C’ero una volta




Le molte vite di Antonino Belnome

il calciatore padrino


Autore: Cristiano Barbarossa, Fulvio Benelli

Editore: Fandango libri

Genere: narrativa di stampo giornalistico

Pagine: 192

Anno edizione: 2025


Sinossi. C’ero una volta” raccoglie le confessioni del pentito Antonino Belnome che entra nel dettaglio del sistema malavitoso: i rapporti tra Calabria e Lombardia, i legami con gli apparati deviati delle istituzioni, gli omicidi, le estorsioni, il ruolo dei direttori di banca, quello delle donne, i codici d’onore, i riti, la politica, i preti, i soldi, la violenza.

 Recensione di Salvatore Gusinu


La semplicità della scrittura di “C’ero una voltami ha conquistato sin da subito. Mi capita spesso di leggere libri, soprattutto scritti da giornalisti, dove, più che la storia raccontata, a farla da padrone sono tecnicismi giuridici e di inchiesta; in questo specifico caso, invece, la scrittura è a servizio del racconto, rendendo la vicenda narrata accessibile a tutti.

La storia  narrata dai due giornalisti, Cristiano Barbarossa e Fulvio Benelli, è quella di Antonino Belnome, ex padrino (in quanto pentito) ‘ndrangheta; gli autori hanno deciso di affidare proprio a Belnome il racconto della sua esistenza attraverso l’uso della prima persona. Come in un diario, tra le pagine del libro leggiamo la narrazione delle tappe più importanti della sua esistenza: l’infanzia, la passione per il calcio (tale da farlo diventare un calciatore professionista), la sua famiglia, gli incontri che lo hanno, poi, portato a delinquere, sino ad arrivare al pentimento.

Nelle parole che compongono le pagine di questo libro non troviamo, da parte del protagonista, nessuna richiesta né di comprensione (anche perché Belnome è assolutamente convinto e cosciente del suo passato e del suo essere colpevole) né di compassione o compatimento; ciò che ho potuto carpire, invece, è più la sua voglia (e a tratti anche il dovere morale) di raccontare e raccontarsi senza alcun filtro; Belnome ci apre la porta principale che conduce alle stanze, quelle più nascoste, della sua vita (da quelle più belle a quelle che riguardano i peggiori crimini da lui compiuti); lo fa in maniera lineare, semplice e diretta.

Altrettanto limpido e chiaro è il racconto che fa della ’ndrangheta, l’organizzazione criminale e malavitosa la cui linfa proviene anche da comparti della società che, invece, dovrebbero garantire il rispetto delle leggi; un’organizzazione che, purtroppo, sta a spasso con i tempi, che si addentra nella politica e nella finanza senza alcun problema.

C’ero una volta non poteva che essere il titolo più azzeccato: il protagonista vuole ribadire il suo essere “altro” rispetto a ciò che era prima. Questo suo essere un’altra persona oggi gli fa prendere le distanze sia dai crimini che ha compiuto nel passato, sia dalla sua esistenza antecedente all’ affiliazione all’organizzazione criminale: quel bambino e quel giovane adulto la cui passione era il calcio, ora non c’è più! Quella persona è stata completamente distrutta da tutte le scelte sbagliate compiute dopo.

“C’ero una volta”, come ho detto sopra, è un libro adatto a tutti, anche (e soprattutto) ai ragazzi delle scuole superiori; un libro di facile lettura per tutti coloro che vorrebbero comprendere qualcosa in più su quel mondo che è circondato da aloni di mistero, da omertà, da distruzione e morte.

Voglio concludere dicendo che scrivere libri “accessibili a tutti”, soprattutto trattando argomenti delicati come questi, è pregio di pochi scrittori. Cristiano Barbarossa e Fulvio Benelli hanno tale pregio

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Cristiano Barbarossa, Fulvio Benelli


Cristiano Barbarossa, scrittore, autore, regista e sceneggiatore votato al giornalismo ha vinto il Premio Speciale Giornalistico “Ilaria Alpi”, il Premio Speciale Flaiano, il Roma Fiction Fest e il Premio del Pubblico al “Castellinaria” Festival del Cinema Giovane (Svizzera). Ha ideato, scritto e diretto con Fulvio Benelli Tutta la verità, una serie di film documentari sui più famosi casi di giudiziaria, come la strage di Erba, il delitto di Avetrana, il giallo di Marco Pantani, il Mostro di Firenze e il delitto di Garlasco. È co-ideatore del programma Sirene sulle indagini delle Forze dell’Ordine sulle varie mafie, dalla ’ndrangheta alla camorra sino alle organizzazioni criminali estere. Ha realizzato numerosi film documentari su temi sociali e in zone di conflitto, dall’Iraq al Venezuela sino ai baby sicari colombiani.

Fulvio Benelli, scrittore, regista, poeta, sceneggiatore e giornalista. Ha vinto, insieme a Barbarossa, il Premio “International Police Award” per l’impegno nel racconto delle mafie. Ha lavorato come inviato e opinionista per Uno Mattina di Rai1. Per In Onda di LA7 ha seguito la cronaca degli attentati terroristici a Barcellona. Per Servizio Pubblico, ha curato un documentario sulla morte dell’ispettore Raciti; per Al Jazeera International un’inchiesta sull’uccisione di Nicola Calipari in Iraq. È stato in Siria per raccontare la vicenda umana e spirituale di padre Dall’Oglio. Ha pubblicato un reportage in versi sull’India dal titolo Il fuoco, le febbri. È curatore del soggetto del film tv L’infiltrato – Operazione clinica degli orrori, realizzato con Barbarossa, uno dei più eclatanti casi di malasanità in Italia. Ha scritto per Il Messaggero, Il Foglio, il Fatto Quotidiano. Fa anche radio, con programmi d’attualità e politica per Radio Vaticana, Radio 24 e Isoradio.