A tu per tu con l’autore
Nel suo ultimo romanzo Cosimo Lombardo si trova di fronte a numerosi problemi etici di grossa portata, dalla giustizia all’eutanasia. Com’è nata l’idea?
I miei “noir” sono costruiti su temi di impatto sociale e civile. Dall’immigrazione al traffico d’organi, dal disagio mentale all’inflazione diagnostica. Non potevano mancare questi due particolari argomenti che dividono l’opinione pubblica. In “Notte nera”, invito il lettore a una profonda riflessione fino ad arrivare a chiedergli da che parte stare. Un libro deve suscitare interrogativi, non sempre può dare risposte. Queste spettano al lettore.
La Milano grigia si contrappone alla Sicilia solare. Nord e Sud in Italia sono due realtà davvero così diverse, a parte il clima?
Amo Milano con i suoi ritmi frenetici. Non esiste una contrapposizione così netta tra le due realtà. Il filo del male riesce, purtroppo, a esibire una maschera che occulta la verità. È come un volto assolutamente anonimo e mediocre che riesce a colpire senza pietà sia al nord che al sud. Il noir scandaglia proprio queste aberrazioni cercando di contrapporle con le note positive delle due città: Milano, con la sua avvolgente atmosfera mitteleuropea e Catania con i sapori e i colori di quella terra unica e meravigliosa. Mi dispiace solo sottolineare che, in tempo di pandemia, la gestione del contagio proprio a Milano, non è stata all’altezza, mostrando crepe ed errori molto gravi.
Qual è il suo autore di polizieschi preferito?
Senza dubbio il grande Jeffery Deaver con il suo mitico detective Lincoln Rhyme.
Qual è un tema che le piacerebbe affrontare in un futuro romanzo?
Vorrei approfondire il tema delle adozioni e dell’infanzia abbandonata in un mondo sempre più disinteressato ai più piccoli, agli indifesi. Un tema che ho già abbozzato nel racconto “Il coraggio di Nikolay” (vincitore del Premio Internazionale Michelangelo Buonarroti) e ho anticipato proprio nelle pagine dell’ultimo nato “Notte nera”.
Troveremo Lombardo in un prossimo libro?
Per ora lasciamo riflettere il commissario sulle scelte difficili e scomode che ha dovuto affrontare nelle vicende del romanzo. I personaggi sono parte integrante dell’intimo dell’autore. Non vivono di scelte proprie ma si muovono secondo una traiettoria subliminale che io stesso percepisco giungere da altre dimensioni, talvolta fuori me stesso e che rendono l’avventura della scrittura un viaggio misterioso e straordinario al contempo.
Giuseppe Petrarca
Cristina Bruno
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