Recensione di Claudia Cocuzza
Autore: Luca Arnaù
Editore: Newton Compton Editori
Genere: thriller storico
Pagine: 320
Pubblicazione: 8 luglio 2021
Sinossi. Firenze, 1481. Uno spietato assassino, subito ribattezzato “Strappacuori”, uccide le sue vittime dopo indicibili tormenti, strappando loro il cuore. Ser Pardo de’ Giovannini, consigliere del Magnifico, ha bisogno di qualcuno che conduca le indagini in modo non ufficiale: le vittime sono molto vicine a Lorenzo de’ Medici. Decide allora di avvalersi dell’ingegno del giovane Leonardo da Vinci. Con l’aiuto di Bencio, il suo giovane allievo, e di Lapo Caperna, il Capo delle Guardie, Leonardo inizia la sua indagine mentre i delitti si susseguono inarrestabili. Grazie al suo acume si accorge ben presto di un inquietante filo conduttore che sembra guidare la mano del colpevole: è l’Inferno dantesco. Ma l’astuzia di Leonardo dovrà fare i conti con la spietata freddezza di un assassino che non si ferma di fronte a niente pur di portare a compimento la sua raccapricciante opera. Anche per un genio come Leonardo, risolvere questo mistero potrebbe non essere così facile… Un thriller storico che mette in scena due protagonisti d’eccezione: Leonardo da Vinci, all’opera per arrestare una spirale di efferati delitti, e Dante Alighieri, ispiratore di macabri rituali.
Recensione
Firenze, 1481.
Uno spietato assassino sconvolge la città: i suoi omicidi sono messe in scena degne di un horror d’autore e le vittime appartengono tutte alla cerchia di Lorenzo de’ Medici.
Occorre fermarlo, prima che la sua furia lo porti pericolosamente vicino al Magnifico; ma chi può riuscire in un’impresa del genere?
La risposta è semplice: il genio indiscusso di quel tempo e di ogni tempo, Leonardo da Vinci.
Non è un detective convenzionale, Leonardo.
Non è un guerriero, è un artista, un inventore, uno scienziato; non si sa destreggiare con la spada e anche ad andare a cavallo non è un granché, più che altro si arrangia, ma ha un’arma a sua disposizione con cui può sfidare chiunque senza temere rivali: il suo cervello.
Non è la prima volta che, in narrativa, Leonardo indossa i panni dell’investigatore, anzi, numerosi sono gli autori che hanno sfruttato la poliedricità di mastro da Vinci immaginando per lui intrighi impossibili da dirimere per i più, da Diane Stuckart (La mossa dell’alfiere, La dama di Leonardo) a Marco Malvaldi (La misura dell’uomo) solo per citarne alcuni, ma Luca Arnaù si spinge oltre: affianca allo scienziato un altro dei nostri gloriosi avi, il Sommo Poeta.
I versi eterni della Divina Commedia diventano fonte d’ispirazione per l’autore di questi efferati delitti, in particolare, la scenografia a cui fa riferimento e che riproduce nei suoi assassini è quella dell’ottavo cerchio dell’Inferno dantesco, noto come Malebolge.
Dieci sono le bolge e altrettante sono le vittime designate, ma grazie all’arguzia di Leonardo, che mette a disposizione della tecnica investigativa il metodo scientifico˗ basato sull’osservazione dei fenomeni naturali˗ l’assassino non riuscirà a portare a termine il suo progetto di morte.
Mi sarebbe piaciuto conoscere meglio il Leonardo uomo, osservare frammenti della sua vita quotidiana al di fuori dell’indagine, come accade all’inizio della lettura, quando il Maestro viene interrotto mentre spiega la meccanica del volo ai suoi discepoli, ma mi rendo conto che la stessa esigenza narrativa non ha lasciato molto spazio alla caratterizzazione della vita privata del protagonista: la vicenda è oltremodo ingarbugliata, non si tratta di risolvere un caso ma di dare la caccia a un serial killer, dedito al culto di Satana, che si macchia di numerosi delitti e già il racconto di questi avvenimenti non può che concentrare su di sé il fulcro della narrazione.
Ciononostante, il Leonardo che viene fuori da queste pagine mi ha colpita: ho apprezzato la descrizione dei suoi studi più celebri e la loro applicazione all’indagine e all’analisi delle prove, fino a ottenere la cattura dell’assassino.
Altrettanto riuscito è l’accostamento a Leonardo, nel corso dell’indagine, del suo discepolo prediletto, Bencio, e del capo decina Lapo Caperna, a formare un trio investigativo ben assortito e vincente.
La ricostruzione del periodo storico è puntuale e il lettore viene trasportato nel XV secolo grazie a un’accurata descrizione dell’ambientazione e all’uso pertinente del linguaggio.
Le scene che mostrano i vari delitti sono vivide, ti sembra davvero di essere dentro uno dei gironi dell’Inferno e vi assicuro che non è una sensazione proprio gradevole; il ritmo narrativo è incalzante, riesci a sentire il ticchettio dell’orologio che scandisce il tempo che ti separa dal prossimo delitto da scongiurare, e non mancano di certo colpi di scena e diverse false piste che mantengono alte la tensione e l’attenzione del lettore.
Di solito a metà romanzo individuo l’assassino, questa volta sono dovuta arrivare quasi alla fine.
Lettura interessante e scorrevole, quindi la consiglio senz’altro.
A cura di Claudia Cocuzza
www.facebook.com/duelettricisottountetto/
Luca Arnaù
Luca Arnaù, genovese di nascita e milanese d’adozione, è un giornalista, direttore di riviste e agenzie di stampa. Ha diretto testate storiche quali «Eva 3000», «Vip», «Ora», «Di Tutto», «Nuova Epoca», «Top Salute», «Corona Star’s». Attualmente lavora come autore di documentari e serie TV. Ha fatto il ghost writer per molti vip e ha scritto racconti sotto pseudonimo.
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