Recensione di Patrizia Argenziano
Autore: Alberto Minnella
Editore: Bertoni editore
Genere: noir
Pagine: 332
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. A casa Mara Romano, detta Mimì, professoressa in pensione, non risponde. Una strana puzza di candeggina aleggia per tutto l’appartamento. Nicola, il dogsitter, è davanti alla sua porta. Prova a suonare, ma non gli apre nessuno. Così entra con una copia delle chiavi lasciatagli dalla professoressa. Attende qualche minuto, poi decide di andare via, ma non prima di aver svuotato la vescica. Theo, il cane di Mimì e a cui il ragazzo stava badando, lo segue. Nicola ha fretta; fa quello che deve fare al buio. Ha appena finito di abbottonare i jeans, quando il cane inizia a ringhiare contro la doccia. Nicola accende la luce e fa una scoperta orribile: Mimì è accovacciata dentro la doccia in un lago di sangue e come se non bastasse le sono state amputate le mani. Per lo spavento e lo sdegno vomita sul cadavere e scappa, senza chiamare soccorso. Aiutato dall’avvocatessa Bufalino e dall’ispettore Cannavò, Nicola dovrà, in una corsa contro il tempo, trovare l’assassino, prima che la polizia lo incastri.
Recensione
Sullo sfondo eppur protagonista si manifesta in tutto il suo essere: la Sicilia. Ed eccoli i nostri personaggi destreggiarsi tra le viuzze di Ortigia e le strade di Siracusa o specchiarsi nel blu di un mare in cui affogare ogni pensiero.
In questa movimentata isola, fatta di luci e ombre, si muovono una serie di personaggi che sembrano essere alla continua ricerca di qualcuno, di qualcosa, di se stessi; anime insoddisfatte, private del calore umano, si trovano a sfuggire realtà difficili da gestire, anime sole che tentano di sopravvivere, che amano piangersi addosso e investirsi di pessimismo e vittimismo. Queste macchiette siciliane danno vita a un noir a cielo aperto, che, a tratti, riesce persino ad assumere un carattere quasi grotte sco.
I pensieri di Nicola, le cui spalle portano un fardello che pesa il doppio dei suoi anni, si aggrovigliano senza meta e privi di conforto rendendo il dogsitter fragile e vulnerabile. Il lettore entra subito in sintonia con questo ragazzo che sembra essere stato abbandonato da tutti, o quasi, che si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato, che è troppo debole per fare la cosa giusta al momento giusto e che, forse, ha solo tanto bisogno d’amore.
Si aggrovigliano anche i pensieri del commissario Cannavò, vagano in strade senza ritorno, si infilano in tunnel senza vie d’uscita e rimangono lì, immobili, a ristagnare. Forse anche al commissario manca un po’ d’amore.
Eh sì l’amore, questo pazzo sentimento che coinvolge tutti a trecentosessanta gradi, l’amore per la Sicilia, per un uomo, una donna, un figlio, una figlia e non solo, ecco l’amore dilaga e riempie le pagine di questo noir ma attenzione, non lasciatevi ingannare, dilaga come presenza / assenza, come vuoto da colmare, come ricordo malinconico di qualcosa che forse c’era e ora non c’è più o, peggio ancora, non c’è mai stato.
Sarà stato anche un sano amore verso se stessi quello che ha spinto i protagonisti a mettersi in gioco e a prendere in mano la situazione per non cadere ancora più giù?
Una lettura accattivante che tiene sulle spine il lettore che, tra l’altro, si sente parte integrante di una storia di cui vorrebbe scrivere le pagine per guidare i protagonisti, entrati subito nel cuore proprio per le loro caratteristiche decisamente “reali”, sulla giusta via. Direttamente a casa vostra un pezzo di Sicilia.
Assolutamente da non perdere.
A cura di Patrizia Argenziano
Alberto Minnella
Alberto Minnella: scrittore e musicista, nasce ad Agrigento, cresce a Siracusa e da qualche anno abita a Catania. Noto ai lettori per la fortunata serie, ambientata a Siracusa negli anni Sessanta, che vede come protagonista il commissario Portanova: “Il gioco delle sette pietre” ( Frilli, 2013), “Una mala jurnata per Portanova” (Frilli, 2015) e “Portano va e il cadavere del prete” (2016)
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