Recensione di Fiorella Carta
Autore: Letizia Vicidomini
Editore: Homo Scrivens
Genere: thriller
Pagine: 312
Anno di pubblicazione: 2017
Andrea Martino, “il Commissario buono”, è in pensione da un anno, con tutta l’intenzione di godersela tra i nipoti e le sue amate piante.
Un giorno di primavera viene chiamato dal suo vice, promosso a capo della squadra: hanno trovato una donna anziana con la testa fracassata, all’interno del suo esercizio di Sali e Tabacchi.
Un condominio intero nasconde la storia della tabaccaia, ma il Commissario si lascia catturare dalla vicenda, per dare alla vittima giustizia e pace. Ma chi era davvero quella donna?
Gli autori di talento hanno una particolare caratteristica: riescono a catapultarti nello stesso stato d’ animo del libro precedente, ti accompagnano in un viaggio avvolto dalle stesse atmosfere che hai già amato.
Letizia Vicidomini, nella prima indagine di Andrea Martino è stata capace di tenermi sulle spine e non solo: non è scoprire l’assassino ciò che intriga, ma la capacità della scrittrice di sondare l’animo umano, fin nei più reconditi, nei più ancestrali desideri; fino al fulcro del dolore.
L’assassinio della tabaccaia apre un vaso di Pandora che scalpitava da troppo tempo e, sebbene in pensione da un anno, il nostro commissario non riesce a star lontano dalle indagini, facendosi coinvolgere nuovamente nelle tragedie altrui, nei segreti e nelle sofferenze di vittime e carnefici.
Perno importante, il rapporto tra genitori e figli: rapporti persi, mai costruiti, strappati dalla morte o da vecchie abitudini e vergogne.
Letizia Vicidomini
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