Recensione di Laura Lancini
Autore: Dana Stabenow
Editore: Newton Compton Editori
Traduttore: S. D’Ovidio – S. Montis
Pagine: 489
Genere: Narrativa straniera – Thriller
Anno di pubblicazione : 2017
Sinossi. L’Alaska è forse uno dei luoghi più ostici, duri ed estremi sulla faccia della terra, dove il freddo e la neve regnano incontrastati. Situata nella estremità nordoccidentale del continente nordamericano, confina a est con il Canada ed è bagnata a nord dal Mar Glaciale Artico e a sud dall’oceano Pacifico; a ovest lo Stretto di Bering lo separa dalla Siberia. La vita della nostra protagonista è ambientata all’interno del Parco delle Quilak Mountains, situato nel sud della nazione bagnato dal mare del Golfo dell’Alaska, più nello specifico nella zona della città di Niniltna. Qui la trentenne Kate Shugak, bella e determinata detective, è tornata a vivere dopo un’esperienza molto difficile sul luogo di lavoro: il confronto diretto con un pedofilo che stava abusando della figlia di quattro anni le ha lasciato una ferita morale e fisica; l’uomo ha tentato di tagliarle la gola lasciandole una cicatrice da parte a parte. Kate è una sopravissuta che cerca di rimettere insieme i pezzi di una vita distrutta.
IL SILENZIO DELLA NEVE
Dopo un anno di totale isolamento, in un innevato giorno di dicembre il suo ex capo, l’affascinante Jack Morgan, si presenta alla sua porta, accompagnato da un agente dell’FBI, chiedendole aiuto per un caso: la scomparsa di due persone avvenuta proprio in quei luoghi.
La prima persona scomparsa è il nuovo ranger del parco Mark Miller, una persona eccentrica con un amore incondizionato per la natura ma con un suo modo particolare di valutare la gestione del Parco, che è anche figlio di un importante politico Membro del Congresso USA; la seconda persona, invece, è proprio quella incaricata di indagare sulla scomparsa di Miller, l’ex collega di Kate, Dahl, scomparso oramai da due settimane.
Kate viene ingaggiata per lavorare al caso, lei è forse l’unica che può farlo perché quelle terre sono la sua casa, il suo essere, la sua essenza, le conosce forse meglio di quanto non conosca se stessa, conosce la gente del posto e le loro tradizioni.
Il Parco, tuttavia, è dominato da chi ancora crede nella distinzione tra dentro e Fuori: gli Aleuti sono infatti convinti che le loro tradizioni indigene vadano rispettate e conservate e non mescolate o condivise con la gente che viene da Fuori.
L’ex poliziotta inizia così ad indagare interrogando le famiglie e le persone che lavorano in quei luoghi; tutti conoscono Miller, ma nessuno sa nulla, o forse nessuno vuole parlare. È come un puzzle, si fanno domande, si interrogano persone, si scartano i sospettati, ma tra rivalità e alibi, Kate si trova in situazioni che metteranno a repentaglio la sua vita e anche tutto ciò in cui crede.
Mano a mano che si avvicina alla verità la situazione si complica e la detective deve compiere delle scelte difficili, che la porteranno a fronteggiarsi con il suo passato.
PRIMAVERA DI GHIACCIO
È quasi primavera, la neve si sta sciogliendo per lasciare il posto a qualcosa di nuovo.
Purtroppo gli psicopatici sono sempre in agguato ed il bilancio questa volta è altissimo: nove morti, tra cui due bambini, e due feriti, una carneficina.
Roger McAniff, dopo il lungo inverno, ha scelto di uscire di casa con il nuovo fucile e di uccidere chiunque potesse capitargli a tiro, ma alla fine della strada ha incontrato Kate, che grazie all’aiuto della sua fedele amica e compagna, l’husky Mutt, riesce a fermare tutta quella follia e quell’orrore.
McAniff ha ucciso amici, padri, madri, figli, sorelle, mogli e mariti, non risparmiando nessuno e se già di per sé questo è inquietante quello che sarà scoperto durante le indagini è ancora più assurdo: una delle vittime, Lisa, non è stata uccisa dalla stessa arma utilizzata dall’omicida e per Jack e Kate questo significa solamente una cosa: un altro assassino è libero e in circolazione.
Kate viene di nuovo ingaggiata per scoprire la verità, ma il tempo è tiranno e sono già passate due settimane dalla strage, quindi l’omicida potrebbe essere già troppo lontano e Kate si domanda chi possa aver approfittato di una strage per coprire un omicidio o quella che sembra essere una vendetta.
Anche stavolta Kate si trova costretta ad indagare e ad interrogare le persone che ama e a cui vuole bene e che purtroppo hanno perso qualcuno per colpa di McAniff e di nuovo le sue azioni metteranno in pericolo la sua vita, ma la porteranno anche a scoprire che il secondo assassino, forse, è più vicino di quanto lei creda.
DISPERSI
Vento, acqua, ghiaccio, il mare di Bering non lascia scampo, nemmeno alla nostra Kate, a cui viene chiesto di infiltrarsi ed indagare sulla scomparsa di due giovani membri dell’equipaggio di un peschereccio. Quasi sicuramente sono morti, ma sono necessarie prove molto forti per poterlo affermare con certezza e poter dare una risposta definitiva alle famiglie.
Per questo Kate si fa assumere come marinaio da Harry Gault il capitano del peschereccio Avilda, quello da cui sono misteriosamente scomparsi i due giovani pescatori; Gault è un uomo controverso e scontroso che darà a Kate del filo da torcere durante le sue indagini. Sulla nave troverà però un alleato fidato, il giovane Andy, anche lui assunto nello stesso periodo, un amante dell’Alaska con grandi sogni e speranze.
Quello della vita sui pescherecci è un lavoro duro e faticoso e più i giorni passano, più Kate deve scoprire tutto ciò che le è possibile sui due marinai: il capitano sostiene che i due uomini siano scesi a terra per fare rifornimento d’acqua e non siano più tornati. Gault e i suoi due scagnozzi concordano sulla versione, si danno man forte e si coprono le spalle l’un l’altro, ma passando 24 ore in uno spazio piccolo come quello che può essere un peschereccio, Kate inizia ad avere molto più che dei semplici sospetti e l’istinto infallibile della nostra intelligente detective la spinge a cercare altre risposte, diverse dalla versione ufficiale dei marinai a bordo quella notte.
Le indagini porteranno Kate alle sue origini tra le isole Aleutine e gli indigeni che ancora ci vivono e portano avanti le tradizioni, scoprendo che i testimoni possono essere scovati dove meno ci si potrebbe aspettare.
Sono libri che vogliono elogiare un paese ancora da scoprire e da non sottovalutare, che vogliono farci scoprire un mondo nuovo, pieno di antichissime tradizioni, fatto di legami famigliari a volte davvero complessi, di rapporti di vicinato con persone che abitano in luoghi ostili tentando di sopravvivere al freddo del nord.
L’autrice ha la capacità di far percepire e vedere esattamente al lettore, nella propria mente, i luoghi in cui lei è cresciuta e vive tutt’ora e ha scelto di condividere con noi la sua storia.
Dana Stabenow
É nata e cresciuta in Alaska. Si è laureata alla University of Alaska e ha lavorato per la Trans-Alaska Pipeline fino al 1982, quando è diventata scrittrice a tempo pieno. Ha scritto numerosi thriller, soprattutto la serie di straordinario successo con protagonista la detective Kate Shugak. Giunta in patria al diciottesimo episodio, diventerà presto un serial TV. Il primo della serie, CSI Alaska. Il silenzio della neve, ha vinto il prestigioso Premio Edgar; le avventure di Kate sono tutte state pubblicate dalla Newton Compton.