Recensione di Chiara Alaia
Autore: Jean Failler
Traduzione: Alessandro Zabini
Editore: TEA
Genere: Giallo
Pagine: 200
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. Tra Lanester e Lorient, due tranquille cittadine sulla costa bretone, al ritirarsi della marea viene ritrovato il cadavere di un vagabondo. Ma è una fine più che scontata, per un uomo notoriamente dedito al bere. L’amministratore di un’azienda è scomparso, ma sono tante le persone che spariscono senza un evidente motivo. Alcuni balordi, infine, hanno rubato un’auto e svaligiato una casa. Ordinaria amministrazione, niente di eccezionale per la sonnolenta routine del commissariato di Lorient. Ma la giovane ispettrice Mary Lester, uscita da poco dalla scuola di polizia, insiste nel voler seguire il proprio istinto e collegare questi avvenimenti, al di là di ogni apparenza. In un ambiente rigorosamente comandato da uomini, riuscirà Mary a convincere i colleghi ad aiutarla nell’indagine e portare a galla la verità?
Recensione
Il respiro della marea è il primo episodio di una fortunata serie di gialli (quaranta romanzi, per un totale di tre milioni di copie vendute), scritti da Jean Failler e ambientati in Bretagna. Il libro, già apparso in Italia nel 2004, con il titolo Omicidio a Lorient, e ora ripubblicato da TEA, rappresenta il debutto sulla scena del romanzo giallo di Mary Lester, tirocinante caparbia, ancora fresca di scuola di polizia.
La storia è piacevole, si fa leggere volentieri. Lo stile di Failler è semplice e delicato. Inoltre l’autore ricorre spesso all’ironia, quell’ironia sfrontata e intelligente da commedia francese, che strappa inevitabilmente un sorriso. Anche l’ambientazione segna un punto a favore di questo giallo: non è la grande metropoli a fare da sfondo alle vicende, ma la sonnolenta e suggestiva costa bretone, le cittadine di Lorient e Lanester, con la loro atmosfera invernale, grigia e piovosa. Il che può essere sicuramente uno stimolo alla curiosità dei lettori.
La trama si dipana in modo lineare, ci sono molti dialoghi e poca azione. Non a caso le indagini di Mary Lester sono state trasformate in Francia in una serie TV di successo. Il lettore è portato a seguire il filo del ragionamento della giovane investigatrice, ostacolata da un ispettore capo misogino e scorbutico, fino ad arrivare a una soluzione abbastanza prevedibile. Il caso sembra concludersi lì, ma per fortuna Mary continua ostinatamente a scavare, svelando il vero finale e risollevando la storia con un colpo di coda.
Il punto debole di questo romanzo risiede forse nella sua brevità, che non consente di approfondire a sufficienza i personaggi. La figura della protagonista ha un potenziale elevato. Se ne intuisce l’acume, la determinazione e l’irriverenza, ma queste caratteristiche rimangono appena accennate.
Manca inoltre qualsiasi riferimento alla sua storia personale, al suo passato, un indizio per invogliare i lettori a conoscerla meglio. E nella stessa maniera sono presentati anche gli altri personaggi, che finiscono per risultare appena abbozzati.
Immagino che, per saperne qualcosa di più, dovremo leggere per forza gli altri libri della serie.
Jean Failler
Jean Failler, da sempre appassionato di letteratura, ha iniziato a scrivere i suoi primi racconti a vent’anni, mentre gestiva una pescheria a Quimper. Dopo trent’anni di lavoro con il mare, ha deciso di dedicarsi a tempo pieno alle storie della sua creazione più felice, l’ispettrice di polizia bretone Mary Lester. Superato il quarantesimo episodio, la serie è oggi uno dei maggiori fenomeni best seller della narrativa gialla francese.