A cura di Salvatore Argiolas
Trama
Nel novembre del 1932, Sir William McCordle, sua moglie, Lady Sylvia, e sua figlia, Isobel, organizzano un weekend di caccia nella loro residenza di campagna, Gosford Park. Tra i convenuti figurano le due sorelle di Lady Sylvia, Louisa e Lavinia, con i rispettivi mariti, Lord Raymond Stockbridge e il Comandante Anthony Meredith, la zia Constance, Contessa di Trentham, e l’attore Ivor Novello, cugino di Sir William. Oltre a loro sono invitati anche: il regista americano Morris Weissman, amico di Ivor, l’On. Freddie Nesbitt con la moglie Mabel, il pretendente di Isobel, Lord Rupert Standish, e il suo amico Jeremy Blond.
Molti dei convenuti sono accompagnati da valletti e cameriere, per essere assistiti durante la loro permanenza. Coordinati da Mrs. Wilson, la governante, e dal maggiordomo Jennings, tutti vengono smistati nelle loro stanze e ribattezzati col nome dei loro padroni, per evitare confusioni. La nuova cameriera della Contessa, Mary Maceachran, lega con la domestica Elsie, amante di Sir William, mentre Robert Parks, valletto di Lord Stockbridge, cresciuto in orfanotrofio, viene notato da Mrs. Wilson. Henry Denton, valletto e amante di Weissman, invece, si mostra da subito curioso e invadente.
Nel corso del tè pomeridiano e della cena vengono presto alla luce i rapporti, le bassezze e le miserie che legano i vari ospiti. L’affiatamento tra Sir William e la cognata Louisa, maggiore di quello con Lady Sylvia, infedele e più affine a Raymond. Il ricatto subito da Isobel da parte di Freddie, desideroso di un lavoro in cambio del silenzio su una loro precedente relazione. L’insoddisfazione della zia Constance per la rendita concessale dal nipote. La situazione finanziaria dei Meredith, vincolata alla riuscita di un affare tra Anthony e William. La frustrazione di Mabel, vessata dal marito per le origini borghesi e la mancanza di stile. Il mero interesse economico di Rupert nei confronti di Isobel.
Il giorno seguente, nel corso della battuta di caccia, un proiettile vagante sfiora l’orecchio di Sir William ma il responsabile non viene identificato. Visibilmente irritato, il padrone di casa comunica a Anthony il suo ritiro dall’affare, segnando il destino finanziario dei Meredith. Allo stesso tempo, minaccia la zia Constance di revocarle la rendita. Durante la cena, Lady Sylvia provoca intenzionalmente il marito, accusandolo di essere stato un profittatore di guerra. Ciò spinge la cameriera Elsie a prendere le difese di Sir William, rivelando a tutti la loro relazione e rompendo la rigida barriera che separa i convitati e la servitù. Nell’imbarazzo generale, Elsie, conscia di aver appena perso il lavoro, lascia la sala da pranzo. Anche Sir William abbandona stizzito la cena, ritirandosi in biblioteca. Qualche ora dopo, Louisa rinviene il cadavere di Sir William, apparentemente pugnalato.
Le indagini sono affidate all’ispettore Thompson che scopre presto che quello arrivato con Morris non è un valletto ma un attore, convocato per imparare da vicino le usanze britanniche. Mentre l’ispettore continua le indagini, Mary, la cameriera di Constance, scopre che sir William era il padre di Robert, valletto di Raymond. William, possessore di molte fabbriche, ne approfittava per avere rapporti con le sue operaie, i cui figli poi prendevano strade diverse, spesso negli orfanotrofi. La signora Wilson è quindi sorella della signora Croft, la mamma di Robert ed è anche colei che ha avvelenato sir William per proteggere il figlio per paura che diventasse lui l’omicida: in tal caso sarebbe stato solo colpevole di vilipendio di cadavere. L’ispettore tuttavia non individua il colpevole così gli ospiti possono tornare alle loro dimore.
Personaggi
- Michael Gambon: Sir William McCordle
- Maggie Smith: Constance, Contessa di Trentham
- Kristin Scott Thomas: Lady Sylvia McCordle
- Camilla Rutherford: Isobel McCordle
- Charles Dance: Raimond, Lord Stockbridge
- Geraldine Somerville: Louisa, Lady Stockbridge
- Tom Hollander: Lt. Commander Anthony Meredith
- Natasha Wightman: Lady Lavinia Meredith
- Jeremy Northam: Ivor Novello
- Bob Balaban: Morris Weissman
- James Wilby: Hon. Freddie Nesbitt
- Claudie Blakley: Hon. Mabel Nesbitt
- Laurence Fox: Lord Rupert Standish
- Trent Ford: Jeremy Blond
- Ryan Phillippe: Henry Denton
- Stephen Fry: Ispettore Thompson
- Ron Webster: Dexter
- Kelly Macdonald: Mary Maceachran
- Clive Owen: Robert Parks
- Helen Mirren: Mrs. Wilson
- Eileen Atkins: Mrs. Croft
- Emily Watson: Elsie
- Alan Bates: Jennings
- Richard E. Grant: George
- Derek Jacobi: Probert
- Sophie Thompson: Dorothy
Recensione
Tutti conoscono “Downton Abbey” la serie televisiva che ebbe uno straordinario successo ma forse pochi sanno che fu ispirata da “Gosford Park”, un film giallo girato da Robert Altman.
Nato da un idea di Robert Altman e Bob Balaman e influenzato anche dalla serie TV Su e giù per le scale (Upstairs, Dowstairs) il film del 2001 fu sceneggiato da Julian Fellows che vinse l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale.
Diversi anni dopo lo sceneggiatore utilizzò la struttura base della pellicola, ampliandone il respiro, ambientando le vicende una ventina d’anni prima, alla vigilia della seconda guerra mondiale ma molti personaggi, pur con nomi diversi e l’atmosfera d’antan sono perfettamente sovrapponibili, avendo anche un trait d’union d’eccezione come la sontuosa e perfida Maggie Smith. In “Gosford Park” ambientato nel 1932 si intravedono i segnali di un impero britannico al tramonto, la Seconda Guerra Mondiale scoppierà solo sette anni dopo, ma i rituali e le rigide separazioni tra le classi sociali e l’incontro-scontro tra culture e visioni del mondo tanto diverse di stampo feudale erano ancora vive e vegete.
Riuniti per una battuta di caccia nel maniero di Gosford Park, in verità molto più modesto di Downton Abbey, gli amici e i parenti di Sir William McCordle, ricco industriale molto incline alle scappatelle e impenitente casanova, mostrano subito ipocrisie, grettezze d’animo e doppiezze che nascondono urgenti bisogni di denaro.
Che il fine settimana sia destinato a finire male Altman lo suggerisce subito inquadrando un bel vasetto di veleno con la scritta “Poison” in bella vista e in seguito un investigatore dirà che Gosford Park era un vero e proprio paradiso per avvelenatori con confezioni di veleno in ogni angolo della casa.
Durante la permanenza degli ospiti si profila la contrapposizione tra padroni che stanno nei piani superiori (upstairs) e servitori (downstairs) che stanno nei piani di sotto e che paradossalmente sono i più rigidi a seguire ataviche regole di comportamento.
Lentamente si delineano conflitti tra i vari invitati che implorano un aiuto economico dal padrone di casa e quando Sir William viene trovano morto pugnalato al petto nessuno si stupisce più di tanto. Però l’anfitrione non è morto per la pugnalata ma dopo i primi esami del caso si stabilisce che è stato avvelenato. Quando arriva la polizia il film vira verso la parodia delle pellicole di genere in quanto l’ispettore è maldestro ed incapace mentre una sorta di normalità viene imposta dal sovrintendente Dexter.
Sono tanti i sospettabili, tra gli ospiti, tra cui c’è anche uno sceneggiatore americano che sta lavorando sun film imperniato sul detective cinese Charlie Chan e tra i servitori che hanno molti motivi di astio nei confronti di Sir William.
Sarà una giovane cameriera, spinta dalla curiosità di conoscere un mondo tanto avulso dalla realtà a collegare indizi, chiacchiere da mensa e pettegolezzi riuscendo sciogliere il mistero di Gosford Park.
Coadiuvato da attori in gran forma e da una perfetta sceneggiatura,Robert Altman riesce a coniugare perfettamente una graffiante commedia sulle abnormi differenze sociali nell’Inghilterra tra le due guerre mondiali del secolo scorso e una trama che ha il respiro dei grandi gialli classici con tutti i cliché del genere perfettamente inseriti nel plot.
Seguendo le tre classiche regole aristoteliche di unità di tempo, luogo e azione Altman riunisce in un maniero, come in un romanzo di Agatha Christie, a cui alla lontana si è ispirato, diversi tipi umani che hanno molto da nascondere e che entrando in contatto generano occasioni di pericoloso conflitto.
“Gosford Park” vanta diversi premi e molte nomination per la magistrale tessitura narrativa che alterna con bravura due universi che devono comunicare ma che hanno linguaggi e mentalità opposte mostrando vizi privati e pubbliche virtù di una generazione che in breve tempo perse un impero e un modello di vita, esplorando anche con arguzia le complesse dinamiche interpersonali. Sono pochi i personaggi che mostrano empatia e voglia di emergere mentre tanti seguono le regole imposte da una società che, in crisi da diverso tempo, sta spegnendosi in piccoli dispetti e abusi di potere. E’ esemplare la frase della governante, Mrs Wilson, interpretata da una magnica Helen Mirren: “Una serva perfetta non ha una sua vita” per significare che il loro unico scopo è quello di essere al servizio dei nobili e possibilmente di non crear loro dei fastidi. Se avete amato “Downton Abbey”, adorerete Gosford Park”.