Recensione di Salvatore Argiolas
Autore: Giuliana Sgrena
Disegni: Irene Carbone
Editore: Round Robin Editore
Genere: Graphic Novel
Pagine: 116
Anno di pubblicazione: 2022
Sinossi. Febbraio 2005, la giornalista Giuliana Sgrena viene rapita a Baghdad. I giorni successivi passano fra il silenzio dei rapitori, la solitudine di una stanza trasformata in prigione e le mobilitazioni in Italia. Dopo un mese di trattative, e dopo il drammatico appello in video, arriva finalmente la notizia della liberazione. L’esultanza però cede subito il posto all’angoscia. L’auto che stava conducendo la giornalista all’aeroporto di Baghdad è stata colpita dal “fuoco amico”. Colpi sparati dalle truppe americane feriscono Giuliana e tolgono la vita a Nicola Calipari, l’agente del Sismi che si era occupato della trattativa con i rapitori. Una storia intensa, raccontata dalle parole di Giuliana Sgrena a una misteriosa interlocutrice tra le paludi irachene. Un viaggio immaginario, verso un passato reale e drammatico, fatto per riconquistare il futuro e le verità di quei giorni.
Recensione
Giuliana Sgrena fu rapita in Iraq nel 2005 quando stava raccontando la condizione degli abitanti locali durante l’invasione guidata dagli americani che intendevano vendicare la distruzione delle torri gemelle nel nefasto 11 settembre 2001.
“Il mezzo è il messaggio” asseriva Marshall McLuhan e in effetti ogni strumentò comunicativo ha caratteristiche particolari. La graphic novel apporta al racconto un’immediatezza e una chiarezza espositiva che porta il lettore a immedesimarsi completamente nel racconto e proprio nel caso di questo libro “Giuliana Sgrena. Baghdad, i giorni del sequestro” questo particolare forma di narrativa mette in mostra tutti i dettagli importanti del caso, senza distogliere l’attenzione dalla sofferenza e dal coraggio di questa giornalista sempre in primo piano nella ricerca della verità.
Il suo rapimento fu traumatico perché si pensava che l’Iraq fosse pacificato dopo alcuni anni di gestione armata degli americani e dei loro alleati ma i focolai di ribellione erano ancora vivi e fomentavano attentati e rapimenti.
Giuliana Sgrena, giornalista del “Manifesto” fu prelevata da uomini armati dopo l’incontro con lo sheick Hussein mentre cercava notizie di prima mano sulla battaglia di Falluja.
La giornalista fu rapita e portata in una casa di Bagdad dove fu tenuta segregata per tuto il mese del sequestro e durante questo tempo fu guardata a vista da due carcerieri e da una donna che ogni tanto la interrogava.
Il racconto di questi trenta giorni di prigionia oscilla comprensibilmente dalla preoccupazione alla paura per le minacce e i ricatti che il gruppo di terroristi le rivolgevano, malgrado le loro rassicurazioni che tutto sarebbe finito nel migliore dei modi.
Giuliana Sgrena pur nella drammaticità della situazione non rinuncia alla sua dignità e quando i carcerieri cercano di tenerle la lezioncina antimperialista
“Noi iracheni abbiamo il diritto di combattere per liberare il nostro paese, come hano fatto in Vietnam e in Algeria…” risponde piccata “E lo vieni a dire a me che avete il diritto di combattere per liberare il vostro paese? A me che sono sempre stata contro la guerra e l’occupazione? Avete scelto la persona sbagliata!”
La risposta del sequestratore è soprendente e machiavellica:
”Sappiamo chi sei, ma questa e la guerra e utilizziamo tutti i mezzi a disposizione”.
La Sgrena infatti era stata rapita per forzare il governo Berlusconi a ritirare le truppe italiane in Iraq ma la sua liberazione avvenne, secondo molte fonti, in seguito al pagamento di un congruo riscatto.
Proprio durante le fasi concitate del rilascio della giornalista ci fu l’incidente che causò la morte del funzionario dei servizi segreti Nicola Calipari e il ferimento della stessa giornalista da parte di militari americani.
Questo drammatico avvenimento viene narrato nel libro, difformemente alle versioni ufficiali e fanno pensare a divergenze tra americani e servizi segreti italiani sulla gestione della liberazione della Sgrena.
La graphic novel, disegnata da Irene Carbone rende perfettamente sentimenti e azioni di questa storia sbagliata che mise in pericolo di vita una giornalista che ha sempre avuto la passione per l’impegno sociale e si è sempre distinta nel divulgare la realtà che sta dietro i conflitti armati.
Il libro contiene, oltre alla graphic novel anche un’interessante intervista a Hanaa Edwar, presidente della Ong Amal e promotrice dell’Iraqi Women Network, che comprende più di novanta organizzazioni di donne e che racconta la situazione attuale di questo Paese così travagliato, una ricostruzione scritta da Giuliana Sgrena che funge da riepilogo e da spiegazione di alcuni fatti controversi e da un divertente specchietto disegnato da Irene Carbone, intitolato “Come ho realizzato queste pagine ovvero Yoga per smartworkers con prole” dove illustra con ironia come si lavora avendo due figli piccoli per casa.
Giuliana Sgrena e Irene Carbone
Giuliana Sgrena: Nata a Masera (VB) nel 1948. Scrive per il quotidiano Il Manifesto dal 1988, ha collaborato con il settimanale tedesco die Zeit. Ha scritto diversi libri, tra cui Fuoco amico (Feltrinelli). Ha realizzato numerosi resoconti da zone di guerra, tra cui Algeria, Somalia e Afghanistan. Si è occupata in particolare della condizione della donna nell’Islam. Venne rapita il 4 febbraio 2005 mentre si trovava a Baghdad. È stata liberata dai servizi segreti italiani il 4 marzo, in circostanze drammatiche che hanno portato al suo ferimento e all’uccisione di Nicola Calipari, dirigente dei servizi di sicurezza italiani (Sismi). È stata nominata Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica dal presidente Carlo Azeglio Ciampi.
Irene Carbone: nata e cresciuta a Torino, lavora come disegnatrice e illustratrice. Ha studiato fumetto alla Scuola Internazionale di Comics e da sette anni collabora con Irene Frigo nel duo Irene e Irene, le cui illustrazioni hanno vinto diversi premi e partecipato a mostre.
Acquista su Amazon.it: