La casa alla fine del mondo




Recensione di Agnese Manzo


 

Autore: Paul Tremblay

Traduzione: Matteo Curtoni e Maura Parolini

Editore: Mondadori

Genere: Thriller

Pagine: 312

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. Eric, Andrew e la loro adorata bambina di sette anni, Wen, stanno trascorrendo una vacanza in un cottage isolato in mezzo ai boschi del New Hampshire, sulla riva di un lago, lontano dal caos e dal chiasso della vita metropolitana, senza Internet e cellulari: un angolo di paradiso in cui regnano il silenzio e la serenità. Ma in una mattina di sole il sogno si trasforma in un incubo quando dal bosco emergono quattro sconosciuti. Leonard, un uomo gigantesco dai modi gentili e il sorriso caloroso, e i suoi tre compagni brandiscono armi inquietanti e spaventose e sono lì per portare a Eric, Andrew e Wen un messaggio ancora più inquietante e spaventoso. Mentre la famigliola si barrica in casa cercando un modo per chiedere aiuto, diventa sempre più chiaro che i quattro non se ne andranno finché non avranno ottenuto ciò per cui sono lì, una scelta impossibile, un sacrificio terribile. Nelle ore che seguono, in un crescendo di presagi apocalittici, paranoia, follia, orrore e rituali di sangue, la piccola casa alla fine del mondo diventa il cuore dell’universo, il luogo in cui si deciderà il destino di una famiglia e, forse, di tutta l’umanità.

Recensione

Romanzo avvincente e adrenalinico, che prende avvio da un plot che è un classico della narrativa nordamericana: una famigliola che intende sfuggire per un po’ alla frenesia della vita cittadina per staccare la spina e passare qualche giorno spensierato diventa invece preda di una banda di squilibrati, in un crescendo di agitazione e terrore.

La bravura dell’autore nel tratteggiare un intero mondo con poche pennellate e dare vita a personaggi che suscitano immediata empatia fa sì che la lettura scorra via ansiogena e veloce, in cerca della soluzione a un problema impossibile da risolvere in maniera indolore.

La storia: Andrew ed Eric, coppia intellettuale di New York, arrivano insieme alla loro bambina Wen nel cottage sul lago che hanno affittato per le vacanze.

In una società ancora segnata dall’omofobia – Andrew ne porta i segni sulla sua pelle – i due uomini sanno di potersi considerare dei privilegiati: sono benestanti, colti, inseriti in un ambiente stimolante; la figlia adottiva è una bambina fantastica, un vulcano di idee e progetti, tenera con i suoi due papà. Il luogo che hanno scelto per le vacanze è quanto di meglio si possa desiderare: collegato al lago da un pontile, silenzioso, pieno di posticini in cui rilassarsi, chiacchierare, giocare.

L’idillio dura poco, pochissimo: Andrew, Eric e Wen non fanno neanche in tempo a prendere confidenza con il posto che subito, a spezzare l’incanto, arriverà una visita inquietante. Alla loro porta si presenteranno delle persone attrezzate con armi che sembrano uscite da un museo delle torture o da un incubo medievale: sono in quattro, e si ispirano apertamente ai Quattro Cavalieri dell’Apocalisse. Suscitano paura e allo stesso tempo sono spaventosamente normali, li sequestrano in casa ma assicurano di non voler fare loro del male.

Lo scopo della loro visita? Annunciare che la fine del mondo è imminente.

Tra incredulità e terrore, Andrew ed Eric sono costretti ad ascoltare una proposta scellerata: dovrebbero stringere un patto con i quattro sequestratori, un patto che potrà salvare il Pianeta, o per lo meno ritardarne la fine. Il dubbio finirà con l’insinuarsi tra di loro, tra reminiscenze bibliche, antiche frustrazioni, ricordi giovanili:

ma chi sono per davvero queste persone che sono entrate di prepotenza nella loro vita,  da dove arrivano?

Forse dal loro passato? Perché hanno cercato proprio loro?

Sono davvero dei folli, o sono invece i messaggeri di un altro mondo, gli abitanti di una realtà parallela che chiede salvezza per il Pianeta e per l’umanità?

Sullo sfondo di questa vicenda, come suo contraltare, la solitudine e la malinconia di una parte della società americana che cerca uno scopo da perseguire e un momento di gloria a qualunque costo.

Costo che, in molti casi, risulta altissimo.

Lettura consigliata.

Paul Tremblay


Nato nel 1971 ad Aurora, in Colorado, vive a Boston, nel Massachusetts. Dopo la laurea in matematica, ha insegnato nei licei ed è stato allenatore di pallacanestro ed editor per la casa editrice “Chizine”. Il suo primo racconto, The King Bee, è apparso in antologia nel 2001 e in seguito ha dato alle stampe 6 romanzi, quattro raccolte di racconti e un’opera firmata con lo pseudonimo “P. T. Jones” Nella giuria del Premio Shirley Jackson, ha ottenuto numerosi riconoscimenti nel campo dell’horror e della fantascienza tra i quali si ricordano i due premi Bram Stoker al romanzo: nel 2015 per Nel buio della mente e nel 2018 per La casa alla fine del mondo

 

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