Io sono Cesare




Io sono Cesare. Memorie di un giocatore d’azzardo

Recensione di Elsa Flacco


Autore: Cristoforo Gorno

Editore: Rai Libri

Genere: Storico

Pagine: 536

Anno di pubblicazione: 2019

 

 

 

 

 

 

Sinossi. La vita straordinaria di Gaio Giulio Cesare diventa per la prima volta un’autobiografia. Nel suo turbinare di scelte imponderabili e di strategie politiche, di relazioni difficili con donne dalla personalità forte ma anche pronte al sacrificio di se stesse, nel rutilante susseguirsi di battaglie e campagne militari, la trama della sua esistenza compone i tratti di una figura complessa e sfaccettata. Capace di arrivare dalla sua Suburra alle cariche più alte dello Stato e a ineguagliabili trionfi, il suo temperamento – sempre in bilico tra freddezza lucida e sincera generosità, l’amore per la grande tradizione dei padri e una visione alessandrina del mondo – lo ha reso un simbolo ineguagliabile, destinato post mortem a diventare un dio. Dall’esilio volontario per sfuggire alla mano di Silla all’inizio della sua carriera politica e al pontificato, dalla congiura di Catilina alla campagna in Gallia, dal passaggio del Rubicone alla campagna africana e agli attimi precedenti il tragico epilogo delle Idi di marzo: nel memoriale che scrive a Gaio Ottavio – futuro Cesare Augusto – e in cui lo nomina suo erede, Giulio Cesare ripercorre in prima persona i momenti cruciali di un vivere al galoppo, in sella alla sua celeberrima Fortuna, nella consapevolezza che la vita è un lancio di dadi e la vittoria una dea con le ali.

 

Recensione

Forse la definizione di “romanzo storico” va stretta a Io sono Cesare di Cristoforo Gorno. Affibbiare un’etichetta di genere a questo ponderoso volume che scorre come un fiume in piena trascinando con sé il lettore in vortice di avventure vissute attraverso lo sguardo retrospettivo di Giulio Cesare appare limitativo della sua forza narrativa.

Ma cos’è che rende questo romanzo speciale, diverso dai tanti che affollano librerie e siti specializzati?

Diversi elementi, che adesso proviamo a individuare, cercando di argomentare il fascino e l’effetto dirompente che questa lettura ha sugli appassionati non tanto del genere quanto del personaggio, forse il più controverso e carismatico della storia, non solo antica.

Romanzo retrospettivo, dicevamo: si presenta infatti come il resoconto in prima persona di una vita straordinaria, vera e propria autobiografia a beneficio di Gaio Ottavio, appena adottato con il nome di Gaio Giulio Cesare Ottaviano. Il racconto di un’esistenza condotta sul filo dell’azzardo e sostenuta da un’energia sovrumana, un ingegno polimorfo e la protezione di due entità immateriali e potentissime, la tyche e la progenitrice divina Venere, la prima più della seconda.

Detta così, potrebbe sembrare un’operazione non nuova, ma come sempre, dinanzi a un libro di valore, quello che conta non è la trama, non tanto l’argomento quanto la scrittura. E Gorno si rivela scrittore raffinato e di spessore, oltre che il bravissimo autore e conduttore televisivo che abbiamo imparato ad apprezzare. La sua scrittura si dipana al tempo stesso limpida e definita, con uno stile che sembra riprodurre la nitida rigorosa semplicità del modello cesariano, e sicuramente non è un caso. D’altronde se la forma è la sostanza, tale chiarezza discorsiva e narrativa riflette una corrispondente chiarezza di pensiero e condotta di vita. Così come le artificiose evoluzioni e involuzioni linguistiche ciceroniane ne rispecchiano le contorsioni psicologiche e caratteriali che lo contraddistingueranno fino alla fine.

Passando all’aspetto più specificamente narrativo, a colpire è da una parte la precisione dei riferimenti storici e la padronanza di una materia tanto complessa e sfaccettata, di un periodo storico di rivolgimenti e conflitti continui che coinvolgono personaggi più o meno noti tra i quali districarsi è alquanto complicato. Dall’altra parte la capacità di penetrazione psicologica del personaggio Cesare, a sondarne motivazioni e impulsi, emozioni e progetti, idee e temperamento, con un equilibrio e una plausibilità sorprendenti.

Il risultato, per il lettore, è quello di ritrovarsi catapultato armi e bagagli, per usare una frase fatta ma in questo caso evocativa, in un altro tempo, in un altro mondo, ricostruito con una fedeltà quasi maniacale nei risvolti più reconditi, nelle pieghe più intime, a seguire con trasporto le vicissitudini di una folla di personaggi dei quali nessuno è secondario.

Attraverso la prospettiva del protagonista vediamo scorrere matrone e soldati, politici e plebei, in un succedersi di scene indimenticabili. Sotto i nostri occhi leggenti prendono vita Pompeo e Crasso, Servilia e Bruto, il taverniere Gavio e il gladiatore Bardis, Catone e Cicerone (o Cato e Cicero, con una felice scelta onomastica dell’autore), Marco Antonio e Tito Labieno, Cleopatra e Calpurnia, Giulia e Aurelia, Diviziaco e Vercingetorige, insieme a tanti altri, tutti con una loro definita personalità. E tra battaglie e banchetti, marce e incontri al vertice, amori focosi e lutti struggenti, ci scorre davanti un’intera epoca plasmata da un uomo eccezionale, il dictator e imperator Gaio Giulio Cesare.

Cristoforo Gorno


Cristoforo Gorno, autore e conduttore televisivo, ha curato, tra le altre, le trasmissioni “Gaia” e “Kilimangiaro” (Rai 3), “Atlantide”, “Impero” e “Sfera” (La7), “La Macchina del Tempo” (Rete 4). Dal 2015 conduce su Rai Storia una fortunata serie di programmi storici da lui ideati: “Cronache dall’Antichità”, “Cronache dal Medioevo”, “Cronache dal Rinascimento” e “Cronache dal Mito”. Io sono Cesare è il suo primo romanzo.

 

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