Recensione di Sabrina De Bastiani
Autore: Paolo Stella
Editore: Mondadori
Collana: Novel
Genere: Narrativa
Pagine: 206 p.
Anno di pubblicazione: 2018
Sinossi. C’è un biglietto, strappato su un lato, scritto a penna blu. Riconosco la tua calligrafia perché è un casino. «Meet me alla boa. Ogni volta che ne avrai bisogno.»
«Meet me alla boa non è un libro triste. Meet me alla boa non è un libro allegro. Meet me alla boa è un libro umano, tanto umano, che non ha paura di mostrarsi insieme al suo autore, arrivando a dire al lettore una cosa dolce e preziosa come “Ti posso raccontare una storia?”.» Simone Tempia – Vogue Italia
Con il cuore in apnea, Franci si imbarca sul primo aereo disponibile e arriva puntuale all’obitorio. Soltanto trenta passi lo dividono dalla cella refrigerata dove giace quel corpo da riconoscere. Varcato il portone, il tempo rallenta e a ogni passo rivede il film clamoroso e coinvolgente della sua meravigliosa storia d’amore. Lui e Marti. Vita, viaggi, discussioni, amore e bellezza, sorprese e giuramenti. Una storia fra due persone che si sono amate, donandosi il bene prezioso della libertà reciproca, qualcosa capaca di superare anche la morte.
«Meet ma alla boa» è l’esordio narrativo di Paolo Stella, che impasta con strabiliante freschezza i due elementi classici del sentimento, Eros e Thanatos, aggiungendo una scrittura brillantissima. Un libro che trasmette perfettamente la sensazione totalizzante di quando l’amore si impossessa della tua vita e la cambia per sempre.
Recensione
Penso che la vita non abbia mai gridato così forte come in questo silenzio.
Facciamo a chi arriva prima alla boa? Ci abbiamo giocato tutti, o perlomeno la maggior parte di noi. Buttarsi in mare con la rincorsa e nuotare, nuotare senza rifiatare, che si arrivava alla boa senza nemmeno la forza di salirci, che una volta sopra si stava lì sdraiati, la faccia al cielo e al sole, gli occhi chiusi, il respiro affannoso che a poco a poco si cambia in pace, cullati dal rollio delle onde.
Ecco, questo libro, che segna il folgorante esordio alla scrittura di Paolo Stella, va letto così. Tuffandocisi dentro e arrivando dritti alla boa. Perlomeno la prima volta, perché poi avrete la voglia di rileggerlo e, allora sì, il bisogno di soffermarvi.
Meet me alla boa racconta di una perdita, ma non racconta la perdita.
Descrive quel momento nel quale dal
È che non ho nulla. E che non mi manca niente.
si passa al mancare tutto.
Ciò nonostante, davvero in pochissimi romanzi che trattano l’elaborazione di un lutto ho trovato tanta voglia di vita, tanta forza reattiva e proattiva come in questo. E soprattutto tanta umana, sincera, verità
È distrutto dal dolore. È felice, è salvo. Contraddizione assoluta essenzialmente umana.
Articolando i capitoli in altrettanti passi, quelli che il protagonista compie lungo il corridoio dell’obitorio, per arrivare a rincontrare la sua compagna e amore di vita, Paolo Stella ci consegna per ogni passo un’immagine, un ricordo, che si congiunge in perfetta continuità con il momento reale. Come quando nuotiamo: testa sott’acqua, pensieri; testa fuori, realtà.
Sono immagini che spaziano e si aprono, come il protagonista, a raccontare ogni aspetto delle emozioni: la tenerezza, il sorriso, l’ironia, l’imbarazzo, gli sbagli.
Sono immagini a volte bellissime, altre scomode
L’unico modo per stare vicino al dolore di un altro è essere pratici.
che sanno di vissuto, sanno di vita vera e di coraggio, quel tipo di coraggio che ci fa scegliere anche quando non si ha scelta
Il secondo passo è la vera sfida. È più duro del primo, sempre. (…)
Che il primo può essere inconsapevolezza, ma il secondo è scelta.
Mutuando, perfettamente padroneggiando e modulando il linguaggio imbastardito dei social, (immortabilmente, coreografati…) su di una capacità di scrittura davvero ampia e robusta, Paolo Stella avvince, convince, si svela e si rivela, consegnandoci immagini che brillano per contemporaneità e freschezza e che conquistano per profondità ed eleganza
La mano tergicristalla la guancia e un nuovo rivolo si fa spazio sulle gote rosee.
E ci mostra che, se è vero che nei tempi, nei modi, nei perché
è la vita che decide da sé, è più intelligente di noi
è anche vero che, pur nella perdita, ciò che ci appartiene, e a cui apparteniamo, troverà sempre il modo di esserci. Di esserci, non di tornare. Non essendosene di fatto mai andato.
Sei quello, quel solletico, quella carezza involontaria, quello spargerti su di me.
Sei quello. La più bella delle attestazioni d’amore. Oltre.
Paolo Stella
Paolo Stella (Milano 1978) è creative director, attore di tv e cinema, regista. Ha acquisito notorietà tra i più giovani partecipando alla seconda edizione del programma televisivo Amici di Maria De Filippi. In seguito ha continuato a lavorare nel mondo dello spettacolo recitando in numerose serie tv e miniserie italiane, tra cui ricordiamo Incantesimo 7, Un ciclone in famiglia, Donna detective. Dal 2007 è passato al grande schermo recitando in Last Minute Marocco, La terza madre, Penso che un sogno così. Nel 2018 ha esordito in campo letterario con il romanzo Meet me alla boa (Mondadori).
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