Ludus in fabula




Recensione di Francesca Mogavero


Autore: Danila Comastri Montanari

Editore: Mondadori

Pagine: 262

Genere: Giallo storico

Anno di pubblicazione: 2017

Sinossi. È appena sorta l’alba quando Pomponia si precipita alla statua di Cornelia nel Portico di Ottavia alla ricerca dell’ultimo indizio della caccia al tesoro che sta appassionando l’intera città di Roma. Ma stavolta ad attenderla non c’è un indovinello o un disegno misterioso, bensì un indizio orribilmente macabro, davanti al quale la brava matrona stramazza al suolo. Poco dopo corre a bussare alla porta del suo migliore amico, il senatore Publio Aurelio Stazio, per chiedergli aiuto. Intanto un’umanità varia e composita si sta scatenando dietro agli indizi: un ragazzo acuto ma pasticcione, un noto campione di trigono, una donna affascinante dal carattere impossibile, i giovinastri della banda di quartiere che imperversa alla Suburra, un ambiguo segnapunti, tre popolane in cerca della maniera per sbarcare il lunario e uno strano forestiero che assomiglia in modo impressionante al senatore. Ma mentre Aurelio si dedica a far luce sugli enigmi – spalleggiato da valenti collaboratori quali l’astuto liberto Castore, il fido amministratore Paride e l’anatomopatologo Ipparco, precursore dei moderni medici legali – lo sconosciuto ideatore della caccia al tesoro alza la posta e comincia a lasciare come traccia i cadaveri delle sue vittime: quello che era parso a tutti un innocuo passatempo si è trasformato in un gioco di morte, e in palio forse non c’è un immenso tesoro, ma la vita stessa dei concorrenti.


Recensione 

Per quasi tre settimane un misterioso giocoliere cattura l’attenzione dell’intera Roma: dal centro opulento, mondano e dorato ai margini oscuri e dimenticati della Capitale, dalla domina più abbiente e riccamente abbigliata all’anziana ex lupa che sogna un futuro migliore per sé e la sua famiglia, cittadini liberi, schiavi e stranieri sono coinvolti in una trascinante caccia al tesoro di domus in domus, da un quartiere all’altro, alla ricerca di segni, di simboli e di enigmi da sciogliere.

Un ludus che pone tutti sullo stesso piano, che è riuscito là dove i tribuni, le rivolte popolari e le proposte di legge più illuminate hanno fallito; una cerca che raduna annoiati e disperati, pingui e affamati, cinici e speranzosi sotto il vessillo della curiosità… e del terrore.

Sì, perché il gioco si trasforma ben presto nella macchinazione di un assassino, che sfrutta l’occasione per seminare macabri indizi, sfidando i partecipanti a scovare il suo prossimo delitto o forse competendo solo con se stesso, orgoglioso della propria inventiva e impaziente di uccidere ancora. Un vortice di morte che colpisce senza distinzione e senza controllo orfani di origini ignote e promettenti giovinetti? O forse un piano più subdolo e complicato?

Sulle tracce dell’omicida ecco il nostro Publio Aurelio Stazio, senatore-detective fascinoso e consapevole del suo appeal, amante della cultura, dei piaceri privati e non certo insensibile alla lusinga femminile “dolce come il miele e sciropposa come la frutta macerata nel vino cotto” o, ancora meglio, a una vivace schermaglia prima delle belle fatiche di Venere.

Questa volta il nostro eroe – astuto come Sherlock Holmes, bello, elegante e acuto come l’Andrea Martini della torinese Gianna Baltaro – è coinvolto in prima persona nell’indagine, sia perché spinto dall’amica Pomponia a risolvere il mistero per primo e a vendicare una giovane vita recisa, sia perché la scia di sangue si intreccia alla comparsa di un suo sosia ventenne, forse il frutto di una notte d’amore in Oriente…

Un giallo storico preciso e scorrevole, carico di dettagli, di vocaboli latini, di mappe e di disegni, ma mai pedante, una vivida ricostruzione della Roma dell’anno 800 ab Urbe condita che ci avvince pagina dopo pagina e che alla fine ci lascia arricchiti, assetati dalla voglia di saperne di più, di passeggiare sui colli, attraversare il foro, il Cardo e il Decumano… magari sorseggiando un bicchiere di vino speziato in compagnia di Stazio, parlando delle imprese degli eroi e degli amori degli dei.

 

Danila Comastri Montanari


Nata a Bologna nel 1948, laureata in Pedagogia e Scienze politiche, per vent’anni Danila Comastri Montanari ha insegnato e viaggiato ai quattro angoli del mondo. Dal 1990, anno in cui è uscito il suo primo romanzo, Mors tua, si è dedicata a tempo pieno alla narrativa, diventando un vero punto di riferimento per gli amanti del giallo storico. La saga, fortunatissima, del senatore-detective Publio Aurelio Stazio, pubblicata in Italia da Mondadori, è giunta, con Ludus in fabula, al diciannovesimo volume.

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