La trasparenza del tempo




Recensione di Salvatore Argiolas


Autore: Leonardo Padura

Traduzione: Bruno Arpaia

Editore: Bompiani

Genere: Noir

Pagine: 528

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. L’acqua circonda Cuba, la protegge e la aliena, è un dono per chi ama le passeggiate al tramonto lungo il Malecón e una dannazione per chi vorrebbe fuggire altrove in cerca di miglior fortuna. Mario Conde fa parte del primo tipo di persone: legato alla sua isola, ai suoi amici, alle bottiglie di rum condivise nelle serate afose e alla bellezza fatiscente dell’Avana. Da anni è un semplice cittadino, ma il tempo trascorso in polizia ha lasciato un segno ed è per questo che viene contattato da un vecchio compagno di scuola, Bobby Roque: derubato di tutto dalla sua ultima fiamma, uno dei tanti giovani disperati che vuole guadagnare quanto basta per attraversare il burrascoso mare che li separa dalla Florida, l’uomo chiede a Conde di aiutarlo a recuperare l’unico oggetto a cui tiene, un cimelio di famiglia, una statua della Vergine di Regla. Inizia così un’indagine nello spazio di una Cuba per niente turistica, che nella miseria continua a vibrare di musica e colori, e nel tempo, fluido come l’acqua, che scorre a ritroso seguendo i passi della preziosa reliquia arrivata sull’isola tropicale dal lontanissimo Vecchio mondo. Un romanzo ricco di voci, un’indagine che arriva ai fatti passando attraverso i presentimenti, un intreccio di vite “squallide e commoventi” come le storie che Mario Conde avrebbe sempre voluto scrivere e che Leonardo Padura sempre ci offre.

Recensione

“La trasparenza del tempo” è il nono atto della commedia umana cubana scritta da Leonardo Padura Fuentes che ha come protagonista principale Mario Conde, ex tenente della polizia e ora commerciante di libri usati e scrittore a tempo perso.

Il primo libro in cui appare, “Passato Remoto” è del 1991 e durante tutti questi anni Conde è testimone dell’evoluzione della politica e della società cubana come Pepe Carvalho lo fu della transizione tra il franchismo e la democrazia in Spagna.

Del detective creato da Manuel Vázquez Montalbán, Mario Conde ha lo stesso sguardo critico e la stessa malinconia di fondo che porta entrambi ad affrontare la vita con disincanto e disillusione.

In questo romanzo Mario Conde sta per compiere sessant’anni e la consapevolezza di invecchiare lo turba e lo opprime, portandolo a considerare la sua vita passata e soprattutto il suo futuro.

Per fortuna un suo vecchio compagno di scuola lo distoglie dai brutti pensieri, chiedendogli di indagare sul furto di una statua raffigurante la Madonna nera di Regla, a cui teneva in modo particolare e che gli è stata rubata dal suo amante.

L’indagine sul furto presto si complica per l’omicidio di due personaggi coinvolti nel fatto e si sviluppa mettendo a nudo diversi problemi sociali dell’isola caraibica in bilico tra progresso e recessione, come la grande differenza tra ceti sociali e la scarsa integrazione degli immigrati dalle provincie orientali.

Una parte importante del libro è dedicata alla storia della Madonna che in realtà è antichissima, risale addirittura al Medioevo e consente a Leonardo Padura sia di richiamare con tante citazioni implicite uno dei noir più famosi, “Il falcone maltese” di Dashiell Hammett, e di usare questa narrazione come metafora dei tempi che stiamo vivendo parlando di crociate, di guerra civile spagnola e di persecuzioni razziali e religiose.

“Hai idea di come la fede, la ricerca del bene, della verità che non ammette alternative, manipolata ed esacerbata, possa essere l’involucro dell’odio scatenato in nome di Dio, di un principe o di un’idea? Che mentre noi cristiani uccidiamo i musulmani uccidono e uccideranno i cristiani e che ben presto ci uccideranno davanti a questa città, e in questa terra, che dicono santa, e poi continueremo a farlo per secoli e secoli sempre in nome della fede, ma in realtà a causa delle sue ricchezze, per l’ansai di potere?”

dice al templare Antoni Barral che ha in custodia la Santa Madonna, il coraggioso condottiero Roger de Flor durante l’assedio di San Giovanni d’Acri nel 1291.

La parte storica, che alla fine si scopre scritta da Conde in persona, serve a integrare e rendere più scoperta la tematica sempre presente in filigrana, la ricerca della libertà.

“E’ questo scrivere? Conquistare libertà? Giocare a essere libero? Perfino essere libero?”

scrive Mario Conde alla fine del suo racconto ed è il sunto perfetto di questo noir intrigante e da leggere tenendo conto della storia di Cuba che è richiamata continuamente sia in modo palese che in maniera più sfumata.

Per esempio, il romanzo termina il 17 dicembre 2014 con le parole “Era il 17 dicembre giorno di san Lazzaro: la giornata in cui mantenere le promesse o attendere miracoli. Forse l’avrebbe sorpreso uno di quei miracoli e poteva essere quello il qualcosa che doveva accadere.”

Il romanzo non lo spiega ma il 17 dicembre 2014 ci fu lo storico incontro tra Barack Obama e Raul Castro che mise fine ad una crisi politica durata 53 anni e all’embargo che strangolava l’isola.

Leonardo Padura Fuentes con questo romanzo che mescola in modo appassionante la Storia, con i suoi orrori, alla realtà di oggi in un viaggio misterioso attraverso secoli e continenti, si conferma un fuoriclasse riuscendo a coniugare tematiche diverse e a costruire un universo narrativo ricco e corale con tanti personaggi vivi e credibili, consegnandoci un’importante testimonianza che consente di capire Cuba meglio di diversi saggi, con grande riguardo alla critica sociale di una nazione che vacilla ma non crolla.

 

Leonardo Padura


Leonardo Padura è nato all’Avana nel 1955. Scrittore e giornalista, ha conquistato critica e pubblico di tutto il mondo con la serie di romanzi che hanno come protagonista il detective Mario Conde e che formano il “ciclo delle quattro stagioni”. Oltre a questi, Bompiani ha pubblicato nel 2015 Eretici, una nuova indagine del tenente Conde. Nello stesso anno l’autore è stato insignito del Premio Principessa delle Asturie per la letteratura.

 

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