Sorella Rivoluzione
Autore: Pierfrancesco Majorino
Editore: Mondadori
Genere: narrativa contemporanea
Pagine: 300
Anno di pubblicazione: 2022
Sinossi. Sono donne, sono suore, sono educatrici. Vivono ai margini di una metropoli e per i margini si battono. Svetta madre Giuliana, intrepida interprete della dottrina della liberazione, e intorno a lei un manipolo di compagne di tutte le età, cresciute nella fede o anche semplicemente ispirate dallo spirito della giustizia sociale. Insieme decidono di dar vita a un’esperienza di resistenza e di salvezza, contro l’ottusità, culturale e politica, contro l’ipocrisia velenosa dei nuovi rappresentanti del potere. Contro la violenza. Dai giorni della caduta del Muro di Berlino a un futuro prossimo, e non così lontano come si potrebbe pensare, la loro lotta si fa sempre più drastica: non vogliono muri nuovi, nuovi ghetti, nuove forme di marginalizzazione. Fra episodi che rimescolano passioni, tensioni, rigidità dogmatiche e il meraviglioso caos di un’esistenza guidata da ideali comuni, Giuliana, Cecilia, Teresa, Marina, Anita, Ingrid e le altre ci guidano dentro un mondo che conosciamo, ribaltando prospettive, visioni, sogni. Dalla “fine della storia” alla prospettiva di un’altra storia, attraverso i fantasmi del presente. Piefrancesco Majorino sa aggiungere a questa avventura di sorellanza – una sorellanza vista con gli occhi di un uomo – gravità e leggerezza, severità e ironia.
Recensione
È la storia di una comunità di suore sui generis. Il ribaltamento di quello che l’immaginario della maggior parte di noi considera il mondo e il ruolo delle suore. Sono dedite alla preghiera e all’assistenza, e, qualsiasi sia la loro attività, non destabilizzano, perpetrano la morale ufficiale, la rigidità educativa, la temperanza, la pazienza: sono funzionali al sistema.
Ma non in questo romanzo. Qui abbiamo un gruppo suore che hanno un progetto:
combattere l’emarginazione istituzionale delle categorie più deboli.
E lo fanno per quarant’anni, in maniera originale perché all’assistenza del corpo coniugano la crescita dello spirito critico attraverso ogni forma di istruzione, dallo studio della filosofia all’analisi dell’evoluzione del pensiero attraverso il mezzo cinematografico, da Aristotele ai social, da Carl Marx a Don Milani, dalla cura degli animali e delle piante all’hakeraggioinformatico.
Nel tempo crescono, sviluppano le loro conoscenze e la loro rete di contatti in tutto il mondo. Perché?
Vedono la nostra umanità andare alla deriva e si preparano al peggio. E purtroppo il peggio arriva e, come tutti sappiamo, le valanghe dell’orrore si ingrossano senza controllo e travolgono ciò che trovano nel loro cammino.
Devo dire che, da lettrice appassionata di thriller, non ho apprezzato la costruzione di questa trama che non presenta adeguati conflitti e non semina nulla, o quasi, per oltre duecento pagine e poi improvvisamente esibisce un evento talmente sconvolgente da risultare avulso dal resto della narrazione. Si fa fatica a comprendere, e solo il lettore impegnato riesce a leggere tra le righe il messaggio: il timore che il potere odierno reiteri gli orrori del passato.
Per circa il settanta per cento della narrazione, infatti, l’autore ci racconta il quotidiano di queste donne: un quotidiano fatto di lavoro sul campo della eterogenea comunità che le sorelle Giuliana e Cecilia hanno formato.
Molto buona l’analisi dei personaggi, anzi delle personagge, perché pochi sono gli uomini che le affiancano. Le loro storie sono raccontate con ottimo italiano e un linguaggio scorrevole a tratti ironico, a tratti commovente. Tuttavia, in questa parte, il testo, benché piacevole, manca di mordente, non si evince un conflitto che spinga a girare pagina.
Il lettore informato e attento alle tragedie del mondo reale, intuisce che il lavoro delle sorelle trovi degli ostacoli esterni non lievi, e che, anche al suo interno, non tutte le storie possano condurre a un epilogo felice. Purtroppo però l’autore non si sofferma, sorvola, e. quando arriva il tracollo sociale temuto dalle sorelle,l’evento è scioccante.
Un colpo di scena improvviso e inaspettato che apre le porte all’epilogo del romanzo che, a questo punto, diventa totalmente distopico. Anche in questa parte, solo l’intuizione ci porta a immaginare cosa potrebbe essere accaduto, perché purtroppo l’autore ci conduce in questa discesa negli inferi senza accompagnarci, senza soffermarsi a descrivere, almeno nei suoi tratti essenziali, l’evoluzione dell’attuale sistema in questo mondo straordinario.
Complessivamente il romanzo ha delle importanti note di merito. Ottimo e piacevole nel linguaggio è soprattutto fuori dall’ordinario, in senso positivo, perché la storia narrata rovescia una proiezione stereotipata e sollecita il nostro occhio critico su come venga istituzionalmente gestita ancor oggi la diversità, qualsiasi sia il significato che vogliamo dare alla parola, e quanto sia potente il rischio della costruzione di nuovi muri e nuovi campi di concentramento, nonostante la volontà contraria di molti. Molti sì, ma non abbastanza neanche in Europa
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Pierfrancesco Majorino
Pierfrancesco Majorino è nato a Milano, nel 1973. È autore e curatore di saggi riguardanti la questione sociale e l’immigrazione – tra cui Nel labirinto delle paure, scritto con Aldo Bonomi -, e di romanzi. Dal 2019 è membro del Parlamento europeo, istituzione dove si occupa in particolare di diritti umani e sociali, lotta alle povertà, immigrazione, cooperazione e sviluppo. Fa inoltre parte della Commissione speciale chiamata ad affrontare il tema delle ingerenze straniere nei processi democratici. A Milano è stato assessore alle Politiche sociali dal 2011 al 2019.
A cura di Silvana Meloni
https://www.instagram.com/silvameloni/