Ho ucciso




Recensione di Cristina Bruno


Autore: Emiliano Pianini

Editore: Newton Compton

Genere: giallo

Pagine: 416

Anno di pubblicazione: 2021

Sinossi. Carrara, maggio 1944. La città è sotto il controllo delle truppe tedesche, in grande agitazione per l’imminente avanzata degli Alleati. Una notte, i conti Bigotti, molto vicini al regime fascista, vengono trucidati nella loro villa. Sul muro della stanza da letto delle vittime è stata scritta col sangue una frase di stampo anarchico e i nazisti pensano subito a un’azione partigiana. Viene quindi lanciato un crudele ultimatum: o l’assassino verrà trovato entro due giorni, o a farne le spese saranno i civili. Il maresciallo dei carabinieri, Attilio Ferraris, affida le indagini al brigadiere Ermanno Luci. Il caso, già di per sé insidioso, è complicato ulteriormente dalla pressione tedesca. Ben presto, Luci e Ferraris si rendono conto di essere l’ultimo baluardo che si frappone tra i già provati cittadini di Carrara e la furia degli occupanti. Il tempo a disposizione per risolvere il caso prima della rappresaglia è davvero agli sgoccioli: i due carabinieri dovranno prendere delle decisioni drastiche, per poter salvare degli innocenti.

Recensione

La Seconda Guerra Mondiale sta ormai volgendo al termine e i rapporti tra Italiani e Tedeschi sono sempre più tesi, mentre gli Alleati si avvicinano inesorabilmente. I bombardamenti sempre più pressanti mettono in ginocchio le città, le rappresaglie tedesche infieriscono e i partigiani nell’ombra portano avanti la loro lotta di liberazione.

In questo clima tumultuoso i conti Bigotti vengono ritrovati morti nella loro villa. I corpi sono disposti in una macabra rappresentazione e con il loro sangue è scritta sul muro una frase di Bakunin. Le indagini sono affidate ai carabinieri di Carrara con la supervisione delle autorità tedesche di stanza in città.

E così il maresciallo Ferraris e il brigadiere Luci dovranno trovare velocemente l’assassino altrimenti scatterà la rappresaglia tedesca nei confronti della popolazione.

Quel che emerge tra le pagine è l’umanità variegata che popola la cittadina martoriata dalla furia dei bombardamenti e delle rappresaglie. Incontriamo Giorgio, il ragazzino attorno a cui ruota buona parte della vicenda, stretto tra i suoi giochi infantili e una realtà troppo grande per lui.

Accompagniamo il vecchio sarto che ritrova vitalità in un guizzo di ribellione. Scopriamo Bianca e le altre che vogliono uscire dal ruolo che è stato loro imposto dal regime.

La lettura in cui ci immergiamo è piacevolmente complessa. Lo stile e il linguaggio sono puliti e scorrevoli e i personaggi spiccano con la loro forte caratterizzazione. I carabinieri Ferraris, Luci, Paladini e Bragadin hanno chiare e diverse personalità che interagiscono in nome della lealtà e della giustizia.

Dall’altro lato ci sono i nazisti e i fiancheggiatori fascisti con il loro carico di violenza e soprusi. Poi ci sono le donne che iniziano a prendere coscienza, le donne partigiane, le donne che vogliono contare, stanche di essere solo mogli e madri. Esoprattutto c’è l’atmosfera, tratteggiata con cura, di un preciso momento storico così difficile, così crudele.

Non è facile addentrarsi nelle coscienze di chi ha vissuto quel drammatico periodo, siano quelle delle vittime inermi, oppure quelle dei loro spietati aguzzini. La propaganda aveva offuscato le menti, la violenza e la paura le avevano ulteriormente piegate.

I protagonisti del romanzo si trovano a dover fronteggiare eventi più grandi di loro e i delitti che affiorano tra le pagine sono solo uno sbiadito riflesso dei crimini molto più grandi che stanno tormentando tutta l’Europa.

Il finale, come in ogni buon giallo, ci riserverà delle sorprese e un brigadiere Luci, ormai in pensione, finalmente avrà la certezza del colpevole e il suo desiderio di giustizia troverà pace.
Un bel romanzo poliziesco storico che cattura il lettore e lo trascina alla ricerca dell’assassino e del suo movente nascosto in un passato ancora più lontano.

A cura di Cristina Bruno

https://www.cristinabruno.it/

Emiliano Pianini


è nato a Carrara nel 1974 e da oltre sedici anni svolge la professione di avvocato. Ha una passione per la storia e per l’Inter. Quella per la scrittura risale al primo anno di scuola media, quando l’insegnante di italiano organizzò una piccola biblioteca: ognuno avrebbe dovuto portare un libro da scambiare con i compagni. L’incontro con La famosa invasione degli orsi in Sicilia, di Dino Buzzati, primo romanzo che gli capitò tra le mani, fu per lui decisivo.

 

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