Memoria




Memoria delle mie puttane allegre


Autore: Carlotta Vagnoli

Editore: Marsilio

Genere: Narrativa Contemporanea

Pagine: 160

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. Se la Macondo di García Márquez è un paese isolato e circondato dalle foreste dove si succedono generazioni di Buendía e in cui ogni tanto arriva uno straniero, Marina di Castagneto Carducci – dov’è cresciuta Carlotta Vagnoli – ci somiglia abbastanza, se non fosse che a Macondo cercano il mare per tutto il tempo mentre a Castagneto Carducci ce l’hanno davanti. E a cos’altro somiglia un piccolo paese se non a una bolla social dove ognuno pensa di vedere e sapere tutto di tutti, o almeno ci prova? Raccontando la dicotomia “santa/puttana” come il modello fondativo dell’Occidente e prendendo le mosse da Úrsula, Pilar e Remedios la bella di Cent’anni di solitudine, l’autrice svela la furbizia di presupporre i buoni sentimenti o i cattivi costumi delle donne e ci accompagna, dentro e intorno ai romanzi di Gabo, a scoprire la possibilità di vivere avventure anche quando queste sono sbagliate. Per capire cosa c’entrino con tutto questo e l’adolescenza la statua di Nonna Lucia di Carducci, il camper itinerante di una sex worker e la chiesa su ruote che portava la messa a Marina, e cosa significhi che l’Italia, proprio come Macondo, è tutta provincia – ed è proprio qui che nascono le storie –, non resta che leggere il libro.

Recensione di Gabriele Loddo


Il romanzo esordisce con un interessante taglio autobiografico: l’autrice ripercorre le strade che la conducono a Marina di Castagneto Carducci, suo paese di origine, e quelle strade e quei colori le riportano alla memoria i ricordi dell’infanzia. I cipressi che annunciano l’arrivo a casa, i giochi con la madre, la nonna e la bisnonna, l’estesa macchia mediterranea da una parte che isola l’abitato dal resto del mondo e il mare con i suoi campeggi dall’altra.

Associare la conformazione del suo paese con quello di Macondo, ideato dalla fantasia di Gabriel Garcia Marquez in Cent’anni di solitudinele viene spontaneo e se in un primo momento sono le affinità imposte dalla natura a generare la similitudine in seguito l’autrice analizza, passo passo, come anche i comportamenti politici, socialie culturali risultino essere affini, come se i due microcosmi si fossero sviluppati chiusi all’interno di una bolla, generata dall’isolamento, in grado di influenzare il pensiero e le azioni umane.

Questa condizione, insieme all’imposizione di dogmi religiosi, leggi, modelli e convenzioni superstizioseha ingiustamente favorito il genere maschile rispetto a quello femminile e, nel tempo, questa differenziazione è stata esacerbata a tutti i livelli, dalla letteratura al ruolo sociale.

Il romanzo (secondo il mio punto di vista) si trasforma pian piano in un bel saggio, attraverso il quale l’autrice conduce in una raffinata e puntigliosa disamina dei ricorsi storici (perché in fondo tutto il mondo è paese) per i quali il mondo femminile, a partire dagli stessi personaggi della letteratura classica, sono stati spesso bollati come problematici, tristi viziati, resi invisibili per la poca voglia e interesse del mondo maschile nel suo voler riscoprire una realtà che si presenta più articolata e complessa che le credenze secolari hanno voluto affibbiare all’universo donna, in un costante confronto con le figure femminili presenti nei lavori di Marquez.

Mi fermo qui, non vado oltre. Primo perché potrei spoilerare in eccesso il contenuto del romanzo, secondo perché potrei trasferire messaggi sbagliati rispetto ai complessi e articolati ragionamenti, sempre accostati da precisi riferimenti, che l’autrice intende trasmettere.

Un consiglio per le persone a cui interessa il tema trattato: leggetelo perché è curato in modo minuzioso.

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Carlotta Vagnoli


Fiorentina classe 1987, si approccia alla scrittura iniziando a collaborare come sex columnist per “GQ” e “Playboy” nel 2015. Autrice, attivista, content creator, utilizza le piattaforme social come veicolo per fare divulgazione sui temi riguardanti il linguaggio, la violenza di genere, gli stereotipi. Dal 2017 tiene lezioni nelle scuole medie e superiori d’Italia per avvicinare studenti e studentesse al tema del consenso e fare prevenzione contro la violenza di genere. Nel 2021 sono usciti Maledetta sfortuna per i tipi di Fabbri Editori e Poverine per Einaudi.