Recensione di Giuseppe Tursi
Autore: Roberta Torre
Editore: Fandango
Genere: thriller
Pagine: 176
Anno di pubblicazione: 2022
Sinossi. Lavinia detta Jo, un giorno incontra il suo destino e il suo destino ha l’aspetto di BB il Mandriano, un uomo che non sembra camminare ma librarsi sulla terra, o meglio sull’asfalto dell’autostrada, mentre si avvicina alla macchina di sua madre per rubarla. Lavinia è annoiata della vita da ragazza di buona famiglia e soprattutto di sua madre, così quando il Mandriano si siede al volante accetta l’avventura senza opporre resistenza. In fuga da chi segue le loro tracce, i due troveranno rifugio a Pensione Pineta, un ricovero nascosto nei boschi, diventato riparo di una popolazione di anziani transfughi, ballerini di tango, assassini per amore, ex cacciatori, nobilastri locali in un circo che si rinnova ogni giorno di piccole vanità. Per questi stravaganti ospiti non c’è altro luogo dove andare, tutti sono devoti a una misteriosa presenza che pare vegliare come un nume tutelare sulla pensione, una centenaria custodita in una teca da cui i pensionanti si recano come in processione. Da quella casa, a ogni modo, non ci si allontana se non da morti. Per tutti loro l’arrivo di BB e di Jo segnerà una frattura della routine, con l’esplodere di gelosie, rancori e spaventi. Un romanzo che travalica i generi, che ci traghetta in notti paurose e pleniluni cari ai fantasmi, figure malefiche e straziate creature innocenti. Un canto alla libertà dai vincoli delle relazioni.
Recensione
Il libro di Roberta Torre è un ibrido letterario, l’horror il thriller e il fantasy si amalgamano perfettamente creando un’atmosfera suggestiva, davvero particolare e originale.
Quando Lavinia, detta Jo, vede rubare sotto i suoi occhi la macchina di sua madre in autostrada, non ci pensa due volte a rimanere di fianco al ladro, detto il Mandriano. Il Mandriano è il mezzo che Jo utilizza per conoscere la parte più oscura di se stessa, e allontanarsi una volta per tutte dalla sua vita agiata e da sua madre.
Lungo il tragitto il Mandriano si macchia anche di un omicidio. I due sono ricercati dalla polizia e, grazie a un colpo di fortuna, trovano riparo presso Pensione Pineta, una struttura situata sull’ appennino tosco-emiliano, che ospita al suo interno una variegata cerchia di persone. In questo luogo misterioso si dipana la storia, in cui succederanno cose fuori dall’ordinario, atroci delitti, suicidi che ci vengono raccontati sia da Lavinia che dalle voci presenti nella sua testa.
Ci sono innumerevoli tematiche che vengono affrontate nel libro come amori malati, rapporti conflittuali tra padre e figlio, il tema tra uomo e natura, ognuno a Pensione Pineta sembra fuggire da qualcosa o da qualcuno che tormenta la propria anima.
Strane Carne è un libro che lascia il lettore con il fiato sospeso dall’inizio fino alle battute conclusive, complice anche la scrittura scorrevole e precisa dell’autrice.
Se state cercando un libro che travalica ogni genere letterario, una bella scrittura e una storia accattivante, strana carne di Roberta Torre fa al caso vostro.
A cura di Giuseppe Tursi
instagram.com/giuseppetursi.libri
Roberta Torre
Roberta Torre, regista, sceneggiatrice, fotografa, frequenta la Scuola Civica di Cinema e la Scuola D’Arte Drammatica Paolo Grassi. Si diploma in recitazione e drammaturgia. I suoi cortometraggi vincono subito premi in numerosi festival di cinema nazionali e internazionali, ma il suo punto d’arrivo è nel 1997 in Tano da morire, suo primo lungometraggio che, oltre a riscuotere un grande successo di critica e pubblico, ottiene numerosi riconoscimenti fra cui tre David di Donatello. Hanno fatto seguito Sud Side Stori, Angela, Mare Nero, I baci mai dati, presentato alla 67ª edizione della Mostra del Cinema di Venezia e in concorso, come unico film italiano, nella sezione World Cinema del Sundance Film Festival 2011, è anche candidato a due Nastri d’argento, di cui uno proprio per il soggetto. I baci mai dati è anche un romanzo di Roberta Torre, pubblicato da La Tartaruga edizioni nel 2011.
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