Recensione di Anna Sonatore
Autore: Jim Thompson
Editore: HarperCollins Italia
Traduzione: Eleonora Lacorte
Genere: Thriller, Narrativa
Pagine: 302
Anno di edizione: 2020
Sinossi. L’inferno può essere la paura dell’ignoto, ma, se ad attanagliarci quotidianamente è un turbine psicotico scatenato dall’incapacità patologica di sbarcare il lunario, dai sogni frustrati di una professione (quella dello scrittore) che non dà da vivere e che lascia il posto a un lavoro più remunerativo ma noioso, da colleghi insopportabili, da una madre ossessiva e da una moglie adorante e sempre sul filo del rasoio, affrontare una nuova giornata all’insegna del grigiore rischia di essere una condanna. Jimmie Dillon, uno scrittore fallito e in gravi difficoltà economiche, sulla graticola in famiglia e insoddisfatto sul luogo di lavoro, proverà a superare traversie proibitive e un terribile blocco creativo in un’America poco propensa alla solidarietà e sempre più ossessionata dalla ricerca del tornaconto personale. Autobiografico quanto può esserlo un esordio, “Inferno sulla terra”, scritto nel 1942, lascia intendere, attraverso le vicissitudini di Jimmie Dillon, di che pasta sia fatto Jim Thompson. Romanzo di profonda introspezione psicologica, “Inferno sulla terra” è una lucida analisi della banalità della disperazione e una spietata critica del sogno americano, la cui entità chimerica viene magistralmente messa alla berlina: Jimmie Dillon è l’uomo comune che ogni americano potrebbe essere e che non vorrebbe mai diventare.
Recensione
Inferno sulla terra è il libro d’esordio di Jim Thompson, pubblicato per la prima volta nel 1942. Un romanzo autobiografico, dalla scrittura acerba. Il protagonista è Jimmie Dillon, uno scrittore alcolizzato, al limite del fallimento, costretto a lavorare in una fabbrica di aerei per portare avanti la sua numerosa famiglia.
Si racconta della vita di un uomo come tanti, sopraffatto dalle circostanze; difficoltà economiche, un blocco dello scrittore che sembra essere permanente, una famiglia che lo opprime e che tende a complicare ulteriormente tutto. Le difficoltà di Jimmie sono palpabili, la sua ansia di scrivere e farlo male. Il non avere tempo per sé stesso è uno dei mille pensieri che lo tormentano. Un uomo in lotta contro sé stesso.
“Non mi interessava che vendesse o meno. In realtà, speravo che non lo facesse. Sapevo che se avesse venduto, mi avrebbero chiesto di scriverne un’altra e sarebbe stata peggiore. E avere la costante consapevolezza di quanto ero scivolato e stavo ancora scivolando in basso avrebbe ucciso quell’ultimo, fievole desiderio di scrivere davvero.”
Un romanzo lento, che pian piano avanza senza grossi colpi di scena. Il punto di forza è l’angoscia che crescente nel protagonista. Vorresti trovare una via di salvezza per lui, ma ogni risvolto non fa altro che farlo sprofondare sempre più in basso, e tu con lui. Un ambiente familiare diviso tra amore e odio.
La voglia di essere migliore per loro e allo stesso tempo cercare un modo per fuggire via. Passo dopo passo Jim Thompson ci mostra un uomo che tutti noi potremmo essere, ma che nessuno di noi si augura di diventare!
Jim Thompson
Jim Thompson: nato Anadarko nel 1906 e morto a Hollywood nel 1977, è stato scrittore e sceneggiatore di genere noir. Ha pubblicato diversi racconti, molti dei quali tradotti in film (fra cui Getaway di Sam Peckinpah e Colpo di spugna di Bertrand Tavernier). È stato sceneggiatore per Stanley Kubrick (Rapina a mano armata e Orizzonti di gloria).
Tra le sue opere: Bad Boy (Einaudi 2001), Colpo di spugna (Fanucci 2005), Diavoli di donne (Fanucci 2007), Vita da niente (Fanucci 2009), Una spaventosa faccenda e altri racconti (Fanucci 2006) e L’assassino che è in me (Fanucci 2010).
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