Recensione di Loredana Cescutti
Autore: Nathan Marchetti
Editore: Frilli
Genere: Noir
Serie: commissario Enzo Fellini #1
Pagine: 256 p. R.
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. Enzo Fellini, commissario di polizia a Venezia, indaga sugli omicidi perpetrati da un killer che si firma “L’Osservatore”. Tutto ciò che Fellini fa e dice viene spiato da una rete di microcamere collegate allo smartphone dell’assassino. A supporto delle indagini c’è una squadra affiatata in cui non mancano, tuttavia, episodi di alta tensione. In tutti i sensi. Almeno su questo c’è l’unanimità: occorre darsi una mano per “gestire” il questore Egisto Badalamenti, omuncolo saccente e narcisista, che si fida ciecamente del quotidiano Venezia Notizie. L’Osservatore si rivelerà un killer spietato, pronto a uccidere anche solo per confondere le acque o per il gusto di ammazzare. Tutto fila liscio, nel suo piano criminale. Finché Enzo Fellini vi coglie una falla. Venezia è la protagonista silenziosa di questo romanzo. Il mistero che avvolge questa prima indagine del commissario Fellini sembra essere ben custodito tra calle, acque e nebbie.
Recensione
Leggere un libro ambientato in una di quelle che per te rientrano nelle città del cuore ha sempre un sapore particolare. Quando penso a Venezia, ricordo con piacere tutte le volte che ho avuto l’occasione di andarci, in media una giornata ogni paio d’anni da trascorrere incurante del tempo, perdendosi per calli, lasciandosi semplicemente trasportare dal rumore dei vaporetti, dal vociare della gente e dagli odori sfiziosi provenienti dalla miriade di baretti presenti nelle viuzze per poi,rientrare a casa con gli zainetti strapieni di dolci.
Io vivo vicino a Udine, quindi per me il modo più tranquillo e senza stress per raggiungere questa meravigliosa città è sicuramente muovermi in treno, lasciarmi trasportare, coccolarmi con un po’ di lettura e poi via, si arriva a Venezia.
La prima cosa che mi torna in mente con piacere, non appena scesa dal treno, è l’immediata sensazione di pace da cui vengo pervasa ogni volta. Dentro la stazione, in attesa di raggiungere l’uscita il caos caotico degli innumerevoli turisti e pendolari che si spostano quotidianamente, mentre sulla porta che si affaccia all’esterno invece la percezione che tutto sia più rallentato, come se il tempo si dilatasse e avessi messo piede in un universo parallelo. Certo, un universo pieno di gente, con il vociare degli ambulanti, con il rumore dei vaporetti, ma tutto decisamente meno caotico.
Insomma, questo per dirvi che io pensando a Venezia, come prima cosa ne ho l’immagine di un quadro ad acquerello, pulito, delicato, pacifico.
C’è un problema però, anche nei luoghi più belli del mondo, talvolta qualcuno è destinato a moriredi morte violenta.
Anche a Venezia, purtroppo, si uccide.
E anche a Venezia, la polizia indaga.
Ed è a questo punto del mio ricordo che mi vedo entrare in scena il commissario Enzo Fellini, un personaggio al quanto particolare che a bordo di una lancia della Polizia, sfreccia sui canali con l’intento di raggiungere il luogo del misfatto in stile telefilm, forse un po’ più nostrano però.
E il mio sogno finirà per sfumare, dando spazio a un qualcosa di più animato e meno pacifico.
Riminese di nascita, veneziano d’adozione, sposato con una napoletana molto gelosa e padre di due figli.
“Bionde. Diciannove belle bionde. Chiuse nel pacchetto. Non tentatemi, accidenti, sennò qua va a finire male!”
Gran fumatore, fisicamente assomiglia al “Che” e ne è consapevole, ma diciamocelo, se nel lavoro il fatto suo lo sa, nel privato come uomo a tratti appare una macchietta. “Duro” all’esterno, almeno con i suoi sottoposti ma estremamente dolce e a tratti impacciato in tutte le altre situazioni.
La sua squadra, poi, si compone di uomini che talvolta deve gestire come fossero adolescenti irrequieti da richiamare all’ordine e, alla quale non riesce a tenere il muso nemmeno dopo una strigliata fatta ad arte. Ma fanno squadra e funzionano.
Un romanzo che a tratti si presenta un po’ giallo, un po’ noir con attimi di humor e con un killer decisamente spietato, che finirà per lasciare dietro di sé una scia di cadaveri corposa.
Un’indagine che da subito si mostrerà spinosa e che rischierà di mettere Fellini, in prima persona, sulla graticola sia mediatica che in quella più fastidiosa del questore Badalamenti, con il quale dire che i rapporti non siano buoni è un eufemismo.
Il killer è abile, subdolo, privo di coscienza e cosa ancora più preoccupante ama sfidare il commissario ed essere al centro dell’attenzione e, sarà proprio questa sua smania di popolarità ad incastrarlo, oltre alle abilità analitiche di Fellini.
Con questo romanzo l’autore dà vita ad un nuovo personaggio e ci mostra un’altra faccia, magari un po’ più gialla di Venezia, una città che ha fatto sognare un po’ tutti quelli che l’hanno già vista ma,anche chi ancora non ha potuto conoscerla dal vivo.
Il libro è costruito con uno stile molto veloce, vi sono anche battute in dialetto ma la comprensione non risulta per questo compromessa e gli scambi fra i personaggi, talvolta risultano esilaranti e smorzano il cinismo che a tratti emergerà durante le indagini, soprattutto nella parte conclusiva quando si giungerà alla scoperta della verità. Anche perché nei dietro le quinte, c’è sempre una storia da raccontare e da ascoltare, che piaccia oppure no.
È un giallo che si legge con voracità e velocità (l’ho letto a Ferragosto) e che ti “acchiappa”, perché sono proprio i personaggi stessi che ti invogliano a proseguire. Il feeling con Enzo Fellini è stato totale, proprio per questa sua “purezza” d’animo, nonostante tutto, che lo mostra un po’ stanco, a tratti disilluso, ma sempre e comunque sincero, perché proprio non ce la fa a nascondere, è più forte di lui e questo lo rende agli occhi di tutti una persona pulita. Almeno così sembra.
I suoi compagni di viaggio, ovviamente, contribuiscono a rendere ancora più ricca la narrazione e fanno sì che l’atmosfera appaia un po’ meno funesta del dovuto.
Di più non posso dire, se non consigliarvi caldamente di leggere il libro. Preparatevi a trascorrere qualche ora in piacevole compagnia di Fellini e la sua squadra strampalata.
Dimenticavo, se ne avessi avuta l’occasione, credo proprio che mi sarei dedicata a questa storia sul treno in direzione Venezia, per poi magari concluderlo lì, in quella misteriosa e gialla città che spero di rivedere al più presto. Pensateci.
Buona lettura!
Nathan Marchetti
nato ad Adria (1973) ha maturato, a vario titolo, esperienza ventennale nel mondo dell’editoria italiana. È laureato in lettere moderne con una tesi sul regista svedese Ingmar Bergman. È inoltre diplomato in flauto traverso al conservatorio e ha svolto studi di composizione. Dopo “Giallo Venezia” (Frilli, 2019), quest’anno, sempre con Frilli, è uscito “Requiem Veneziano: una nuova indagine del commissario Enzo Fellini”, che si svolge, come sempre, nella città più bella del mondo.
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