Il Vortice




Recensione di Denise Antonietti


Autore: Ross MacDonald

Traduzione: Raffaella Vitangeli

Editore: Fanucci

Genere: Hardboiled

Pagine: 256

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. L’affascinante e misteriosa Maude Slocum si presenta nello studio di Lew Archer portando con sé una lettera anonima indirizzata al marito James. Il testo è esplicito: “Caro signor Slocum, i gigli che marciscono puzzano più delle erbacce. Non è consapevole delle attività amorose di sua moglie?” Chi odia così tanto la signora Slocum da voler denunciare la sua vita privata? L’investigatore Lew Archer si mette sulle tracce dell’ignoto ricattatore ma questo è solo l’inizio di un incubo. Ben presto scopre che la figlia adolescente è depressa, il marito giace nasconde uno scheletro nell’armadio e la suocera della bellissima Maude ha un incidente mentre nuotava in piscina… Altri quesiti si formulano in poco tempo: perché il loro bellissimo ex autista è ancora in giro? E cosa c’entra la sinistra Pacific Refining Company con tutto lo spargimento di sangue?

Recensione

Se non la guardavi in faccia aveva meno di trent’anni, agile e snella come una ragazza.”

MacDonald apre così il suo secondo romanzo della serie di Lew Archer: con un “se” seguito, alcune righe dopo, da un “ma”.

E questa contrapposizione è molto più che la resa perfetta di un personaggio ambiguo come Maude Slocum: è la chiave di lettura dell’intero romanzo, nel quale tutto sarebbe molto semplice se solo la signora Slocum collaborasse.

Ma le sue reticenze saranno solo il primo degli ostacoli che dovrà affrontare il detective Archer, il quale, partito per occuparsi un banale ricatto, si troverà invece presto a indagare per risolvere un caso di omicidio.

Risulta complicato non perdere il filo degli avvenimenti: il lettore, come Archer, dal momento in cui mette piede nella tenuta degli Slocum viene fagocitato in un vero e proprio vortice: di personaggi, rancori, vendette, interessi economici che valgono più della morale di troppi, e della vita di molti.

A fare da sfondo alle vicende è una California ben lontana dall’immaginario collettivo che la identifica con le colline di Hollywood e le spiagge assolate di Santa Monica.

La California di MacDonald è desertica, spoglia, spesso indifferente, se non addirittura ostile, e martoriata dagli scavi delle esplorazioni petrolifere.

MacDonald, in questo, è magistrale: le sue descrizioni di lande aride, città desolate costruite in fretta e furia, locali squallidi popolati da un’umanità perduta, restituiscono al lettore un’immagine speculare del paesaggio interiore dei protagonisti della storia.

E la Giustizia con la G maiuscola – come spesso accade nella migliore tradizione hard-boiled – sarà costretta a prendere strade tortuose e poco ortodosse per poter trionfare.

A cura di Denise Antonietti

https://deniseantonietti.wordpress.com

 

Ross Macdonald


Ross Macdonald (1915 – 1983) è lo pseudonimo dello scrittore americano-canadese di gialli Kenneth Millar. Durante gli studi universitari, scrisse il suo romanzo d’esordio, The Dark Tunnel, nel 1944, firmato con il suo vero nome. Il primo libro della serie di Lew Archer, Bersaglio mobile, seguì invece nel 1949 e sarebbe diventato poi il film Harper con Paul Newman (1966). All’inizio degli anni Cinquanta tornò in California, stabilendosi a Santa Barbara, luogo in cui sono ambientati la maggior parte dei suoi libri. La serie di grande successo di Lew Archer, inclusi i best seller The Goodbye Look, The Underground Man e Sleeping Beauty, si è conclusa con The Blue Hammer nel 1976.

 

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