Matteo Strukul
Editore: Newton Compton
Genere: Thriller/Horror
Pagine: 256
Anno edizione: 2025
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Sinossi. Una leggenda che si scaglia come una maledizione e delle strane morti che potrebbero celare una mano diversa da quella umana…Gennaio 1995. A Rauch, minuscolo paese della Val Ghiaccia, gola sperduta in una delle più remote lande delle Alpi Venete, quasi al confine con il Friuli, viene ritrovato il cadavere della giovane insegnante Nicla Rossi. Il volto, escoriato, è stato privato degli occhi, come se qualcuno glieli avesse strappati. La polizia di Belluno incarica l’ispettrice Zoe Tormen e il medico legale Alvise Stella di recarsi sul luogo, poiché le dinamiche dell’omicidio fanno pensare a un potenziale serial killer. I due non potrebbero essere più diversi: Zoe ha trent’anni, è figlia della montagna e sembra uscita dalla copertina di un disco di musica grunge; Alvise, invece, è un uomo di città, ama i completi, la musica classica e gli scacchi. Anche se i loro mondi sembrano destinati a collidere, dovranno unire le forze, perché nella morte di Nicla niente è come sembra. A Rauch si annida un male profondo che neanche la neve è riuscita a spazzare via; un male che affonda le sue radici nella sete di giustizia e in un’antica leggenda. Il passato è diventato presente e forse non è un caso che proprio Zoe sia giunta a Rauch…
Recensione di Marco Lambertini
Cosa sta succedendo in Val Ghiaccia ai confini di Veneto e Friuli? La morte violenta della professoressa Nicola Rossi scuote il piccolo paese sperduto in una valle a nord est di Belluno.
La ragazza è stata uccisa e poi gli occhi sono stati asportati, inoltre anche i corvi ne hanno fatto scempio.
Per fare luce sull’accaduto arrivano da Belluno l’ispettrice Zoe Tormen e il medico legale Alvise Stella. Zoe, figlia di quelle terre di montagna ed esperta alpinista è tutto il contrario di Alvise uomo di città che pare a disagio in quel piccolo paese.
Attorno a loro conosciamo gli altri personaggi, soprattutto Marco Donandon e la sua famiglia il padre Riccardo, che ha portato la piccola azienda di distillati del padre ad essere un gioiello non solo del luogo, e la madre Anna, bellissima ragazza prima e mamma poi, ma insicura e impaurita sempre più non riesce ad avere un buon rapporto con Marco.
Il ragazzo in qualche modo diventa uno dei motori principali della storia, grazie al suo innato istinto e all’amore che prova per gli animali, i corvi in particolare quando ne trova un piccolo tramortito in giardino.
In breve l’indagine di Zoe diventa un mistero molto più fitto di quel che sembra, infatti, durante una bufera di neve e vento, i corvi sembrano diventare i veri colpevoli.
«Qualcuno ha sorpreso nel bosco la povera Nicla Rossi. E, in un modo o nell’altro, l’ha spaventata a morte. Al punto che lei è caduta, slogandosi una caviglia. Ha cercato di mettersi in salvo ma, con la gamba destra in quelle condizioni, l’assassino l’ha raggiunta facilmente. Ha fatto di lei ciò che ha voluto e, probabilmente con un coltello da caccia, le ha cavato gli occhi e l’ha uccisa. Poi l’ha lasciata lì e, prima che venisse trovata, i corvi hanno scempiato il suo corpo».
«Se le cose stessero così, allora svilupperei il ragionamento. L’assassino, chiunque egli sia, sembra conoscere molto bene questi uccelli. Pare quasi che voglia uccidere insieme a loro, dal momento che, con capacità quasi mimetiche, devasta le sue vittime, privandole degli occhi proprio come farebbero i corvi».
Ecco che da qui in poi il libro vira da thriller a mistery horror, mischiando elementi letterari, Daphne De Maurier e il racconto “Uccelli” e fumettisti, Dan O’Barr e i racconti “Il Corvo”, entrambi poi diventati ancora più famosi grazie ai film di Hitchcock e al cult The Crow.
L’aura di mistero e paure ancestrali aumentano di pagina in pagina anche e soprattutto grazie ai luoghi del racconto, le impervie Valli e montagne che fanno da confine tra Veneto e Friuli, zone bellissime ma meno conosciute delle più famose Dolomiti bellunesi. Ecco che i luoghi assumono poi un’importanza ancora maggiore per Zoe, quando l’anziana Rauna, locandiera del paese le parla di una antica leggenda, di una ragazza bruciata come strega insieme ai corvi che non avevano indicato la sua colpa; possibile, si domanda Zoe, che sia tutto vero e che i Corvi siano tornati per reclamare giustizia.
«So che vuoi scoprire chi ha fatto del male a Nicla. E so che intendi riuscirci al più presto. Hai paura che possa accadere ancora. E hai ragione. Anch’io ce l’ho. Ma la paura ha forgiato questo luogo e vive in esso: nel legno, strappato al bosco impervio, nei coppi dei tetti, tempestati dalle tormente di neve, nelle vie frustate dal vento, nelle pietre che abbiamo trascinato sulle schiene, nel cibo rubato alle fauci dei lupi. La paura è ovunque ed è la nostra benedizione. Senza di essa non saremmo ciò che siamo, e ciò che siamo, in un modo o nell’altro, ci rende fieri. Perché siamo sopravvissuti e perché non abbiamo cambiato la terra, ci siamo adattati a essa,con tutto il rispetto e la paura necessari. Ora, qualcosa o qualcuno ci sta ricordando che non sempre è stato così, e forse vuole che teniamo a memoria le nostre mancanze».”
La vecchia Rauna è un altro personaggio centrale, rappresenta il legame che esiste tra i luoghi e le persone che vi abitano e che permettono alle comunità di mantenere la propria identità. Sarà proprio lei a dare a Zoe la forza per poter porre fine all’incubo che piano piano colpisce Rauch il paese della Val Ghiaccia e i suoi abitanti, in particolare la Famiglia Donadon.
“Le montagne aguzze e dalle cime candide di neve restarono a guardare. Fra crepacci e anfratti conservavano la memoria di quanto avvenuto molto tempo prima. Quei picchi non avevano dimenticato la ferita perpetrata dagli uomini in un passato ormai lontano, anzi, ne erano stati testimoni e come tali avevano conservato le cicatrici.
Un giorno, però, il castigo sarebbe finito. Poiché qualcuno, uno spirito inquieto, una donna in grado di cogliere le lacrime di una madre innocente e di ascoltare le grida di sette corvi traditi, avrebbe stretto un nuovo patto con le montagne, spezzando la maledizione e tramutandola in leggenda.”
Zoe Tormen è quindi la protagonista del libro, una giovane tormentata dal suo passato e dalla perdita del padre, in lei sono presenti sia gli aspetti razionali che quelli esoterici e sarà proprio il suo carattere a darle la forza di arrivare alla conclusione in un crescendo di ritmo e di paura che tengono noi lettori incollati alle pagine.
Matteo Strukul si conferma autore di ottime storie gotiche e trova i luoghi migliori per dare ancora più forza alle paure che le antiche leggende possono ancora dare. Infine, e credo sia un complimento, ho ritrovato molto di Stephen King, maestro inarrivabile, soprattutto nella sostanza e nella forza di tutti i personaggi dai principali ai secondari, oltre all’improvviso cambio di marcia nel racconto che lo fa diventare originale e inedito, s nella narrativa italiana.
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Matteo Strukul
È nato a Padova nel 1973. È laureato in Giurisprudenza, dottore di ricerca in Diritto europeo e già membro della Historical Novel Society. Le sue opere sono in corso di pubblicazione in quaranta Paesi e opzionate per il cinema. Per la Newton Compton ha esordito con la saga sui Medici, che comprende Una dinastia al potere (vincitore del Premio Bancarella 2017), Un uomo al potere, Una regina al potere e Decadenza di una famiglia. Successivamente ha pubblicato Inquisizione Michelangelo, Le sette dinastie, La corona del potere, Dante enigma, Il cimitero di Venezia, Il ponte dei delitti di Venezia, Tre insoliti delitti, La cripta di Venezia e I sette corvi.