Recensione di Sabrina De Bastiani
Autore: Barbara Baraldi
Editore: Giunti Editore
Collana: M
Anno edizione: 2021
Pagine: 564 p., Rilegato
Anno edizione: 2021
Sinossi. Sulle note dei Simple Minds, dei Duran Duran e dei primi Litfiba, Barbara Baraldi ci trasporta nella città italiana più misteriosa ed esoterica, in una corsa a perdifiato tra le paure e le ossessioni di un’epoca.
«Gli piace pensare di essere invisibile, di essere in grado di colpire per poi scomparire. È compiaciuto dall’osservazione dello spettacolo di morte che riesce a provocare. Lo fa sentire potente. Quasi si identificasse con una forza soprannaturale, capace di colpire ferocemente e dileguarsi nella notte.»
È una notte d’estate del 1988, e a Torino si verifica un evento inspiegabile: il ponte Vittorio Emanuele I è completamente invaso da colonie di ragni, con lunghissime ragnatele sul parapetto che porta al santuario della Grande Madre. Quasi un prodigio, che attirerà decine di curiosi. Intanto il sostituto procuratore Francesco Scalviati si trova dalle parti del Pian del Lot, sulla scena di un crimine: una coppia di fidanzati uccisi in macchina in un luogo solitario. È il terzo, feroce omicidio che sembra imputabile alla stessa mano. Un caso cruciale e insidioso per il magistrato, in un momento particolarmente delicato della sua vita, visto che sta per diventare padre. Tra i presenti sulla scena c’è anche Leda De Almeida, giornalista investigativa con un passato traumatico in Libano, che Scalviati tenta di dissuadere dall’intraprendere un’indagine autonoma che potrebbe rivelarsi pericolosa. Ma a dare una svolta imprevista agli eventi sarà l’arrivo di Isaak Stoner, giovane e arrogante analista dell’FBI, che offre a Scalviati i nuovi potenti strumenti della criminologia, come il profiling e la teoria degli omicidi “seriali”, ancora sconosciuti in Italia. Seppur affascinato da queste idee innovative, Scalviati non riesce a fidarsi completamente del collega americano, convinto che nasconda un segreto. Nel frattempo, si avvicina il giorno del parto per sua moglie: sarà una bambina, ma i due non riescono a deciderne il nome. Proprio allora, il “mostro” colpisce di nuovo…
Recensione. “(…) Uccidere è molto di più di una semplice pulsione. E’ la sua vocazione.”
Aveva guardato troppo a lungo il volto del male per rimanere immune.
Il primo è l’assassino, il secondo chi gli dà la caccia.
Il primo è un serial killer, il secondo il sostituto procuratore Francesco Scalviati.
Il primo è una belva, il secondo un futuro padre.
Cercate le differenze, cogliete i dettagli, collegatele e collegateli, immergetevi nelle pagine e nel contesto che queste ultime vanno a narrare.
Ed ecco come “La stagione dei ragni” di Barbara Baraldi trovi la sua definizione perfetta già nel titolo, nel termine “stagione”, particolarmente.
Un dato momento storico, una stagione, appunto, della storia contemporanea che si pone proprio come un camminamento, un percorso che Baraldi, qui più che mai, ci stimola a compiere e compie lei stessa in prima persona.
Un percorso che corre sui fili dell’alta tensione e che si snoda, si sovrappone, si interseca su più piani e su più caratteri, come una vera e propria tela di ragno. Paragone scontato, già ammesso nel titolo.
Ma forse non così ovvio, qualora preveda e contempli anche la possibilità, realizzata in natura, che ad una singola tela non corrisponda un singolo ragno costruttore, bensì un’intera colonia.
Un concorso di colpa e, per converso, di redenzione?
Anche, sicuramente. Personaggi principali e secondari di forte impatto e caratura, ognuno reciprocamente legato all’altro, ciascuno un nodo da sciogliere.
Ma ciò che stravolge la forte connotazione thriller, cifra magistrale di Baraldi, e conquista spiazzando e coinvolgendo il lettore in prima persona è il racconto sul campo, in presa diretta, di quello spartiacque imprescindibile che ha portato termini come serial killer, profiling, soggetto ignoto, modus operandi, ad essere presenti nell’immaginario comune, nella cronaca nera, nelle operazioni di polizia. Non solo di terminologia si tratta, ma di una vera disciplina che ha cambiato l’approccio ad una particolare tipologia di crimini e di criminali. Radicalmente. E da cui si può solo partire, avanzare, mai retrocedere.
Sono gli anni ottanta, quelli del terrorismo, degli attentati, della mafia e della lotta alla mafia, che fanno da apripista a questo innovativo e controverso approccio mentale.
E l’autrice ce lo racconta dall’interno, nella confusione di un sostituto procuratore a mezza via tra le certezze del suo iter lavorativo e la propulsione ad ascoltare questa nuova tendenza, rendendosi conto sul campo dei suoi fondamenti. Tra diffidenza, curiosità, intelligenza e umanità. Umanità fallibile, fiera, forte, trascendente.
Un personaggio che ci cammina dentro pagina dopo pagina, che impariamo a capire, col quale soffriamo.
Una caccia difficile, un killer spietato
Qualcuno che considerava gli esseri umani nient’altro che prede per soddisfare la sua sete di sangue e che ora, per qualche motivo, aveva scelto Torino come territorio di caccia. Abbastanza scaltro da non lasciare tracce, così scrupoloso da eliminare chiunque potesse compromettere i suoi piani.
la vita quotidiana che irrompe e satura di bellezza ma anche di apprensione i giorni così tesi e serrati di un’indagine di portata internazionale.
Barbara Baraldi, ancora una volta, da’ prova di un talento e di una sensibilità ineguagliabili. Ci ha abituato ad essere sempre un passo avanti nelle trame, nella concezione dei twist narrativi. E riesce ad essere allo stesso modo ‘avanti’, pur guardandosi e rivolgendo la sua attenzione indietro, al passato. Un passato così prossimo che ancora ci brucia sulla pelle e che non dimentichiamo.
Così come io non posso dimenticare un dono che ricevetti un Natale, a ridosso di quegli anni.
Era “Mindhunter” di John Douglas.
La dedica, tra il serio e lo scherzoso:
Figlia mia, però non imparare troppo …
Papà.
Barbara Baraldi
Barbara Baraldi è autrice di thriller e sceneggiature di fumetti. Pubblica per Giunti editore la serie “Aurora Scalviati, profiler del buio” di cui fanno parte i romanzi Aurora nel buio (2017), Osservatore oscuro (2018) e L’ultima notte di Aurora (2019). Altre sue pubblicazioni: La stagione dei ragni (Giunti 2021). Nel corso della sua carriera ha pubblicato romanzi per Mondadori, Castelvecchi, Einaudi e un ciclo di guide ai misteri della città di Bologna per Newton & Compton. Tra il 2014 e il 2015 ha collaborato con la Walt Disney Company come consulente creativa. Dal 2012 scrive per la serie “Dylan Dog” di Sergio Bonelli Editore. È vincitrice di vari premi letterari, tra cui il Gran Giallo città di Cattolica e il Nebbia Gialla. È trai protagonisti di Italian noir, documentario sul thriller italiano prodotto dalla Bbc. I suoi libri sono accolti con favore dalla critica e dal pubblico e sono pubblicati in vari paesi, tra cui Germania, Inghilterra e Stati Uniti. Dal 2010 tiene lezioni e corsi di scrittura creativa per adulti e ragazzi in collaborazione con le scuole secondarie di primo e secondo grado.
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