Recensione di Giusy Ranzini
Autore: Luca Poldelmengo
Editore: e/o
Pagine: 192
Genere: Thriller
Anno Pubblicazione: 2016
Bene e male sono i pregiudizi di Dio, disse il serpente. (Friedrich Nietzsche).
Il romanzo è ambientato nella provincia romana, in una stazione di polizia che si trova tra il Grande Raccordo Anulare e la città di Tivoli. La vicenda ruota intorno all’omicidio di Margherita, moglie e madre, strangolata e seviziata.
Si occupano delle indagini il commissario Andrea Valente, l’ispettore Marco Alfieri e il commissario Francesca Ralli. Andrea ha subito l’abbandono della moglie Alice e divide la sua esistenza con la suocera e il figlio di cinque anni; è un poliziotto integerrimo con un profondo senso della legalità. Marco, invece, è un uomo vizioso, un raccomandato, figlio di un ex vice capo di polizia.
Francesca è una poliziotta determinata, una donna forte e di carattere ma, questo suo modo di apparire, serve solo a mascherare una debolezza mai risolta: l’amore che nutre verso Andrea.
Tre punti di vista diversi sulla stessa indagine a cui si aggiunge il contributo morboso dei media, soprattutto di quelle trasmissioni che fanno leva sulla curiosità della gente distorcendo immagini e situazioni, anticipando e guidando il corso della giustizia.
Trama, personaggi e territorio sono tratteggiati con efficacia e maestria.
L’autore descrive il contesto in modo particolareggiato e puntiglioso. Come nella migliore tradizione dei grandi maestri, usa i meccanismi dell’indagine per affrontare altri temi: gli aspetti controversi della giustizia e della morale, la crisi d’identità dell’uomo e della società spesso ambigua ed immorale.
I Pregiudizi di Dio si identificano con il bene e il male, presenti in ogni persona, in ogni situazione e in ogni scelta. Poldelmengo gioca molto sulla linea di confine tra questi due sentimenti. Il bene e il male, sono sentimenti contrastanti, ma talmente forti che basta poco perché l’uno sfoci nell’altro; questo conflitto è inserito in un virtuoso intreccio narrativo dove lascia spazio al lettore per la riflessione personale.
Riflessione riguardo al contesto in cui viviamo, dove troviamo una predominanza della società virtuale sulla società reale, dove le persone si nutrono di fibre ottiche, anziché di sentimenti.
All’autore non sfugge l’importanza dei social networks e le loro implicazioni in un mondo asettico, nato da un nuovo caos dove fa da padrona la rete e dove il volere apparire è più importante dell’essere.
L’autore, mentre srotola la storia come una matassa, fotografa la realtà socio-politica del nostro paese, come si addice allo stile Sabot/age.
Luca Poldelmengo
Luca Poldelmengo è nato a Roma nel 1973. Alla sua attività di sceneggiatore dal 2009 affianca quella di scrittore, esordendo con il noir Odia il prossimo tuo (Kowalski), tradotto anche in Francia, finalista al premio Azzeccagarbugli e vincitore del premio Crovi come migliore opera prima. Nel 2012 pubblica L’uomo nero (Piemme), finalista al premio Scerbanenco. Nel 2014 pubblica Nel posto sbagliato per le Edizioni E/O, anch’esso finalista al Premio Scerbanenco.
Acquista su Amazon.it: