Recensione di Salvatore Argiolas
Autore: Danila Comastri Montanari
Editore: Mondadori
Genere: Giallo storico, romanzo storico
Pagine: 416
Anno di pubblicazione: 2020
Sinossi. Nel cruciale settembre del 1793, la Rivoluzione si dibatte in grave difficoltà, stretta tra nemici interni ed esterni. A Parigi, mentre il Comitato di Salute Pubblica instaura il Terrore, un misterioso giustiziere vendica le vittime della Rivoluzione con una serie di delitti efferati. A indagare con discrezione e prudenza viene chiamato un avvocato di sicura fede repubblicana, Etienne Verneuil. Etienne comincia ad aggirarsi nei meandri di una Parigi infida e magmatica, scoprendo complotti e trame delittuose sia nelle alte sfere sia tra i semplici cittadini che tentano di sopravvivere all’uragano: una folla vivace e ondivaga di aristocratici decaduti, agenti monarchici intenzionati a liberare la regina prigioniera, politici corrotti, profittatori; ma anche onesti patrioti, sartine ingenue e innamorate, eroici soldati. Danila Comastri Montanari ci presenta un romanzo brulicante in cui l’indagine di Verneuil s’incrocia con i momenti salienti e meno conosciuti di uno dei periodi più affascinanti e decisivi della Storia.
Recensione
Danila Comastri Montanari è la grande Signora del giallo storico italiano grazie soprattutto ai romanzi che hanno come protagonista il licenzioso senatore Publio Aurelio Stazio. Sino ad ora la serie si articola in diciannove libri, a partire dal primo “Mors tua” che vinse il prestigioso Premio Tedeschi nel 1990.
Sofisticato esteta ed amico personale dell’Imperatore Claudio, Publio Aurelio non disdegna di sporcarsi le mani per seguire il suo innato istinto per le indagini che lo portano a viaggiare per il mondo allora conosciuto, dalla Gallia alla Campania, sino ad Olimpia dove il raffinato patrizio romano fiuta l’omicidio e non lesina alcuna spesa per trovare il colpevole e sciogliere l’enigma.
Oltre al protagonista, mattatore di ogni indagine è lo scaltro liberto Castore, segretario di Publio Aurelio Stazio che antesignano di Watson, lo aiuta e segue nelle inchieste.
La Comastri Montanari è riuscita nel difficile compito di situare vicende gialle in un ambiente inconsueto, ma storicamente molto accurato, arricchendo le indagini con toni piuttosto divertenti e originali.
“Terrore” invece ha un’ambientazione storica completamente diversa, avendo come sfondo la Rivoluzione Francese e in particolare il periodo così denominato che ebbe inizio nel settembre del 1793, più di quattro anni dopo la presa della Bastiglia.
“Un morto è una tragedia, un milione di morti è una statistica” è una citazione che viene solitamente attribuita a Iosif Stalin che di statistiche del genere se ne intendeva ma malgrado la ghigliottina stia lavorando alacremente, Etienne Verneuil, commissario del Comitato di Sicurezza Generale indaga per scoprire il colpevole soprattutto la motivazione dell’uccisione di personaggi eccellenti che vengono decapitati, con un misterioso messaggio firmato Jeanne la Pucelle cioè Giovanna d’Arco, sul cadavere.
Sono tante le piste investigative che si propongono davanti al commissario, da controrivoluzionari nostalgici dell’Ancien Régime a vecchi nemici personali di Etienne che si materializzano per vendicare antichi oltraggi.
La rivoluzione francese ebbe un impatto tellurico di massimo grado in tutta Europa;
“Chi non ha vissuto gli anni prima della rivoluzione non può capire che cosa sia la dolcezza del vivere”
scrisse il diplomatico Talleyrand e il detective Verneuil deve stare attento ad ogni suo passo in quanto “i tempi sono difficili” e la sua carica è precaria e ricca di insidie mortali.
Verneuil non deve solo “dare il nome a un colpevole qualunque, ma fermare l’uomo che ergeva a giustiziere dei giustizieri stessi, processando e condannando la Rivoluzione nella persona dei suoi più fedeli servitori.”
Etienne è ben consapevole che un suo fallimento non sarebbe indolore e in quel caso la “vedova” avrebbe avuto un particolare interesse per lui. Nella lunga e pericolosa ricerca del colpevole di questi omicidi “eccellenti” Etienne incontrerà anche diversi personaggi realmente esistiti come Robespierre, il pittore Jacques-Louis David, il romanziere Restif della Bretonne, “l’Arcangelo” Louis-Antoine de Saint-Just e lo scienziato Jean- Baptiste Lamarck che coadiuverà l’indagine con le sue analisi biologiche come se facesse parte del reparto scientifico della polizia.
“Terrore”, pubblicato per la prima volta nel 2008 e ripubblicato nel 2020 nella celebre collana “Il giallo Mondadori”, affascina con un gran numero di personaggi, di fantasia e realmente esistiti e inserisce con maestria una trama “gialla” che si insinua perfettamente nella Grande Storia che si studia nel libri specialistici.
“Terrore” è un romanzo storico che ha diversi livelli di lettura: uno è quello che segue l’indagine poliziesca e riporta alla memoria “la strategia della tensione” in Italia negli anni sessanta-settanta dove attentati e stragi servirono ad agevolare certe scelte politiche.
Un’altra chiave di lettura proposta dal libro è quella della Ghigliottina, la “vedova” che sembra un sistema barbaro per giustiziare i condannati ma che si rivela un modo democratico e pietoso per eseguire le numerose sentenze di morte.
E’ molto interessante, inoltre, il rilievo dato alla figura femminile nel romanzo in quanto nell’iconografia della Rivoluzione Francese la donna è solitamente raffigurata come “tricoteuse” vicino alla ghigliottina dedita a godersi lo spettacolo lavorando a maglia.
Danila Comastri Montanari mette in particolare evidenza l’aspetto femminile della rivoluzione creando personaggi di grande interesse come Caroline Mathieu, intrepida giornalista e Amélie de Saint-Cyr, avvenente nobildonna ma soprattutto vengono mostrate le donne nella massa perché “erano la maggioranza tra il pubblico, perché la disoccupazione le colpiva per prime, lasciando loro molto tempo libero per vegliare sui destini della patria” e perché tra i rivoluzionari spiccavano le donne “le energiche popolane di Parigi che avevano combattuto alla Bastiglia, erano state falciate al Champ de Mars, avevano marciato su Versailles e irriso l’Austriaca (Maria Antonietta), gettandosi alle spalle in un sol giorno un timore reverenziale durato mille anni.”
Pur essendo un giallo che soddisfa tutte le regole del genere, “Terrore” è anche un delizioso e intrigante romanzo storico che ci spinge a riflettere sulle giravolte Storia e sul destino di ogni rivoluzione che, come dice Amèlie, livida di rabbia è “un’enorme buffonata, un gigantesco carnevale, con i suoi balli, le sue canzoni, i suoi inni, i suoi travestimenti: via le culottes e largo ai pantaloni lunghi, il tu fraterno al posto del voi, non più “servo vostro” ma tuo uguale in diritto”, basta con la forca, basta con la ruota e sotto con la ghigliottina!”
Danila Comastri Montanari
(Bologna 1948), laureata in pedagogia e scienze politiche, per vent’anni ha insegnato e viaggiato ai quattro angoli del mondo. Dal 1990, anno in cui è uscito il suo primo romanzo, Mors Tua, si è dedicata a tempo pieno alla narrativa, diventando un vero punto di riferimento per gli amanti del giallo storico, soprattutto con la fortunatissima saga di Publio Aurelio Stazio, senatore-detective dell’antica Roma, tradotta in una decina di lingue.
Acquista su Amazon.it: