Viaggio nella letteratura con la psicologia. Il caso Mary Bell




Storia di una bambina assassina 


Speciale di Ilaria Bagnati


Autore: Gitta Sereny

Traduzione: Chiara Brovelli

Editore: Beat

Genere: Biografia

Pagine: 362

Anno di pubblicazione: 2017

 

 

 

 

 

Sinossi. Nel dicembre 1968 due ragazzine – Mary Bell, undici anni, e Norma Bell, tredici anni (vicine di casa, ma senza legami di parentela) – si trovano davanti al tribunale penale di Newcastle, in Inghilterra, accusate di aver strangolato Martin Brown, quattro anni, e Brian Howe, tre. Norma viene assolta. Mary Bell, la più giovane, viene riconosciuta colpevole di omicidio colposo e condannata all’ergastolo. Non ci sono dubbi sulla sua colpevolezza, ma ciò che indigna Gitta Sereny, presente al processo, è che nel corso del dibattimento nessuno si sia preoccupato di indagare sull’infanzia della bambina. Ed è proprio quello che lei stessa si ripromette di fare, quando Mary Bell, trasferita da un riformatorio a un carcere vero, e infine rimessa in libertà, accetta d’incontrarla. Passo dopo passo, gli omicidi, gli eventi che la circondano e il processo vengono sviscerati in una minuziosa ricostruzione che, attraverso menzogne, astuzie elusive, vuoti di memoria, silenzi e rimozioni, porta a svelare un passato intollerabile, un’infanzia tradita e l’inarrestabile corsa verso una tragedia annunciata.

 

Recensione

Per questo nuovo appuntamento con la rubrica ho deciso di parlarvi di un caso veramente accaduto, che riguarda una ragazzina di undici anni di nome Mary Bell.

La sua è una storia difficile da assimilare, che non può non toccare le coscienze di tutti. Mary alla sua tenera età è stata dichiarata serial killer per aver strangolato due bambini più piccoli. Insieme a lei è stata processata anche Norma Bell, sua amica e vicina di casa (non sua parente) che però è stata assolta.

La vita di Mary non è stata facile, la madre Betty aveva notevoli problemi comportamentali, si prostituiva e aveva, nei confronti della figlia, un comportamento altalenante, fatto di amore e di indifferenza. Il padre di Mary non si sa chi fosse, Billy Bell, marito di Betty le dà il suo cognome. Mary è una bella bambina che cova sofferenza, mancanza di emozioni, empatia, aggressività e tendenza a manipolare gli altri. Norma cade in questa trappola, viene trascinata dall’amichetta perché più debole caratterialmente, mi chiedo però se sia del tutto innocente, se basti essere più debole per essere dichiarata innocente.

Mary Bell è stata considerata da vari psichiatri “psicopatica”, a uno psichiatra ha affermato che l’omicidio è così comune “da non suscitare più alcun interesse” che “Brian Howe non aveva la mamma, quindi nessuno sentirà la sua mancanza”.

A un altro psichiatra disse: “Non provo nulla, non ho emozioni” e riguardo al giorno dell’omicidio di Brian disse: “Avevo tanta voglia di ridere, quel giorno”.

Queste frasi fanno venire la pelle d’oca, soprattutto se pensiamo che sono uscite dalla bocca di una bambina. Mary non è stata l’unica serialkiller bambina. Barry Dale Loukaitis all’età di 15 anni, armato di un fucile e due pistole ha ucciso un suo insegnante e due studenti; Craig Price a 16 anni massacrò con oltre 60 coltellate una madre 39enne con le sue due figlie; Graham Young all’età di 14 anni avvelenò la matrigna e due colleghi di lavoro.

Sono omicidi raccapriccianti soprattutto se si pensa che sono stati commessi da dei ragazzini, come si può conciliare l’idea di un omicidio con la giovane età?

Cosa può spingere un giovane a commettere delitti efferati?

Gitta Sereny è stata accusata di voler umanizzare un mostro, Mary Bell, perché ha voluto indagare sulla sua vita, sulla sua personalità, su quella dei suoi familiari, sugli avvenimenti che possano aver inciso in modo così negativo nella vita della bambina da portarla ad uccidere.

Una vita come quella di Mary può essere la giustificazione alla sua violenza? alla sua mancanza di empatia e di emozioni? Sicuramente una madre che cerca di ucciderti e di darti in adozione lascia tracce indelebili, ferite così profonde da incidere sulla strutturazione della propria identità.

Il caso Mary Bell non è un romanzo, è una ricostruzione degli avvenimenti legati agli omicidi, al processo e nell’ultima parte, della vita di Mary grazie alla testimonianza di chi l’ha conosciuta. Alcune parti sono difficili da digerire ma consiglio la lettura del libro a chi voglia conoscere un caso molto discusso e un’autrice molto sensibile         

                                                                                                                                      

A cura di Ilaria Bagnati

ilariaticonsigliaunlibro.blogspot.com

 

 

Gitta Sereny


(Vienna, 13 marzo 1921 – Cambridge, 14 giugno 2012) è stata una giornalista e storica britannica di origini ungheresi. Tra le sue pubblicazioni figurano: In quelle tenebre (Adelphi, 1994) e In lotta con la verità. La vita e i segreti di Albert Speer (Rizzoli, 2009).

 

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