La maledizione




della peste nera

Recensione di Cristina Bruno


Autore: Daniel Kalla

Traduzione: Tullia Raspini

Editore: Newton Compton

Genere: thriller

Pagine: 353

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. Alana Vaughn, esperta di malattie infettive presso la NATO, viene convocata d’urgenza a Genova per esaminare una paziente gravemente malata. Dopo le prime analisi il referto è scioccante: la malattia presenta segni che la ricollegano in modo inquietante alla piaga che ha afflitto l’Europa secoli prima, la cosiddetta Morte Nera. Nel XIV secolo una gravissima epidemia di peste uccise almeno un terzo della popolazione del continente. Alana sospetta che si tratti di bioterrorismo, ma il suo omologo presso l’Organizzazione Mondiale della Sanità, Byron Menke, non è d’accordo. Nella loro disperata caccia al Paziente Zero, si imbattono in un monastero costruito ottocento anni prima e in un antico diario medievale che potrebbe contenere il segreto dell’attuale epidemia. Mentre la malattia si diffonde velocemente, parte la corsa contro il tempo per scoprire la verità prima che moltissime persone muoiano. E questa volta, invece che milioni, potrebbero essere miliardi.

Recensione

Cosa succederebbe se all’improvviso ricomparisse nel mondo lo spettro della Morte Nera, la terribile peste che più di una volta decimò la popolazione europea? Saremmo in grado di far fronte all’epidemia? E quali sarebbero i risvolti psicologici di un evento così catastrofico?

Il thriller di Kalla ci pone queste e altre inquietanti domande, catapultandoci in una Genova dei nostri giorni sconvolta da un inspiegabile caso di peste. Vittoria, una giovane che lavora in un cantiere edile, accusa un malore e al suo ricovero gli esami offrono l’incredibile diagnosi di peste. Subito vengono allertati i massimi organismi mondiali. Per la NATO arriva Alana esperta di malattie infettive e bioterrorismo e per l’OMS giungono Byron, anche lui esperto infettivologo, e Justine conoscitrice di roditori in generale e ratti in particolare. A loro si uniscono due medici genovesi, Nico e Claudio, in prima linea negli ospedali per far fronte alla nuova emergenza.

Purtroppo quello che all’inizio sembra un caso isolato, nel giro di brevissimo tempo diviene solo il primo di una lunga serie di casi, in buona parte mortali. I batteri isolati nelle analisi indicano che si tratta della peste del 1300, una delle più terribili. In una corsa contro il tempo i protagonisti devono cercare un possibile rapido vaccino e indagare le cause dell’epidemia per cercare di fermarla prima che si diffonda a tal punto da costituire una minaccia per l’intera umanità.

Il punto di partenza è il cantiere dove lavorava la prima vittima. Qui si trova il monastero di San Giovanni, antico di più di ottocento anni. Dichiarato pericolante è stato demolito per edificare un nuovo complesso residenziale. Qualcuno vocifera che questo gesto sacrilego sia l’origine di tutto…

Le indagini e le scoperte si susseguono con un ritmo incalzante alternandosi alla appassionante storia del cerusico Rafael Pasqua, vissuto ai tempi della peste del 1348, le cui preziose memorie gettano una nuova luce sulla vicenda.

La lettura scorre veloce, in un crescendo di colpi di scena. Tra una pagina e l’altra l’autore sfiora, con delicatezza, temi attuali e importanti, che riguardano il nostro confrontarci con il diverso e con la paura. Se nel resoconto trecentesco di Rafael gli ebrei venivano spesso usati come capri espiatorinelle sciagure, ora invece Kalla nel suo libro indica gli islamici come possibili vittime della diffidenza in un momento di grande panico, come può essere, ad esempio, quello di una nuova epidemia.

Allora come oggi è vivo il bisogno di trovare un untore, un responsabile di tutti i mali. E chi ha tradizioni, costumi, modi di vita diversi dai nostri si presta particolarmente bene a interpretarne il ruolo.

Purtroppo la Storia ha il vizio di ripetersi spesso anche se non sempre i protagonisti sono gli stessi…

A cura di Cristina Bruno

fabulaeintreccio.blogspot.com

 Daniel Kalla


Daniel Kalla: è nato e cresciuto a Vancouver, dove vive tutt’ora. Lavora nel pronto soccorso di un ospedale e la sua esperienza clinica gli ha fornito l’ispirazione per i suoi medical thriller.