Sinossi. Sulle tracce del killer che terrorizza la Capitale, la commissaria Nadia Montecorvo dovrà fare i conti con il proprio passato. Mancano pochi giorni a Natale, e la commissaria Nadia Montecorvo sta indagando su un caso molto delicato: davanti a una scuola elementare di Roma sono stati esplosi diversi colpi di pistola. A perdere la vita è una giovane donna, Emilia Colantonio; mentre Carlotta Lenzi, una bambina che stava andando a scuola insieme a suo padre, è rimasta gravemente ferita. Le indagini si concentrano subito sul passato di Emilia: l’assassino aveva un movente personale o la follia omicida si è scatenata a seguito di un diverbio per motivi di lavoro? Determinata a non escludere nessuna ipotesi, Nadia comincia a interrogare diversi sospettati. Ma dopo una visita in ospedale per sincerarsi delle condizioni della piccola Carlotta, i ricordi personali cominciano a sovrapporsi all’indagine in corso. In un caso in cui è vitale mantenere la lucidità e il sangue freddo, la commissaria Montecorvo dovrà riuscire a tenere a bada i suoi demoni interiori per trovare al più presto il colpevole.
A ROMA SI MUORE DA SOLI
di Enrica Aragona
Newton Compton 2023
Thriller, pag.200
INTERVISTA
di Giusy Ranzini
a Enrica Aragona
Enrica Aragona ha creato un’ambientazione natalizia unica. In che modo ha influenzato la trama o l’atmosfera del romanzo?
Il periodo di Natale è sempre molto suggestivo, e parlando da scrittrice, fornisce ottimi spunti sia per creare delle descrizioni ambientali di impatto, sia per approfondire la psicologia dei personaggi. C’è chi lo aspetta tutto l’anno, chi magari ne apprezza solo le decorazioni e chi lo vive come un momento malinconico e spera che passi il più in fretta possibile. Nel mio romanzo però il Natale serve soprattutto a tratteggiare la personalità della protagonista, che in alcuni passaggi si sofferma a ricordare l’infanzia proprio pensando a com’era il Natale a quei tempi, permettendo così al lettore di capire come il passato influenzi i suoi comportamenti da adulta.
Cosa puoi dirmi sul personaggio della commissaria Nadia Montecorvo, protagonista di “A Roma si muore da soli”?
Nadia prima di essere una funzionaria di polizia è soprattutto una donna, e in quanto tale, vive le criticità e i problemi di tutte le donne, soprattutto quelle che lavorano. Discute con il compagno, non trova mai il tempo per la sua migliore amica, è in perenne lotta con il suo corpo e cerca in tutti i modi di allontanare la menopausa che incombe. Ma Nadia è anche una donna che combatte contro i fantasmi del suo passato perché da ventisei anni nasconde un segreto che non ha mai rivelato a nessuno. Lei lo chiama Il Mostro, una strana creatura che le vive dentro e condiziona i suoi sentimenti e le sue azioni. Il lettore se lo vedrà arrivare addosso ogni volta in cui Nadia lo sentirà risvegliarsi.
Come ha affrontato la sfida di bilanciare l’aspetto investigativo della trama con la narrazione dei conflitti personali dei personaggi?
Credo che un romanzo che si prefigga come obiettivo quello di rimanere il più possibile aderente alla realtà (e a mio parere un poliziesco dovrebbe sempre farlo) non possa prescindere dalla credibilità dei personaggi che lo muovono. Perché sono loro il vero motore della macchina narrativa, ed è intorno a loro che la storia si costruisce, mai il contrario. Quando scrivo cerco sempre di creare situazioni verosimili, dialoghi credibili, comportamenti coerenti, e per farlo prendo spunto da chi conosco personalmente. È inevitabile che ognuno di loro abbia qualcosa da risolvere, qualcosa che influisce oltre che sulle relazioni interpersonali anche sulle prestazioni lavorative, e questo qualcosa è proprio ciò che mi permette di caratterizzarli al meglio.
Cosa spera che i lettori traggano da questa storia e dai personaggi che ha creato?
Il mio è un romanzo di intrattenimento, e in quanto tale spero solo che i lettori lo trovino appassionante e abbiano voglia di girare pagina dopo pagina per vedere come va a finire. Ovviamente spero anche che non ne restino delusi!
C’è stata, in particolare, una scena del libro che l’ha coinvolta, mentre la scriveva?
Mi sono divertita moltissimo a scrivere le scene dove Nadia è in compagnia di Sofia, perché ho immaginato come ci saremmo comportate io e la mia migliore amica negli stessi contesti, e ho scritto i dialoghi proprio come credo avremmo parlato io e lei in quelle situazioni. Dietro la scrittura dell’indagine vera e propria, invece, ho dovuto mettere da parte l’esperienza in favore di un minuzioso lavoro di ricerca, senza però mai rinunciare alla spontaneità e alla verosimiglianza. Spero che tutto quello che ho messo nel romanzo riesca ad arrivare a chi lo leggerà.
Ha in programma di scrivere altri romanzi con la commissaria Nadia Montecorvo, come protagonista?
Sì, in realtà sto già scrivendo il secondo romanzo di quella che mi auguro sarà una lunga serie, ma dipende tutto dal riscontro del pubblico e dalle decisioni che prenderà il mio editore. Per ora, tengo le dita incrociate 😊
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Enrica Aragona
È nata a Roma nel 1978. Lavora nell’industria farmaceutica, ma la passione per la scrittura la accompagna da sempre. A Roma si muore da soli è il suo primo romanzo pubblicato con la Newton Compton.