O tu o lui




O TU O LUI


Autore: Giuseppe Di Piazza

Editore: Harper Collins Italia

Genere: Noir italiano

Pagine: 288

Pubblicazione: 17 marzo 2022

 

 

 

 

Sinossi. Rosario De Luca, detto Sari, non ha conosciuto la sua famiglia. I suoi genitori sono morti in un incidente, ed è stato adottato da una famiglia lombarda che l’ha amato, cresciuto, regalandogli una vita felice, ottimi studi grazie ai quali è diventato un importante manager editoriale. Ma il passato l’ha seguito. Suo nonno era un boss della mafia: i nuovi padroni avevano bisogno dell’aiuto di Sari e contavano di ottenerlo, con il richiamo del sangue o con le minacce. Sari, però, è riuscito a sconfiggere il suo persecutore e lo ha ucciso. Ma con il boss è morta Valeria, il grande amore di Sari. Ora che si sveglia, in ospedale, protetto dalle forze dell’ordine ma senza più la sua vita, sa che la mafia è pronta a fargli pagare il prezzo della vendetta. Per scongiurarla intraprenderà un viaggio verso Palermo, prima, e poi verso New York, alla ricerca delle proprie radici e della propria salvezza, accompagnato da Stella, misteriosa e bellissima fotografa conosciuta in Sicilia. Giuseppe Di Piazza torna al noir, riprendendo il protagonista del suo Un uomo molto cattivo. E lo fa con un romanzo che ricorda i grandi maestri americani del genere, da Ellroy a Winslow, ma sa raccontare l’Italia di oggi nei suoi aspetti oscuri, e nelle sue radici terribili. Le pagine di O tu o lui sono percorse da una tensione entusiasmante, fino all’indimenticabile resa dei conti finale.

 

Recensione di Loredana Gasparri

Ho conosciuto Giuseppe Di Piazza come autore qualche anno fa, proprio grazie a Thrillernord. Il movente della vittima è stato il primo che ho letto e mi aveva colpito il rigore con cui narrava le sue storie, in cui spuntava l’ombra della mafia. E non era una semplice ombra. Era quella creatura tentacolare che gli Italiani conoscono bene, fin dall’infanzia.

Mafia è una delle parole più usate su giornali e telegiornali, e dagli stranieri che etichettano e inquadrano. Tuttavia, la parola non è sufficiente a descrivere la mentalità contraddittoria e spaventosamente efficiente che la anima. E anche usarne altre, o interi libri di parole per illustrarla, non ci riuscirebbero. Cadrebbero in elucubrazioni mentali che finirebbero per stordire e stancare.

Per rappresentare la mafia, ci vogliono narratori esperti come Giuseppe Di Piazza, che usa le parole al centimetro e al grammo, senza lesinare niente. Il suo è uno stile generoso, ma senza metafore roboanti, spiegazioni lunghe o giri di paragrafi. Usa immagini, disegna sguardi, richiama altri libri, altre situazioni, e quello che si ottiene è un quadro completo a più dimensioni, comprese quelle nascoste che si aprono nella mente del lettore.

Ricordate che in apertura ho parlato della presenza della mafia? È una creatura predatrice, molto estesa ed efficiente, mortale. Ma c’è anche chi la combatte, e non ne ha paura. Se ne ha, è molto bravo a tenerla controllata e a contrastare l’antica nemica.

In questo romanzo, l’antagonista dell’onnipresente e apparentemente invincibile mafia, è un imprenditore di origini siciliane cresciuto a Milano, Sari De Luca. Ha successo, moglie, figlio, un’amante diventata essenziale e persone influenti e pericolose che lo vogliono dalla loro parte. E che hanno sbagliato alcuni calcoli fondamentali: Sari non è uno yes man, e rifiuta di sporcarsi per collaborare con chi di solito ordina e non riceve rifiuti. La punizione non si fa attendere e l’amatissima amante, Valeria, ne fa le spese.

A questo punto della narrazione, che ci attende fuori dal libro e prima dei fatti esposti in O tu o lui, Sari dovrebbe piangere tutte le sue lacrime, farsi divorare dai rimorsi, pentirsi del suo rifiuto e piegare eternamente la schiena di fronte ai sanguinari padroni, pieno di paura.

Dovrebbe, ma non lo fa. Conscio di non aver più nulla da perdere, l’imprenditore fa qualcosa di inaudito: si vendica del boss che ha ordinato l’uccisione di Valeria. Non gli importa di continuare a vivere, e quasi il suo desiderio di finirla viene accontentato, poiché, per eseguire la sua vendetta, finisce all’ospedale con ferite profonde e mortali.

Ma non è ancora il momento di morire.

E non è ancora il momento di chiudere i giochi. Il boss assassino ha un fratello, che a sua volta esige la sua vendetta. Non è consentito che Sari possa ritenersi soddisfatto e viva tranquillo. Parte la ritorsione, e l’imprenditore si trova davanti ad un bivio terribile. Una foto, un viso amato, O tu o lui.

Vedremo Sari crollare?

Nemmeno per un momento. Per quanto sconvolto dall’aut aut, riflette e tira fuori una soluzione disperata per tirare fuori sé stesso e quello che rimane della sua famiglia da una faida che è durata troppo.

Per farlo deve fare un viaggio vero e proprio, da Milano a Palermo, dritto dritto nel covo di vipere. Non sa se ne uscirà vivo, ma questo non lo impensierisce nemmeno per un istante.

Quello che ancora non sa è che questo viaggio lo porterà in un altro continente, sulle tracce di un passato suo, e di una parte della sua famiglia, che non sapeva di avere, e che contribuisce a spiegare da dove arrivi quel sangue di leone che gli scorre nelle vene, che lo porta a sfidare a viso aperto una delle associazioni umane più spietate e mortali della storia. Forse le storie di vampiri che prevedono che il cacciatore di vampiri debba avere un goccio del sangue dei predatori per essere efficace sono vere… nel viaggio Sari scoprirà qualcosa di fondamentale su sé stesso.

E noi lettori scopriamo un romanzo velocissimo, accurato e pieno di adrenalina.

Una volta che Sari afferra un borsone per partire, noi dobbiamo solo tenergli dietro e non vediamo l’ora che si muova, che pensi, che agisca e che ci faccia arrivare alla fine, e teniamo le dita incrociate che sia bella, quella fine, che tutti i suoi sforzi servano a qualcosa.

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Giuseppe Di Piazza


Responsabile dell’edizione romana del Corriere della Sera, è stato a capo di Sette, Corriere della Sera Magazine e Max. Comincia la carriera giornalistica nel 1979 a L’Ora di Palermo. Dal 1986 al 2000 è al Messaggero, dove è capocronista, editorialista, caporedattore centrale. Dalla fine del 2000 approda a Milano, in Rcs. Ha pubblicato quattro romanzi e fatto diverse mostre fotografiche. Con Harper Collins ha pubblicato Malanottata, che ha vinto il Premio Cortina d’Ampezzo 2018, Il movente della vittima(2019) e L’ arte di non amare (2021).

 

A cura di Loredana Gasparri

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