Recensione di Chiara Alaia
Autore: Susan Scarf Merrell
Traduttore: Chiara Messina
Editore: Nua Edizioni
Genere: Thriller
Pagine: 280
Anno di pubblicazione: 2021
Sinossi. Al centro di questo avvincente romanzo troviamo due importanti figure del panorama letterario: la celebre Shirley Jackson, nota per il racconto La lotteria e per i romanzi L’incubo di Hill House e Abbiamo sempre vissuto nel castello, e suo marito, Stanley Edgar Hyman, critico letterario e professore del Bennington College. Quando un giovane dottorando e sua moglie incinta – Fred e Rose Nemser -, si trasferiscono a casa di Shirley e Stanley nell’autunno del 1964, non tardano a cadere preda del magnetico incantesimo esercitato dai loro ospiti brillanti e anticonformisti. Mentre Fred è assorbito dai suoi impegni di insegnante, Rose stringe un’improbabile e turbolenta amicizia con l’enigmatica e imprevedibile Shirley. Incuriosita dall’esplosivo matrimonio degli Hyman e inesplicabilmente attratta dall’autrice, Rose intuisce comunque che qualcosa non va qualcosa che ha a che fare con misteriose chiamate notturne e con l’inspiegabile scomparsa di una delle studentesse del campus. Denso di atmosfera e del fascino sinistro delle opere dell’autrice stessa, Shirley è un elegante thriller che ruota intorno a una delle più grandi autrici horror americane.
Recensione
Portato sugli schermi lo scorso anno da Josephine Decker, lo psico-thriller con cui Susan Scarf Merrell ha omaggiato la controversa figura della scrittrice Shirley Jackson, celebre per i suoi racconti horror e gotici, viene ora proposto ai lettori italiani da Nua Edizioni.
A metà degli anni ’40, Shirley Jackson e suo marito, il critico letterario Stanley Edgar Hyman, si stabilirono a Bennington, dove crebbero i loro quattro figli. È qui che la Merrell ambienta il romanzo, saltando al 1964 e aggiungendo alla dinamica familiare dei Jackson-Hyman la figura fittizia di Rose Nemser, voce narrante della vicenda.
La storia ha inizio con il trasferimento di Rose – incinta, ma poco più grande delle figlie di Shirley – e di suo marito Fred dagli Hyman. Mentre Fred lavora con Stanley, affiancandolo nel suo incarico di professore al college locale, Rose trascorre le proprie giornate con la Jackson, che divide il tempo tra la macchina da scrivere e la sua famiglia. La Merrell ci attira letteralmente nella casa di Bennington, una casa incantata, in cui anche i pavimenti di legno, la carta da parati e i vecchi mobili sembrano animati di vita propria.
In apparenza, Shirley è ben lontana dallo stereotipo della scrittrice affascinante e anticonformista. Quello che vediamo è una casalinga di mezza età, bassa e robusta: i suoi capelli rossi sono lisci e disordinati, indossa occhiali con la montatura marrone, un abito sciatto e pantofole cinesi, con lasigaretta che le pende perennemente dall’angolo della bocca.
Eppure Rose si attacca a lei, convinta che siano spiriti affini.
Insicura, segnata da un’infanzia turbolenta, la ragazza vuole solo essere vista, diventare qualcuno, e l’unico modo in cui pensa di poterlo fare è assorbire la vita della sua ospite, che esercita su di lei un’attrazione magnetica. In un certo senso, la Jackson diventa la sua ossessione: Rose vuole essere come Shirley.
“Voglio essere importante.”
“Forse potrei scrivere.”
“Voglio credere a ciò che credi tu.”
Per la trama del romanzo, oltre che dalla vita della scrittrice, Merrell ha preso ispirazione anche dalla storia locale del Vermont, proprio come fece la Jackson in alcune delle sue opere. Sia il romanzo Hangsaman, che il racconto La ragazza scomparsa contengono infatti riferimenti alla scomparsa di una studentessa diciottenne del Bennington College nel 1946, Paula Welden.
Nel thriller della Merrell, Rose si è messa in testa che Shirley ha qualcosa a che fare con la sorte di Paula, che la studentessa ha avuto una relazione con Stanley e che lei l’ha uccisa. Nonostante la Jackson e Hyman neghino di aver mai conosciuto Paula, i sospetti di Rose permeano l’intero romanzo in un climax di inquietudine, fomentati dai pettegolezzi della comunità di Bennington sui coniugi.
A poco a poco diventa chiaro al lettore che nulla di buono può venire dalla relazione morbosa e carica di tensioni tra i Nemser e gli Hyman, fino all’epilogo sinistro e drammatico, ispirato da un tragico evento, realmente accaduto a metà degli anni Sessanta.
Shirley è un thriller letterario ben scritto, suggestivo e angosciante, in cui la Merrell riesce a intrecciare brillantemente eventi della vita della scrittrice e fatti di cronaca con la fiction, in una trama ipnotica e tutt’altro che scontata.
Anche se l’autrice dissemina come Easter egg riferimenti a personaggi, storie di case infestate e stregoneria, che fanno parte del repertorio gotico della Jackson, una delle cose migliori di Shirley è che non è necessario conoscere le opere dell’autrice per godersi il romanzo. A me, però, è senz’altro venuta voglia di leggere La lotteria o L’incubo di Hill House.
Susan Scarf Merrell
Susan Scarf Merrell è un’autrice americana. Ha pubblicato romanzi, racconti e saggi. Il suo secondo romanzo, Shirley, su una giovane donna che va a vivere con la scrittrice Shirley Jackson e Stanley Edgar Hyman nella loro casa di Bennington nel 1964, è stato pubblicato il 12 giugno 2014 da Blue Rider/Penguin Books. I suoi racconti e saggi sono stati pubblicati su Los Angeles Review of Books, Tin House, The Writer’s Chronicle, The Southampton Review e The New Haven Review. Il suo romanzo d’esordio, A Member of the Family è stato pubblicato nel 2001 dopo la pubblicazione di The Accidental Bond: How Sibling Connections Influence Adult Relationships nel 1997.
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