Recensione di Alessio Balzaretti
Autore: Stefano Meglioraldi
Editore: Le Mezzelane casa editrice
Genere: Thriller/fantascienza
Pagine: 457
Anno di pubblicazione: 2021
Sinossi. Nelle società meritocratiche del futuro, individui di talento hanno la possibilità di prolungare la propria vita acquisendo il corpo di un’altra persona. Jason Pride, il cambiante, vincolato a cedere il proprio corpo a un noto scienziato londinese prossimo alla fine, decide di fuggire insieme alla moglie Emily. Allo scopo di far fallire il Transfer, il gruppo eversivo Green Eco-Army si dichiara disposto ad aiutarlo. In una corsa mozzafiato contro il tempo, sia il Governo sia i terroristi si mostrano pronti a tutto pur di raggiungere i loro obiettivi, a costo di scatenare violente battaglie. Tra intelligenze artificiali, micro-droni e insetti ingegnerizzati, si svelano così gli inganni di una società futuristica solo all’apparenza ecologica. I colpi di scena e l’ambientazione suggestiva, che ben uniscono il thriller alla fantascienza, pongono in risalto l’umanità e la fragilità del protagonista, che combatte per affermare il proprio posto nel mondo.
Recensione
Quando ho terminato la lettura di questo romanzo ho immaginato una delle tante possibili finestre aperte sul futuro che ci aspetta e ci ho trovato tante cose logiche.
La prospettiva di una vita senza fine, la possibilità di migliorare ed intervenire sul nostro pianeta per preservarlo attraverso la sopravvivenze e l’evoluzione dei cervelli più geniali che l’essere umano ha concepito nella sua storia.
Al tempo stesso offrire, a chi non ne avesse i mezzi, un’esistenza agiata e confortevole anche se limitata, con tutte le garanzie che un contratto di cessione del proprio corpo può assicurare.
Ma qualcosa non quadra, il cerchio della vita è di fatto un limite a cui, per natura, non possiamo sottrarci.
Tenere eternamente aperto un ciclo vitale destinato ad interrompersi è un po’ come distorcere la realtà che è tale proprio perché ha un inizio e una fine.
Insomma, mi sono fatto trasportare da teorie complicate per rendermi conto che la stori narrata da Stefano Meglioraldi è un piccolo viaggio in ciò che l’uomo vorrebbe ma che non è nella sua natura. Una sorta di sogno che, scritto pagina dopo pagina, si tramuta in un incubo da cui il lettore si sveglierà più consapevole di prima del fatto che non siamo eterni e il tempo che ci è concesso deve essere utilizzato per offrire il meglio di noi stessi nel presente.
Jason, il cambiante, e Underwood, lo scienziato col diritto di prolungare la propria vita, sono mossi da motivazioni completamente diverse il cui denominatore comune è l’amore.
Il primo rinuncia ad una fetta della sua esistenza per offrire alla moglie Emily una vita migliore e il secondo usufruisce di un privilegio per rimanere vicino alla figlia Lucy.
Quando il paradosso si sta per compiere, inizia la fuga di Jason e il disperato inseguimento di un’intera intelligence che deve preservare l’affidabilità il sistema.
A distruggere i piani dell’elite che governa questa società del futuro, interverrà un gruppo eversivo che, come spesso capita, dovrà sacrificare molte, troppe vite, per conseguire i propri risultati.
Quando le guerre intestine sembrano regolate da pesanti confronti di forza, la differenza la fanno invece i piccoli particolari e in questo caso saranno veramente molto piccoli.
Transfer è un romanzo denso di idee affascinanti.
Quella che mi ha colpito di più è la tecnologia accostata agli insetti e l’alta competenza di Stefano in questo campo è emersa in maniera evidente, come la conoscenza dell’entomologia che probabilmente tocca direttamente con mano nel suo lavoro di agronomo a stretto contatto con la natura.
La trama è semplice ma intensa, il testo è abbastanza scorrevole anche se un po’ prolisso nelle descrizioni dei singoli personaggi e nei loro pensieri che, alle volte, ribadiscono situazioni già chiare.
Personalmente, questo difetto di sintesi, ha reso la lettura della parte centrale piuttosto faticosa, tuttavia l’apprezzamento per l’idea e lo svolgimento della storia non ne hanno risentito troppo.
Per certi versi, ho rivissuto le ambientazioni di alcuni film di successo come Minority Report o Blade Runner e quindi immagino che questo romanzo si possa inserire tra quelli che potrebbero diventare delle ottime sceneggiature.
Stefano Meglioraldi
Stefano Meglioraldi è nato a Reggio Emilia nel 1970 e lavora come agronomo specializzato in Scienze vitivinicole ed enologiche. Autore di numerosi articoli scientifici su riviste del settore, ha all’attivo diversi libri sulla viticoltura emiliana. Tra questi “La viticoltura nelle terre dei Lambruschi” (Montanari Group, RE), nuova edizione 2018.
La sua passione è leggere e scrivere narrativa di genere fantastico, soprattutto di fantascienza, dove l’immaginario si incontra con la tecnologia. Ama anche altri generi, purché lascino ampio spazio alla fantasia, comprese storie per bambini e ragazzi. Nel corso degli anni diversi suoi racconti si classificano ai primi posti in diversi concorsi letterari. Tra i più importanti: “Avaria per l’inferno”, secondo posto al Premio nazionale di letteratura fantascientifica “Senagalactica” del 2015, (“Senagalactica/2”, Marco del Bucchia editore) e “La minaccia viene dal futuro”, pubblicato nell’antologia “NASF 10” nel 2014; il racconto “Memorie di un dio”, scritto insieme a Manfredi Ermes, terzo classificato al Premio internazionale di narrativa il Prione (“I racconti del Prione”, Edizioni Giacché, 2006). Nel desiderio di condividere il suo amore per la scrittura, entra a far parte dell’Associazione scrittori reggiani. Nel 2017, in collaborazione con altri quattro autori, membri dell’Associazione Insieme per Rivalta, pubblica un libro di ambientazione storica dal titolo “18 maggio 1739 alla Reggia di Rivalta” (Pozzi Editore). Con Le Mezzelane Casa Editrice ha di recente pubblicato il racconto “La principessa e l’Occhio degli Antichi” nell’antologia “Storie e altre storie” (2020). “Transfer 2093” è il suo primo romanzo di fantascienza.
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