Recensione di Denise Antonietti
Autore: Richard Powell
Traduzione: Hilia Brinis
Editore: Marcos y Marcos
Genere: Narrativa umoristica
Pagine: 329
Anno di pubblicazione: 2022
Sinossi. Pace e solidarietà tra i popoli: con questi strani ideali Arthur Peabody Goodpasture, membro dei Peace Corps, sbarca nell’isola di San Marco, ai Caraibi. Vuol mettere in pratica le sue teorie rivoluzionarie sulla coltivazione delle banane, aiutare il popolo di San Marco a migliorare le sue condizioni di vita. L’accoglienza che riceve è un po’ diversa dal previsto: furfanti, generalissimi e tagliagole di ogni risma sono pronti a derubarlo, strumentalizzarlo, addirittura farlo fuori per ottuse trame di potere. Armato di candore estremo e di illimitata fiducia nel prossimo, Arthur fa saltare tutti i complotti; quasi senza volerlo ribalta ogni volta la situazione a suo vantaggio, con effetti comici dirompenti. Un romanzo che fa molto ridere – non per niente Woody Allen ne ha tratto un film memorabile – e regala speranza su quanto possano ancora contare qualità umane in disuso: altruismo, gentilezza e bontà.
Recensione
Se siete tra quelli che pensano che l’ottima narrativa debba per forza essere seria, questo libro non fa per voi.
Se invece, come me, amate l’umorismo dissacrante e un po’ cinico, vi piacciono i personaggi sbadati oltre l’inverosimile e, tra le altre cose, apprezzate le banane della varietà Cavendish Nana, allora siete approdati nel posto giusto.
Arthur Peabody Goodpasture, uomo dalle molte qualità, tutte incredibilmente ben nascoste, arriva a Puerto Grande a San Marco in una gloriosa mattina caraibica, e come prima cosa si fa derubare della macchina fotografica.
Ma ci vuole ben altro per scoraggiare un intrepido volontario dei Peace Corps americani. Arthur infatti ha una missione da portare a termine: quella di migliorare la situazione economica dei sammarcani insegnando loro a coltivare una varietà di banane che ben si adatta al clima e al terreno dell’isola.
Sfortunatamente per lui, la sua missione verrà fraintesa da tutti – probabilmente da lui per primo – e si trova subito trascinato in un turbinio di eventi che lo portano a rischiare svariate volte di rimetterci la pelle, prima a causa del governo, poi dei ribelli, poi dei russi, poi nuovamente dei ribelli, poi…
Insomma, a non volerlo morto c’è solo Pepe, il monello che gli ha rubato la macchina fotografica all’inizio e che poi si è fatto assumere come una sorta di guardia del corpo, al modico prezzo di quattrocento pesos per ogni volta che riesce a salvare la vita ad Arthur.
Un romanzo esilarante che trascina il lettore in una serie ininterrotta di scambi di persona, fraintendimenti e satira pungente dell’intervento degli Stati Uniti nel cosiddetto terzo mondo.
“Lei non porta mortai da ottantun millimetri, o fucili o carri armati leggeri?” “No, Generalissimo, io…”
“E nemmeno qualche jet che io possa equipaggiare con bombe, mitragliatrici e napalm?”
“I Peace Corps” dichiarai con fermezza “non si occupano di bombe e di mitragliatrici. Quanto al napalm, non so che cosa sia, ma è certo che a me non è stato dato in dotazione”.
“Corpo di mille diavoli!”
A cura di Denise Antonietti
https://deniseantonietti.wordpress.com
Richard Powell
è stato un autore americano di grande successo tra gli anni Cinquanta e i Sessanta. Oltre a Rosso = sangue (Garzanti 1957) e Vacanze matte del 1959 (pubblicato in Italia da Garzanti nel 1960 e ripubblicato da Einaudi nel 2011 e dal quale venne tratto nel 1962 il musical Lo sceriffo scalzo, con Elvis Presley) ha scritto altri venti romanzi (tra cui un best seller come L’uomo di Filadelfia) spaziando tra western, giallo e commedia. Da L’uomo di Filadelfia (pubblicato per la prima volta in Italia da Garzanti nel 1958) è tratto il bel film di Vincent Sherman del 1959 I segreti di Filadelfia, con Paul Newman. Don Quixote, U.S.A., un altro romanzo di Powell (edito in Italia da Garzanti nel 1966) avrebbe fornito spunti di trama a uno dei primi lungometraggi di Woody Allen datato 1971: Il dittatore dello stato libero di Bananas.
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