Dolce come la morte




Recensione di Francesca Giovannetti


Autore : Unni Lindell

Traduttore: Irene Peroni

Pagine: 427

Genere: thriller

Editore: Newton Compton

Anno di pubblicazione: 2013

La notizia della morte di Martin Egge, capo della Kripos, sconvolge la vita della poliziotta Marian Dahle, che aveva con lui uno stretto rapporto.

Getta inoltre tutti gli organi di polizia nella affannata corsa a caccia del colpevole.

Più illustre è la vittima, più agenzie collaborano per risolvere il caso.

Chi era in realtà Martin Egge e a cosa stava lavorando?

Quali segreti stava tentando di portare alla luce e che lo hanno reso un bersaglio?

La coppia investigativa Isaksen-Dahle in questo thriller non esiste. Forse per questo il lettore sente che manca un tassello del puzzle. Gli ispettori ai quali la Lindell ci ha abituato svolgono la stessa indagine su binari che si incontrano troppo tardi. La descrizione dei personaggi è impeccabile come sempre, ma il tratto che caratterizza Marian Dahle risulta a volte troppo marcato, suscitando momentanee reazioni di antipatia verso la protagonista.

La trama è il punto di forza di questa affermata autrice di successo.

La Lindell crea e scioglie i nodi con l’estrema destrezza che le è propria nel ritmo e nello stile.

Gioca con eventi passati e presenti, ammonendo i lettori che, benché si faccia ogni sorta di sforzo sovrumano, la verità tanto tenacemente sepolta, non può essere mai dimenticata. La capacità dell’autrice di descrivere personaggi così reali e diversi fra loro affascina sempre.

Unni Lindell


Nata nel 1957, è tra le più celebri scrittrici norvegesi. È conosciuta soprattutto per i romanzi che hanno come protagonisti l’ispettore Cato Isaksen e la sua giovane collega Marian Dahle