Circe




Recensione di  Marianna Di Felice


Autore: Madeline Miller

Traduzione: Marinella Magrì

Editore: Sonzogno

Genere: Mitologico

Pagine: 411

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. Ci sembra di sapere tutto della storia di Circe, la maga raccontata da Omero, che ama Odisseo e trasforma i suoi compagni in maiali. Eppure esistono un prima e un dopo nella vita di questa figura, che ne fanno uno dei personaggi femminili più fascinosi e complessi della tradizione classica. Circe è figlia di Elios, dio del sole, e della ninfa Perseide, ma è tanto diversa dai genitori e dai fratelli divini: ha un aspetto fosco, un carattere difficile, un temperamento indipendente; è perfino sensibile al dolore del mondo e preferisce la compagnia dei mortali a quella degli dèi. Quando, a causa di queste sue eccentricità, finisce esiliata sull’isola di Eea, non si perde d’animo, studia le virtù delle piante, impara a addomesticare le bestie selvatiche, affina le arti magiche. Ma Circe è soprattutto una donna di passioni: amore, amicizia, rivalità, paura, rabbia, nostalgia accompagnano gli incontri che le riserva il destino – con l’ingegnoso Dedalo, con il mostruoso Minotauro, con la feroce Scilla, con la tragica Medea, con l’astuto Odisseo, naturalmente, e infine con la misteriosa Penelope. Finché – non più solo maga, ma anche amante e madre – dovrà armarsi contro le ostilità dell’Olimpo e scegliere, una volta per tutte, se appartenere al mondo degli dèi, dov’è nata, o a quello dei mortali, che ha imparato ad amare.

Con una nota della grecista Maria Grazia Ciani

“Lassù le costellazioni ruotano e tramontano. La mia natura divina sfolgora in me come gli ultimi raggi di sole prima di tuffarsi nel mare. Un tempo pensavo che gli dei fossero opposti alla morte, ma adesso vedo che sono più morti che altro, poiché sono immutabili, e non possono trattenere nulla nelle mani.”

Recensione


Il libro di Madeline Miller è magico nella sua semplicità e nel descrivere in modo esaustivo, chiaro e accessibile, la storia della dea e maga Circe. Cosa sappiamo di lei?

Che incontrò Ulisse, o Odisseo, e che trasformò i suoi compagni in maiali e poi fu convinta dallo stesso Odisseo a mutarli di nuovo in esseri umani. Questo è ciò che ci fa sapere Omero nella celebre Odissea, ma Circe ha una vita precedente e una che continua dopo che il guerriero e navigatore

Ulisse lascia le coste di Eea. Viene descritta come ammaliatrice, come se fosse una terribile strega che brama vendetta dalla sua isola dove era stata confinata, ma se sapessero che era definita appena passabile da dei e titani forse rivedrebbero l’intera sua storia!

Per fortuna l’autrice che ha sulle spalle studi classici ripercorre la vita di questo misterioso personaggio svelandone un prima e un dopo, incuriosendo il lettore e avvicinandolo ad una maga che spaventava gli ignari naviganti che approdavano sulle coste della sua isola tra le pagine dell’Odissea. Chi non si è rimasto intimorito a sentire storie sugli dei? E quei poveri umani che avevano a che fare con loro ogni giorno e che ogni giorno dovevano ricordarsi di lustrare il loro nome con doni votivi? Esseri al di sopra degli umani che usavano questi ultimi come cavie, a loro piacimento e che potevano colpirli in qualsiasi istante per un loro capriccio. Circe ha sempre vissuto con loro nei palazzi dove il padre Elios, dio del sole, banchettava insieme a Oceano, dio del mare nonno di Circe, alle ninfe come Perseide, madre di Circe, e altri Titani.

Gli Olimpi facevano vita a sé sul monte che riporta il loro nome perché questi e i Titani erano in guerra tra di loro anche se tutti avevano origine dai Titani, e per rimanere in pace suggellavano accordi che non avendo basi solide potevano rompersi in qualsiasi momento. Circe viveva nel palazzo insieme ai suoi fratelli Perse, Pasifae e Eete. Era diversa da loro, era curiosa, non era seducente come sua madre o sua sorella, era fin troppo vera e aveva una voce umana e capelli con striature dorate. Non aveva i capelli color oro dei fratelli, simbolo inconfutabile del sole, ma gli occhi erano dorati e questa era la caratteristica che riprendeva da Elios. Tutti la tenevano in disparte e lei non si faceva notare, Perse e Pasifae erano crudeli con lei e la madre pensava a ricevere complimenti e a fare figli.

Quando nacque Eete si occupò di lui e sembrava fossero legati fino a quando a lui non fu affidato il regno della Colchide. Così rimase di nuovo da sola e visto che Circe non riusciva a ottenere desideri ingannando il padre o gli altri dei adulandoli come dovevano fare i mortali, quando conobbe il primo umano che le spezzò il cuore si fece sentire alzando la voce stridula e confessò cosa aveva combinato, in questo modo iniziò il suo esilio deciso dal padre e da Zeus. Eete le svelò di essere un pharmakis come lei che usava i pharmaka, erbe col potere di creare mutazioni, per fare quello che voleva.

Di questo dei e titani avevano paura. Nel suo esilio affinò queste arti e divenne potente, ma non era libera come i suoi fratelli. Fu additata come malvagia e perversa, ma questo è il giudizio affrettato di chi non scava nel profondo del personaggio. Le sue punizioni verso gli umani che approdavano nell’isola non erano semplici capricci, avevano un perché. Nel corso della sua vita immortale incontrò numerosi personaggi: dei, come Ermes e Atena, umani come Arianna, Giasone e Medea, Ulisse, Telemaco e Penelope e per metà umani come il Minotauro.

La sua esistenza era ricca di avvenimenti e conoscenze, ma vuota per lei che cercava altro. La Miller crea la vita di Circe in un modo che incanta il lettore e crea un legame con il libro che non si vorrebbe mai chiudere. Una storia essenziale, ma ricca di particolari che creano meraviglia, collegata in modo coerente con le situazioni esterne dall’isola, con dialoghi che incantano e fanno sognare, un romanzo epico che ripercorre magiche storie.

La Miller riesce a spiegare ed esaltare la figura di Circe vessata per secoli e a far apparire come diversi personaggi dei quali se ne esaltavano le qualità come Odisseo. Dà visibilità alla figura di Telegono figlio di Circe e rende quest’ultima finalmente libera.

Il lettore che si immerge nelle pagine di questo romanzo non se ne pentirà e sentirà la mancanza di questa storia non appena finirà il libro. Di più non si può dire altrimenti si rischia di scrivere un riassunto e sarebbe un sacrilegio perché il romanzo perderebbe il fascino che racchiude dentro le sue pagine!

Buona lettura.

Madeline Miller


Madeline Miller è nata a Boston, ha un dottorato in lettere classiche alla Brown University e ha insegnato drammaturgia e adattamento teatrale dei testi antichi a Yale. Attualmente vive a Narberth, Pennsylvania, con il marito e due figli. Il suo primo romanzo, La canzone di Achille (Sonzogno 2013), è stato un successo internazionale, ha vinto l’Orange Prize ed è stato tradotto in venticinque lingue. Pubblicato negli Stati Uniti e nel Regno Unito nel 2018, Circe ha scalato le classifiche dei libri più venduti del New York Times e del Sunday Times ed è stato “libro dell’anno” per le principali riviste letterarie americane.

 

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