Recensione di Angela Musmeci
Autore: Sakuraba Kazuki
Editore: Edizioni E/O
Traduzione: Anna Specchio
Genere: Giallo
Pagine: 480
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. Nel piccolo villaggio di Benimidori, Man’yō è un’orfana nata con il dono della chiaroveggenza, che dovrà proteggere come un terribile segreto. La sua vicenda si intreccia con quella della ricca e potente famiglia Akakuchiba, proprietaria di un’importante fonderia sulle montagne, e del suo complicato erede. La figlia di Man’yō, Kemari, è estremamente creativa, disegna manga e trascorre la sua giovinezza ribelle insieme a una banda di motocicliste per cercare la sua strada nel mondo. È Tōko, la figlia di Kemari, a narrarci questa storia: una autoproclamatasi “inutile” giovane donna, che non sembra avere ereditato le facoltà della nonna o il talento della madre, ma che si impegna a ricostruire le avventure, le disgrazie e gli amori della sua famiglia e a risolvere il mistero delle ultime parole pronunciate da Man’yō in punto di morte: «Sono un’assassina». Il destino complicato di queste donne, raccontato in uno stile sognante da una voce capace di suscitare le più profonde emozioni, si unisce e forse riflette in un cinquantennio di drastici cambiamenti quello del loro paese, il Giappone.
Recensione
Questa non è la semplice storia delle tre Red Girls protagoniste del libro ma la storia sociale del Giappone del Secondo Dopoguerra raccontata attraverso la voce della più giovane donna della famiglia Akakuchiba, Tōko.
La narratrice, infatti, ripercorrendo le vite della nonna, della mamma e infine la sua, ci parla della “rivoluzione industriale” giapponese, dei processi di omologazione e occidentalizzazione che si accentuarono durante la Guerra Fredda, portando allo svuotamento dei villaggi e alla polarizzazione della ricchezza.
Se la maggioranza delle persone riuscì ad affrontare questi cambiamenti restando al passo con i tempi, qualcun altro restò indietro e fece fatica ad accettare la nuova società che si veniva delineando.
Il libro è diviso in tre parti tante quante sono le protagoniste della storia.
Nella prima ho ritrovato il realismo magico che accomuna tanti altri scrittori giapponesi, magica è infatti la prima protagonista con il suo dono della preveggenza, Man’yō. Magico è anche quel periodo della storia del Giappone in cui la cultura occidentale non si era ancora imposta come dominante. Conclusasi quest’epoca, comincia la seconda parte, caratterizzata dagli accadimenti economici e politici del Giappone degli anni ’60 e ’70, periodo di manifestazioni, ribellioni, guerre e crisi.
È Kemari, figlia di Man’yō a dominare la scena, con la sua vita scatenata e senza regole; una donna forte e indipendente che faticherà a trovare il suo posto nel mondo.
La terza e ultima parte, in cui la narratrice parla in prima persona, è un mini-giallo in cui Tōko, appunto, cercando di risolvere il mistero che riguarda la nonna, riallaccia tutti i fili e conclude l’epopea della famiglia Akakuchiba, raccogliendone l’eredità e proiettandosi verso il futuro.
Sakuraba Kazuki
Nata nel 1971, Sakuraba Kazuki ha iniziato la sua carriera al college, scrivendo sceneggiature e fanfiction ispirate ai videogiochi. Con Red Girls ha vinto il Mystery Writers of Japan Awards. Per My Man, un racconto sull’amore incestuoso tra un padre e una figlia, ha vinto il Naoki Prize nel 2008. È conosciuta per essere una nota bibliofila e legge più di 400 libri l’anno.
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