VOLVER
Autore: Silena Santoni
Editore: Giunti Editore
Genere: Noir
Pagine: 372
Anno di pubblicazione: 2022
Sinossi. Argentina 1977. In un Paese schiacciato da una dittatura feroce, sei personaggi intrecciano, sulle note struggenti di un tango, i loro destini. Uno studente che abbraccia la lotta clandestina e che poi è costretto a fuggire, una madre disperata in cerca di una figlia scomparsa, un console che osa sfidare il regime, un ragazzo derubato della propria identità, un tanghèro di strada assetato di vita. Ognuno a suo modo “ritorna”, come recita il titolo della canzone, ognuno ha una sua ragione per non liberarsi del passato. E poi c’è Martina, il filo rosso che li unisce. Martina ha poco più di vent’anni, una vita agiata e senza scosse fino al momento in cui una serie di eventi drammatici ne travolge l’esistenza. Improvvisamente, misteriosamente Martina scompare. Di lei nessuno sa più niente, né i genitori che la cercano disperatamente, né il fidanzato, né gli amici e i compagni di Università, né il console a cui aveva chiesto aiuto. Sullo sfondo Buenos Aires, personaggio essa stessa, assiste agli orrori che i militari perpetrano silenziosamente, contraddittoria e indecifrabile perfino per chi ci è nato e cresciuto. Un puzzle che si compone di passioni mai sopite, imprevedibili coincidenze, sospetti mai confermati, fino allo sconvolgente, inatteso epilogo.
Recensione di Salvatore Argiolas
Il “nostos”, (il ritorno) è un tema classico della narrativa dove il rientro a casa del protagonista chiude un cerchio, metafora della vita stessa, e diventa momento di consuntivi e riflessioni sul viaggio intrapreso.
Anche Juan Fernando Insolito quando torna a Buenos Aires dopo trentacinque anni si trova a tracciare un bilancio della propria vita e ripensare al momento di svolta che ha cambiato la sua esistenza.
La capitale argentina è diventata un luogo turistico e anche la Boca, è ormai una trappola per turisti dove
“individui di ogni età e di ogni razza procedevano fitti come formiche, ora in un flusso contunuato, ora rompendo le file per assieparsi davanti alle vetrine di souvenir made in China.”
“Buenos Aires era sempre la stessa: frenetica e sonnolenta, squallida e maestosa, dolente e smemorata, indifferente a chi va e a chi resta”
come quando in un caldo giorno di inizio gennaio di tanti anni prima decise di lasciarla per andare in Patagonia.
“Se vuelve siempre al primer amor” dice la canzone e Juan Fernando “aveva girato il mondo, conosciuto gente straniera, collezionato esperienze, eppure la macchina del tempo lo riportava inesorabilmente in quella lurida stanza dove aveva speso tutto il credito di felicità che gli era stato concesso dalla vita.”
La sua vita incrocia le traiettorie di diverse persone, che orbitano tutte attorno la scomparsa di Martina, studentessa universitaria improvvisamente scomparsa durante la fase iniziale della dittatura militare argentina e attraverso i punti di vista di altri cinque protagonisti, che, per contrasto mette in evidenza questo drammatico periodo della storia del Paese sudamericano esemplificato perfettamente da “L’Eternauta”, “historieta” che Martina e i suoi amici leggono con partecipazione perché racconta l’improvvisa nevicata letale che colpisce Buenos Aires e ne decima gli abitanti per praparare l’invasione degli alieni, trasparente profetica metafora che preannunciava il golpe militare e che fece condividere all’autore, Hector Oesterheld, la sorte di tantissimi altri desaparecidos.
“Una singola morte è una tragedia, un milione di morti è una statistica”,
è una citazione che viene attribuita a Stalin per rendere meno terribile l’impatto dei numeri delle vittime delle guerre rendendolo ,meno agghiacciante ma rovesciandone il significato, seguire e empatizzare con un “desaparecido”, come vennero chiamati con supremo insulto, gli argentini rapiti e fatti sparire nel nulla, rende ancora più chiara e dolorosa la loro sorte.
Attorno alla sparizione di Martina, simpatizzante di un movimento terrorista, si sviluppa la trama che oscilla tra passato e presente per illustrare alcuni momenti chiave dell’evoluzione autoritaria che si stima, portò alla morte di circa 40.000 persone.
La ragazza è soltanto un pesce piccolo dell’opposizione ma, con un suo collega e amico, organizza la fuga in Italia, tramite il console italiano, e quando tutto sembra andare come programmato, Martina scompare nel nulla e per tanti anni resterà nella mente e nel cuore di alcune persone che tenteno in tutti i modi di trovarla, come la madre che diventerà uno delle madri di Plaza de Majo, che continueranno a protestare per avere giustizia per i propri cari.
Romanzo nerissimo, “Volver” ci mette a contato con la terribile realtà di quegli anni così duri e intreccia con bravura diversi punti di vista che portano a definire con chiarezza molti aspetti poco noti di una nazione a cui ci legano innumerevoli rapporti, storici, sentimentali ed economici.
Silena Santoni riesce a intessere una trama ottimamente costruita con diversi scostamenti narrativi, anche temporali, convogliando l’attenzione verso un finale a sorpresa che corona una vicenda ricca di personaggi complessi e sfaccettati tra cui spiccano il console italiano, la cui figura è stata ispirata dalla vera storia di Enrico Calamai, che venne chiamato “lo Schindler di Buenos Aires” per aver salvato più di trecento persone perseguitate dal regime argentino, Franca, la madre di Martina, che non si rassegna alla sparizione della figlia e in seguito pensa di aver trovato il figlio della ragazza che le fu strappato dalla culla e lo circonda di pressanti attenzioni, incapace di superare la perdita.
“Volver” è un noir che supera i confini di genere e diventa documento e strumento di riflessione su una delle peggiori dittature sudamericane che mise in ginocchio un Paese dalle straordinarie potenzialità ma che purtroppo non è ancora uscito dal cupo tunnel della crisi economica e sociale.
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Silena Santoni
è nata e vive a Firenze. Per molti anni ha insegnato Lettere nelle scuole medie e superiori. Ha frequentato una scuola triennale di recitazione e un corso annuale di sceneggiatura teatrale e scrive brani e adattamenti teatrali per la compagnia Katapult nella quale recita. “Una ragazza affidabile” (Giunti 2018), il suo romanzo d’esordio, è stato un successo di critica e pubblico, al quale ha fatto seguito nel 2020 “Piccola città”.