Strega comanda colore
Recensione di Laura Bambini
Autore: Chiara Tagliaferri
Editore: Mondadori
Genere: Narrativa
Pagine: 252
Anno di pubblicazione: 2022
Sinossi. Tutto comincia nella provincia più dimenticata della Bassa Padana, dove una nonna feroce tiene in scacco la famiglia a colpi di umiliazioni e crudeltà. Il denaro per lei è potere, e il potere è controllo. La nipote, protagonista di questa storia, a cinque anni dice a sua madre: «Quando la nonna Viviana muore ballerò sulla sua tomba con delle scarpe rosse». La madre si sente in colpa: «Come ti ho passato tutto questo? Dal sangue?». Due battute che sono l’esempio dello stile che incendia la pagina. Il sound di un esordio infuocato dai colori cangianti della cattiveria, per cui Chiara Tagliaferri ha orecchio assoluto. E il talento letterario di riprodurla attraverso personaggi femminili memorabili: la nonna, la madre, la sorella, se stessa. Strega comanda colore è un romanzo che sabota l’ipocrisia, è la storia di una ragazza che si oppone alla maledizione che la vita le ha scagliato addosso. Tra violenza, risentimento e tenerezza. La protagonista cresce affamata: vuole l’amore, vuole la bellezza ma vuole ancora di più i soldi. Per liberare chi ama, costruisce pazientemente la sua vendetta. E poi scappa: dalla pianura piena di nebbia arriva in una Roma piena di luce. Sprovvista di tutto, ma determinata a spogliare chiunque di ciò che lei desidera. Rubare agli altri per dare a se stessa diventa il suo vero lavoro. Per riuscirci inganna, mistifica, si scopre bravissima ad accalappiare fidanzati ricchi che tentano inutilmente di colmare le sue voragini. Intanto mente moltissimo, a tutti. Fino a che incontrerà l’unica persona capace di renderla vulnerabile. Una saga familiare luminosa e scellerata, la storia di un’emancipazione che passa attraverso il sangue, l’epopea di una ragazza che impara dal niente un alfabeto emotivo e che si salva anche grazie alla possibilità di un grande amore. Una storia di streghe. Finalmente.
Recensione
“Le streghe comandano i colori dall’inferno e vogliono farmi morire, come lei, di solitudine.”
Chiara Tagliaferri scrive un romanzo che non definisce di autofiction e infatti non lo è.
C’è la cattiveria limpida, vista con l’occhio critico e clinico che mi aspettavo da una penna affilata. C’è una famiglia governata dalle donne, come molte d’Italia, dove spadroneggia la più anziana a colpi di malignità lasciate scivolare sulla lingua, denaro ostentato ma mai elargito, mai.
Per la nonna della protagonista il denaro è il motore della vita e, se la figlia non ce l’ha, è solo colpa sua.
Un tale disonore si tramanda, “con il sangue”, dice l’autrice, di generazione in generazione e, come sempre accade, qualcuno spezzerà la catena.
La protagonista ci fa credere di aver commesso qualcosa di atroce sin dalle prime pagine, un qualcosa che striscia sottoforma di vendetta. Vuole l’amore che le è stato prima negato, e poi strappato con la morte prematura del padre. Vuole la bellezza che era impensabile nella casa natale, Roma piena di luce contrapposta a Piacenza coperta di nebbia, i fiori freschi quasi appassiti comprati ogni giorno, a sfregio di quelli finti. Vuole il denaro per bruciarlo, più che per trattenerlo.
In una narrazione a frammenti, che balza di decade in decade, la protagonista ci fornisce i tasselli di un puzzle che si ricompone solo alla fine e che, per mano altrui, viene svelato alla giusta luce.
Adoro le storie a puzzle, ormai lo sapete, tuttavia in alcuni punti del libro ho fatto fatica a seguire – non la narrazione e lo stile, tutt’altro, la scrittura è semplice e si segue che è un piacere –l’evoluzione degli eventi, l’ho trovato un po’ troppo veloce.
Ho apprezzato molto la caratterizzazione data dalle piccole cose, come il disgusto verso i piatti che “sanno d’aceto”, ricordo scritto sul palato con la cattiveria, come questo libro.
In fondo, questo romanzo non è nient’altro che il tentativo di esorcizzarla.
A cura di Laura Bambini
Chiara Tagliaferri
Chiara Tagliaferri è nata a Piacenza e oggi vive a Roma. È autrice, insieme a Michela Murgia, dei libri Morgana. Storie di ragazze che tua madre non approverebbe (2019) e Morgana. L’uomo ricco sono io (2021) pubblicati da Mondadori e ispirati agli omonimi podcast di culto della piattaforma Storielibere.fm. Ha lavorato per molti anni come autrice di trasmissioni radiofoniche per Rai Radio2 e per Storielibere.fm ha scritto e curato diversi altri podcast. Scrive per le pagine culturali di “Domani” e altre testate. Nel 2021 un suo racconto è uscito nell’antologia di Ponte alle Grazie Musa e getta. Sedici scrittrici per sedici donne indimenticabili (ma a volte dimenticate).
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