Recensione di Giusy Ranzini
Autore: Anna Vera Vita
Editore: Garzanti
Pagine: 256
Genere: thriller
Pubblicazione: 3 Marzo 2022
Sinossi. Il rione Sanità è un’isola. Un lungo ponte lo divide dal resto di Napoli. Qui, i vivi e i defunti convivono da secoli e non vi è posto, più di questo, in cui morte e vita siano così strettamente intrecciate. Ed è qui che, dopo quarant’anni, due fratelli si rincontrano. Raffaele, dato in adozione giovanissimo alla morte della madre, ci torna come parroco della basilica di Santa Maria alla Sanità. Peppino, invece, è il boss del quartiere. Due uomini che non potrebbero essere più diversi l’uno dall’altro. Eppure, il richiamo del sangue, ineludibile, li unisce. Un legame che è fonte di pericolo e tormento per entrambi. Quando la morte colpisce e un cadavere viene ritrovato in un appartamento del rione, le indagini, suffragate da un testimone poco affidabile, seguono un unico binario. Quell’omicidio fa tirare un sospiro di sollievo a tante persone, ma Raffaele non si lascia abbindolare. Decide di rivolgere il suo sguardo, esperto della vita, proprio tra la sua gente, anche se questo significa guardare qualcuno di molto, forse troppo, vicino a lui. Ma Raffaele non si è mai fermato davanti a nulla e non inizierà adesso. Sa bene che le sue indagini possono compromettere un equilibrio basato su regole non scritte e allo stesso tempo inderogabili, ma deve andare avanti. Perché la Sanità è un’isola e per navigare il mare che la circonda ci vogliono coraggio, passione e un concetto diverso di verità.
Recensione
Un romanzo che ti rapisce fin dalle prime righe, ambientato a Napoli, nel rione Santità, uno dei rioni più antichi e affascinanti di Napoli; un rione che ha alle spalle una lunga storia che lo ha trasformato da elegante zona nobiliare, a quartiere popolare.
Una storia scritta con maestria, ma soprattutto, di un’originalità unica. Una ventata di aria fresca che ti avvolge e travolge. Quando lo leggi, hai la sensazione di essere lì a Napoli, assieme ai protagonisti della storia.
I protagonisti sono due fratelli Raffaele e Peppino che, a causa di circostanze sfavorevoli, sono stati separati, ma, come spesso accade, il destino li ha fatti incontrare di nuovo, proprio a Napoli, la città che ha dato, ad entrambi, i natali.
Raffaele e Peppino, il bene e il male.
L’autrice, attraverso i due protagonisti, ci porta a una riflessione sul tema della “coscienza” ed il confine tra bene e male. Ma cos’è il male”?
Socrate diceva:
“chi conosce il bene fa il bene; quindi chi fa il male non conosce il bene.”
La distinzione tra bene e male è sottoposta al soggettivismo dei personaggi di “Questioni di sangue” che li porta a valutare le proprie e le altrui azioni secondo criteri personali i quali, inevitabilmente, inducono a interpretare la natura delle proprie scelte in maniera del tutto individuale.
Un romanzo vero dove, tra le pagine, si percepisce l’amore dell’autrice per la città di Napoli, ma, oltre all’amore, traspare anche il suo punto di vista imparziale: Anna Vera Viva, punta, senza esitazione, il dito sulle contraddizioni della città che la rendono, al tempo stesso, bellissima e inquietante.
Non dimentichiamo, come ricorda il titolo stesso del romanzo, che Il “sangue” è il vero protagonista della storia, il sangue che si mescola alla religione e che, in questo romanzo, viene sviscerato in tutte le possibili declinazioni.
Buona lettura.
Anna Vera Viva
Anna Vera Viva, salentina, si trasferisce a Napoli nel 1982. Scrive da molti anni ed è sceneggiatrice di docufilm e cortometraggi tra cui La consegna e Specchio delle mie brame, candidati al David di Donatello. Le sue passioni sono viaggiare e gironzolare per musei e gallerie d’arte contemporanea. Soggiorna spesso a Parigi e tra le montagne abruzzesi.
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