A casa




Sinossi. La protagonista di questa storia è una donna di cui non scopriremo mai il nome. Sappiamo però che ha appena chiuso un capitolo della sua vita per cominciarne uno nuovo: dopo che la figlia è andata via di casa, ha deciso di lasciare il marito, un accumulatore compulsivo sempre preparato al peggio, ma anche un confidente, con il quale continua a intrattenere una regolare corrispondenza. Priva di rapporti significativi al di fuori del nucleo familiare ormai sfaldato, la donna si trasferisce al mare, in una casa tutta sua; poco lontano si trova il paesino dove inizia a lavorare nel pub del fratello, un sessantenne fanfarone e sfaccendato. Mentre l’ex marito e la figlia giramondo continuano a occupare i suoi pensieri, con cautela la donna cerca di ambientarsi in un paesaggio umanamente e climaticamente duro: stringe amicizia con una sua coetanea originaria del posto, tenta una goffa relazione amorosa, rimesta tra i ricordi della sua vita passata e, immersa in una solitudine scelta ma non priva di inquietudini, si domanda che ne sarà di quella futura. Capolavoro della grande scrittrice tedesca Judith Hermann, A casa è il racconto di una rinascita che parte da un luogo remoto, una tabula rasa che consente alla protagonista di mettersi a fuoco e sperimentare la libertà da donna matura non relegata al ruolo di madre e moglie; un romanzo armonioso, in cui una prosa superba tiene insieme tutte le fila e trascina con sé il lettore riuscendo a cogliere la sostanza impalpabile di un’atmosfera, uno stato d’animo, un incontro.

 A CASA

di Judith Hermann

Fazi 2024

Teresa Ciuffoletti ( Traduttore )

Narrativa contemporanea , pag.156

 Recensione di Simona Burgio 

Questo è l’esempio di quello che poteva essere un grande romanzo di formazione, se l’autrice avesse scelto un approccio diverso.

Non sapere il nome della protagonista può risultare indigesto e poco comprensibile, ma è l’ultimo dei problemi di questo libro.

L’introspezione dei personaggi è pressoché inesistente. La protagonista vive la sua vita solitaria come se non le importasse nulla di chi o cosa la circonda.

Divorzia dal marito, si trasferisce in un villaggio anonimo e intrattiene una pseudo relazione con un allevatore freddo e taciturno.  I personaggi secondari sono piatti e aridi e non trasmettono nessuna emozione. Peccato, perché il prologo lasciava presagire una lettura interessante.

Così non è stato. Inoltre, la mancanza dei caporali nei discorsi diretti crea confusione inutile e rallenta la lettura già noiosa di per sé.

Non ho riscontrato nessuna rinascita nella vita della protagonista, nessun senso di libertà. Piuttosto, ho notato il talento dell’autrice nel depistare il lettore facendogli credere cose diverse da quello che sono senza dare nessuna spiegazione. 

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Judith Hermann


(Berlino, 1970), scrittrice tradotta in molte lingue e vincitrice di prestigiosi premi come il Kleist-Preis e il Friedrich-Hölderlin-Preis, è stata accostata per le sue raccolte di racconti a Carver e Cheever. L’amore all’inizio (Erich Fried Preis 2014), acclamato in tutta Europa, definito in Francia «un trionfo di sfumature» (“Le Monde”) e in Inghilterra «il magistrale ritratto di un’ossessione» (“The Independent”), è il suo primo romanzo, pubblicato in Italia dall’editore L’orma.
Nel 2024 esce per Fazi, A casa.

A cura di Simona Burgio 

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