risarcita e vendicata. Però… oh, Gabrielle. Eri così sicura e convinta. Fino alla fine. 

Sono sicura che ciascuno troverà in questi racconti un messaggio personalizzato per la sua vita. Sotto l’estrema godibilità dello stile e della traduzione sontuosa, l’evocazione e la descrizione dei mille sentimenti e delle mille emozioni umane, l’autore ci fa arrivare le sue riflessioni, senza giudizio. È un pittore-scrittore obiettivo, che si mette a lato del foglio e del palcoscenico e non giudica, ma lascia a noi lettori tutta l’incombenza di assistere, osservare, trarre le nostre conclusioni e rimanere sorpresi, un po’ tristi e raddolciti.

Lo consiglio vivamente perché è un regalo alla nostra intelligenza, al nostro desiderio di ascoltare e leggere storie avvincenti, ed è nutrimento per la nostra anima.

Acquista su Amazon.it: 

Eric-Emmanuel Schmitt


Drammaturgo, romanziere, autore di racconti, saggista, regista, tradotto in 48 lingue, Eric-Emmanuel Schmitt, membro dell’Académie Goncourt dal 2016, è uno degli autori più letti e rappresentati al mondo. Le Edizioni E/O hanno pubblicato Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano, Odette Toulemonde e Piccoli crimini coniugali, da cui sono stati tratti dei film, Oscar e la dama rosa, Il figlio di Noè, Milarepa, La parte dell’altro, La mia storia con Mozart, Quando ero un’opera d’arte, La rivale. Un racconto su Maria Callas, La sognatrice di Ostenda, Il visitatore, Il lottatore di sumo che non diventava grosso, Ulisse da Baghdad, La scuola degli egoisti, Concerto in memoria di un angelo, per il quale ha ricevuto il prestigioso premio Goncourt per il racconto, Quando penso che Beethoven è morto mentre tanti cretini ancora vivono…, La donna allo specchio, I dieci figli che la signora Ming non ha mai avuto, L’amore invisibile, La giostra del piacere, Elisir d’amore, Veleno d’amore, La notte di fuoco, La vendetta del perdono, Félix e la fonte invisibile, Madame Pylinska e il segreto di Chopin, Diario di un amore perduto, Paradisi perduti, L’uomo che guardava attraverso i volti e, in coedizione con LEV, La sfida di Gerusalemme e Il Vangelo secondo Pilato.